Caro latte, per gli allevatori iblei è emergenza. Incontro con Musumeci

“La mancanza di un equilibrio fra costi e ricavi nella filiera lattiero-casearia siciliana sta mettendo in ginocchio le imprese del comparto e non possiamo permettere che decine di allevamenti siciliani chiudano i battenti”. Così il presidente della Regione, Nello Musumeci, che ha incontrato al PalaRegione di Catania, accompagnata dal deputato-questore Giorgio Assenza e dal sindaco di Ragusa, Giuseppe Cassì,una delegazione di imprenditori del settore zootecnico dell’area iblea per discutere delle problematiche dovute al costo crescente delle materie prime e delle spese di produzione, a cui non corrisponde un aumento del costo di vendita del latte e dei suoi derivati. Il recente protocollo d’intesa sottoscritto dal Mipaaf, Ministero delle risorse Agricole Alimentari e Forestali, per il comparto prevede che gli allevatori possono ottenere fino al 31 marzo 2022 il prezzo di 41 centesimi al litro, con un premio di “emergenza stalle” fino a 3 centesimi al litro, ritenuto insufficiente rispetto ai costi sostenuti che per ora superano i 50 centesimi al litro. Al presidente della Regione è stato consegnato un documento sottoscritto e condiviso da circa 150 allevatori. “Ho ascoltato le ragioni degli allevatori ed è chiaro che per scongiurare la crisi strutturale delle aziende, non solo di quelle dell’area iblea, dove si produce oltre il 60 per cento del latte dell’intera regione, è necessario applicare il meccanismo di indicizzazione del costo del latte, che tenga conto dei costi effettivi di produzione, come prevedono le direttive europee e una normativa nazionale mai applicata. Per questa ragione mi occuperò personalmente di portare la vicenda all’attenzione del ministro dell’Agricoltura Patuanelli, a sostegno di un comparto che ha grandi riflessi economici e occupazionali nell’Isola”, conclude Musumeci.