Cartelle esattoriali: con la chiusura di Riscossione Sicilia è difficile rateizzarle

Cartelle esattoriali: con la chiusura di Riscossione Sicilia è difficile rateizzarle

Giorno uno ottobre potrebbe rimanere negli annali come una data “epocale” per Fisco ed aziende in Sicilia. Nello stesso giorno è finito il cosiddetto “blocco delle cartelle”, non rinnovato dal governo nazionale retto da Mario Draghi e soprattutto la partecipata regionale Riscossione Sicilia è confluita nell’Agenzia delle Entrate. La fine dell’azienda ha finalmente “uniformato l’Isola al resto d’Italia, eravamo l’unica regione con questa gestione autonoma. Ci auguriamo che in futuro i servizi saranno migliori di quanto non fossero prima. Ma il passaggio al servizio di Riscossione nazionale è complesso e presenta già e prime anomalie”, racconta Gaspare Patinella, presidente regionale di Ancl, l’Associazione nazionale dei Consulenti del lavoro. Per chi, come i consulenti, si occupa di richiedere il fondamentale Documento di regolarità contributiva, il cosiddetto Durc ottenibile solo in assenza dei contributi previsti per legge versati, e quindi di cartelle esattoriali, fin dall’inizio del mese si sono manifestate delle difficoltà. La prima e più urgente “è quella di non avere a disposizione ancora per la Sicilia un servizio online per ottenere la rateizzazione, come chiaramente indicato dal portale dedicato ai professionisti Equipro”, spiega Patinella. Leggi anche –Riscossione Sicilia muore senza pagare. Anci: “Ha messo i comuni in ginocchio” Il servizio, chiamato semplicemente “rateizza adesso” sul portale nazionale, per la Sicilia è al momento un semplice “rateizza poi”. L’anomalia è ben documentata sul sito di Agenzia delle Entrate Riscossione, accessibile non solo dalle imprese e dagli intermediari ma anche dai cittadini tramite identità digitale Spid. “L’alternativa, comunicataci in risposta a una nostra lettera inviata all’Agenzia, è quella di usare il modulo cartaceo e inviare tutto via pec. Almeno finché non ci sarà un riallineamento definitivo dei software in uso in Sicilia con quelli nazionali”, spiega ancora Patinella. Un disservizio per il quale non sono noti tempi di risoluzione, ma “assolutamente comprensibile trattandosi di un cambiamento di questa portata, che oltre al software prevede un riassetto del personale, degli uffici con cambio di competenze e funzioni e dei dirigenti”, secondo il presidente siciliano di Ancl. Ma, con il cambio di governance annunciato da mesi, ammette che all’atto pratico “si sta andando un po’ a rilento”. Leggi anche –Riscossione Sicilia passa allo Stato. Musumeci: “Fine del calvario” L’Agenzia ha comunque fornito ampie rassicurazioni in risposta ai consulenti siciliani. “Ci è stato garantito che, pur in assenza della piattaforma che garantiva precedentemente tempi di approvazione di circa dieci giorni, le pratiche verranno evase con priorità assoluta”, spiega. Tempi che dovranno essere, in sostanza, inferiori “ai trenta giorni stabiliti per legge. E trenta giorni sono spesso incompatibili con le scadenze delle cartelle, che richiedono solitamente trenta giorni per essere pagate”. Un potenziale “esplosivo” per la situazione delle aziende siciliane dunque, che non possono dopo la pandemia di Covid “e un anno di sostanziale blocco delle cartelle di pagare tutto in unica soluzione”. Ma, rassicura Patinella, “dalle risposte ricevute da Agenzia delle Entrate e da Inps, contattata in quanto si occupa materialmente del rilascio dei Durc, siamo fiduciosi che ci sia questo canale preferenziale e la massima attenzione”, conclude il presidente di Ancl Sicilia.