Il cashback è cosa buona e giusta, ma serve molta attenzione. Perché dietro le opportunità fornite da questo strumento, si celano insidie da cui bisogna difendersi. Tanto nella piattaforma pubblica che in quelle private, dice Alfio La Rosa, presidente di Federconsumatori Sicilia. Che fa il punto della situazione, a partire dalla misura introdotta dal Governo questo dicembre. Il cosiddetto cashback di Stato prevede un rimborso del 10 per cento sulle spese con pagamenti digitali effettuate nei negozi fisici. Un modo per contrastare l’evasione fiscale. Nel 2020, secondo le stime dell’Esecutivo, l’economia sommersa ha sottratto all’erario oltre 30 miliardi di euro.
Il problema della privacy
Un obiettivo che Federconsumatori Sicilia condivide. Come anche l’idea di “spingere i consumi durante il periodo natalizio”, per contenere la crisi innescata dalla pandemia da Covid-19. Per La Rosa il cashback può aiutare alcune categorie particolarmente danneggiate, “l’artigianato, il piccolo commercio, i negozi di prossimità”. Accanto a questi aspetti positivi, però, l’associazione evidenzia delle criticità. A cominciare dai rischi per la privacy. La piattaforma contiene dati sensibili, “da quelli anagrafici a informazioni finanziarie, fino alle abitudini di spesa”. Il genere di cose per cui gli hacker vanno ghiotti. Oggi gli attacchi non risparmiano nessuno, “nemmeno enti importanti come la Presidenza del Consiglio”. Per questo è fondamentale dotarsi di “sistemi di sicurezza adeguati”, in grado di resistere “ad eventuali aggressioni”.
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Poca equità
Un altro rilievo che Federconsumatori avanza alla misura riguarda la sua estensione. Visto il periodo di crisi economica, sarebbe stata preferibile “un’impostazione meno universalistica del progetto”. Con le regole attuali, anche una persona con reddito milionario può accedere al cashback. Per questa fascia, i rimborsi da poche centinaia di euro sono trascurabili. Per una famiglia media, invece, “possono essere risorse importanti”. Stesso discorso per la lotteria degli scontrini, che il Governo ha deciso di affiancare al cashback a partire dal prossimo anno. Chi ha maggiore capacità di spesa sarà di fatto agevolato, “avendo accesso a più biglietti virtuali”. In questo modo, risorse che dovrebbero sostenere i ceti bassi rischiano di essere drenate da chi non ne avrebbe bisogno. Un assurdo per l’associazione dei consumatori, che aveva chiesto di “limitare gli accessi sulla base del reddito”.
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Il cashbak privato
Tornando al cashback, La Rosa ricorda come la misura introdotta dal Governo già da anni venga utilizzata sul mercato privato, attraverso apposite piattaforme. Ma anche qui bisogna tenere gli occhi aperti. Secondo il presidente di Federconsumatori, anche nel privato servirebbe “un controllo più preciso, sia sulle regole che sulla privacy”. È necessario prestare la massima attenzione, specialmente sul fronte della sicurezza. Nelle piattaforme private possono insinuarsi “fenomeni molto pericolosi”, compresi meccanismi di “marketing piramidale”. Preferibile allora “un sistema pubblico, tutelato dal governo nazionale”, rispetto a realtà alle quali bisogna avvicinarsi “con molta cautela”. In caso di dubbi è bene rivolgersi allee autorità preposte, o chiedere consiglio alle associazioni dei consumatori.
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Speranze per il futuro
Nel complesso la misura introdotta dal Governo viene giudicata positivamente. La spinta ai consumi di dicembre, se c’è stata, sarà probabilmente bilanciata dalle chiusure forzate dei giorni successivi. Per La Rosa in questa fase ogni intervento “rischia di essere parziale”. Perciò è particolarmente importante la discussione sull’utilizzo dei fondi del Recovery plan. “Sono risorse che devono essere finalizzate a misure importanti”. Bisogna andare nella direzione di progetti di largo respiro, “un’economia più green, circolare, sostenibile”. Il rischio da scongiurare a tutti i costi, conclude il presidente di Federconsumatori, è quello di tornare “ad un passato che era di crisi, ben prima della pandemia”.