Caso Garlasco, si stringe il cerchio su Andrea Sempio | Indizi pesantissimi lo inchiodano
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Nel caso Garlasco, a oltre diciotto anni dalla morte di Chiara Poggi, emergono nuovi elementi che spingono gli inquirenti a concentrare l’attenzione su Andrea Sempio, oggi trentasettenne, amico del fratello della vittima e da mesi indagato per il delitto del 13 agosto 2007. Un omicidio per il quale è già stato condannato, in via definitiva, l’ex fidanzato della giovane, Alberto Stasi. Oggi, però, il nome di Sempio torna al centro dell’inchiesta, con tre indizi che potrebbero rivelarsi decisivi.
A far detonare l’attenzione sull’indagato è stata la perizia della genetista Denise Albani, che ha individuato una compatibilità tra il Dna presente sotto le unghie di Chiara e la linea maschile della famiglia di Sempio. Un elemento che ha alimentato clamore mediatico, ma che, come sottolineato da Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, «non rappresenta una prova, ma un indizio», soprattutto a causa della fragilità nella raccolta e conservazione dei reperti.
I tre indizi che preoccupano gli inquirenti: alibi, telefonate e tracciamenti
L’indizio ritenuto più problematico per Sempio riguarda il suo alibi. Il 37enne ha sempre sostenuto di trovarsi a Vigevano, in biblioteca, nel momento del delitto, prova sostenuta da uno scontrino di un parcheggio. Ma la ricostruzione non regge più: la biblioteca risultava chiusa e un testimone afferma che lo scontrino non era suo, ma sarebbe stato consegnato alla madre di Sempio da un’altra persona. Per la Sarzanini, la circostanza «indebolisce enormemente la posizione dell’indagato» e suggerisce che la Procura abbia «elementi più pesanti di quelli oggi pubblici».
Il secondo indizio riguarda le telefonate che Sempio avrebbe effettuato verso casa Poggi nei giorni precedenti al delitto. Una scelta che appare inspiegabile: l’indagato sapeva che il suo amico Marco Poggi era in vacanza con i genitori. Perché chiamare, allora? Una domanda che apre una crepa nella versione fornita da Sempio, che aveva dichiarato di cercare proprio Marco. Per la Sarzanini, la spiegazione «non sta in piedi» e crea una forte incompatibilità logica con l’immagine di “amico di famiglia” che il 37enne ha sempre tratteggiato.
Terzo indizio, la compatibilità genetica riscontrata sulle unghie della vittima. Sempio ha motivato la possibile presenza del suo Dna con la frequentazione abituale della casa e l’utilizzo del computer di Chiara. Ma gli investigatori ritengono che questo quadro di familiarità debba combaciare con comportamenti coerenti, cosa che la successione di telefonate e l’alibi vacillante non confermano. Le due versioni — grande vicinanza alla famiglia Poggi e simultanea scarsa conoscenza dei movimenti dell’amico Marco — risultano «tra loro incompatibili».

Perizia, nuovi accertamenti e la data chiave del 18 dicembre
Il prossimo passaggio cruciale è fissato per il 18 dicembre, quando in tribunale si tornerà a discutere degli atti e delle nuove analisi. La Procura, nel frattempo, ha disposto ulteriori verifiche, tra cui lo studio delle macchie di sangue e una mappa 3D della scena del crimine, strumenti che potrebbero contribuire a collocare con maggiore precisione comportamenti e movimenti nelle ore del delitto.
Gli inquirenti cercano di ricomporre un mosaico complesso, dove ogni dettaglio — dalle tracce biologiche alle incongruenze nelle dichiarazioni, fino alle telefonate effettuate nei giorni precedenti — può contribuire a delineare un quadro più nitido di ciò che accadde quella mattina del 13 agosto 2007. E mentre l’indagine si avvicina a un possibile punto di svolta, l’attenzione mediatica cresce, alimentata dalla sensazione che questa vicenda, a quasi due decenni di distanza, non abbia ancora detto tutto.
In attesa della prossima udienza, resta una certezza: gli indizi non equivalgono a una condanna, ma il loro peso, oggi, appare più rilevante che mai. E la Procura, ora, sembra decisa a verificarli fino in fondo.
