Caso Yara, le parole della moglie di Bossetti scuotono l’opinione pubblica | La confessione dopo anni: queste prove prima non c’erano
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L’Italia conosce bene la tragedia della piccola Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate Sopra trovata senza vita dopo la sua scomparsa, un caso che ha sconvolto il Paese e che ancora oggi continua a generare interrogativi e dibattiti. Per l’omicidio è stato condannato all’ergastolo Massimo Bossetti, muratore di Mapello, ritenuto colpevole sulla base delle prove raccolte dagli inquirenti. L’uomo, però, continua a proclamarsi innocente, sostenuto dalla sua famiglia e dai suoi legali, che da anni tentano senza successo di ottenere una revisione del processo.
La vicenda giudiziaria ha attraversato fasi alterne, ma le sentenze hanno confermato in modo definitivo la responsabilità di Bossetti secondo le autorità giudiziarie. Nonostante ciò, difesa e familiari insistono sull’esistenza di presunte falle investigative e mantengono viva la battaglia per dimostrare ciò che considerano un errore giudiziario. Negli ultimi mesi, l’interesse pubblico è tornato a crescere grazie a nuovi elementi portati sotto i riflettori da una produzione televisiva di grande richiamo.
La docuserie di Netflix e il ritorno di un caso che ha segnato il Paese
Dal 16 luglio 2024 è disponibile su Netflix la docuserie “Il caso Yara – Oltre ogni ragionevole dubbio”, diretta da Gianluca Neri e scritta in collaborazione con Carlo Gabardini ed Elena Grillone, con la produzione di Massimo Rocchi e Marco Tosi. La serie ripercorre i momenti più significativi delle indagini che portarono all’arresto di Bossetti, presentando testimonianze, ricostruzioni e interviste, tra cui anche quella dello stesso condannato.
La narrazione approfondisce gli elementi investigativi che hanno condotto alla sentenza definitiva, evidenziando perché per gli inquirenti le prove raccolte siano considerate schiaccianti. Allo stesso tempo, la docuserie dà spazio alle posizioni di Bossetti e della sua famiglia, proponendo un quadro complesso e ricco di spunti che inevitabilmente riaccende il dibattito pubblico. Tra le voci più significative emerge quella di Marita Comi, moglie dell’uomo, da sempre convinta dell’innocenza del marito.

Le dichiarazioni della moglie di Bossetti e il peso emotivo della vicenda
Nella docuserie, Marita Comi racconta momenti familiari particolarmente delicati, riportando alla luce il giorno dell’arresto e la reazione dei figli. Le sue parole rivelano lo shock vissuto dalla famiglia: la notizia del fermo arrivò mentre erano in casa, e l’ingresso improvviso dei carabinieri segnò l’inizio di una fase drammatica da cui, racconta la donna, non si sono più ripresi.
Comi afferma di aver creduto sin dal primo momento che il responsabile fosse un estraneo, senza immaginare che l’accusa sarebbe ricaduta su suo marito. Racconta la disperazione mostrata da Bossetti dopo la lettura della sentenza, la sua convinzione di essere vittima di un errore e il crollo emotivo che seguì alla condanna. Le sue dichiarazioni nella docuserie ribadiscono la posizione sostenuta fin dall’inizio: Bossetti, a suo dire, sarebbe stato incastrato.
Il caso Yara resta uno dei delitti più discussi e dolorosi nella cronaca italiana contemporanea. La docuserie ha riportato l’attenzione non solo sulle indagini e sulle prove, ma anche sul vissuto umano e sulle ferite ancora aperte di una famiglia che continua a sostenere la propria versione dei fatti, in attesa di un’eventuale revisione che, per ora, la giustizia non ritiene fondata.
