Catania affoga nei rifiuti. Differenziata a picco e le aziende “fuggono” dal centro

Mezza Catania non sa ancora chi sarà ad occuparsi della raccolta dei rifiuti nei prossimi anni. Il lotto di gara relativo all’area centro – il più consistente, con un valore di 162 milioni su 334 complessivi del bando settennale – è andato deserto. Il servizio riguarda 95 mila famiglie, pari a 153 mila abitanti, il 49 per cento del totale. La vicenda oggi sarà al centro di un vertice tra la Srr Catania, la società pubblica che regola il servizio di gestione rifiuti, e l’Amministrazione. “Le opzioni sul tavolo sono due”, spiega a FocuSicilia Fabio Cantarella, assessore comunale all’Ambiente. “La Srr inviterà le aziende che hanno effettuato i sopralluoghi a presentare un’offerta, o affiderà il servizio ‘in house’ a una propria società”. Negli ultimi anni, a causa delle gare deserte, il servizio era stato affidato con “appalti ponte” da 120 giorni. Stavolta, sui tre lotti previsti dal bando, due hanno ricevuto offerte. Il lotto Catania nord, da 79 milioni di euro, ha suscitato l’interesse della Ecocar e della SuperEco. Si tratta della porzione più piccola della città, che interessa 33 mila famiglie e 64 mila abitanti, il 20 per cento del totale. Per il lotto Catania Sud, da 92 milioni di euro, si è presentata soltanto la Ecocar. Il lotto interessa oltre 38 mila famiglie e 94 mila abitanti, il 30 per cento del totale. Dusty, che negli anni scorsi ha svolto il servizio in proroga, non ha presentato offerte, denunciando “l’assoluta insostenibilità economica e operativa del capitolato”. Leggi anche –Rifiuti, a Catania centro nessuno partecipa alla gara. Cgil preoccupata La gara, nei giorni scorsi, ha suscitato polemiche. Per esempio sulla storia aziendale di Ecocar, già coinvolta in un’inchiesta sui rifiuti della Dia di Catania. Cantarella precisa: “L’azienda ha avuto un’amministratore dello Stato, e ha visto revocata l’interdittiva antimafia, quindi può partecipare alle gare. Non è il Comune che decide chi partecipa, ma la legge”. L’assessore all’Ambiente pone l’accento su un’altra vicenda. “D’altra parte, la Dusty ha subappaltato il servizio a un’azienda in amministrazione controllata, la Energeticambiente”. Sul punto, nelle scorse ore, è intervenuta l’amministratrice di Dusty, Rossella Pezzino de Geronimo, spiegando che l’azienda non ha “alcuna responsabilità” sulla subappaltante. “La legge prevede procedure precise che devono essere garantite dal commissario ministeriale”. Sempre a proposito della Dusty, nei giorni scorsi la Cgil aveva lanciato l’allarme sul destino di 60 lavoratori in attesa di stabilizzazione, e sul centinaio di precari da regolarizzare avendo maturato i diritti nel tempo. Osservazioni a cui l’azienda ha replicato assicurando di aver pienamente rispettato gli accordi sindacali. “Sono sempre stati stabilizzati a tempo indeterminato nei limiti massimi consentiti dalla normativa”, ha detto Pezzino de Geronimo. A questo proposito Cantarella assicura che l’Amministrazione farà la sua parte. “Ci batteremo affinché i lavoratori abbiano ciò che spetta loro, come abbiamo fatto negli ultimi anni lavorando insieme alla Cgil. Non possiamo imporlo per legge, ma in sede di trattativa sindacale con le nuove aziende chiederemo di stabilizzare chi ne ha diritto”. Leggi anche –Rifiuti a Catania, due offerte per il bando da 334 milioni di euro Polemiche a parte, la situazione dei rifiuti catanesi resta critica. Le percentuali della raccolta differenziata pongono la città agli ultimi posti nell’isola. I dati forniti dalla Regione siciliana, aggiornati a giugno 2020, parlano dell’8,6 per cento di raccolta nel comune. Per Cantarella, però, questi numeri sono sbagliati. “C’è un provvedimento disciplinare in corso, nei confronti del dirigente che dimenticò di comunicare i dati in tempo. Quei dati sono fermi al 2018”. La percentuale corretta di differenziata nel 2020, secondo l’assessore, è del 12,6 per cento. “È chiaro che comunque non c’è da essere orgogliosi. Per questo, nel nuovo bando, abbiamo predisposto misure che ci consentiranno di migliorare la percentuale, raggiungendo il 20 per cento già il primo anno, e arrivando al 60 entro sette anni”. Secondo l’assessore all’Ambiente, le percentuali negative dipendono in buona parte dall’”importazione” dei rifiuti da molti comuni del circondario etneo. “Un milione di chilogrammi di indifferenziata raccolti a Catania non sono prodotti da catanesi, ma vengono da fuori. Questo fenomeno ha comportato maggiori costi per le casse comunali per circa due milioni di euro al mese, 24 milioni in un anno”. Secondo uno studio della Srr, la media di rifiuti indifferenziati per ogni cittadino catanese è di 700 chilogrammi annui, dato che scende fino alla metà nei paesi limitrofi. Per Cantarella questa è una conferma della “migrazione” dei rifiuti. “I cassonetti sono la nostra prima criticità. Per questo abbiamo deciso di eliminarli progressivamente, estendendo la raccolta porta a porta all’intera città, rispetto ai 40 mila abitanti attuali”. Leggi anche –Rifiuti, gli ambientalisti contro una “emergenza programmata” La transizione verso la raccolta porta a porta non sarà facile, ma l’amministrazione spera di completarla in qualche mese. “Gli addetti ai controlli del Comune si occuperanno anche di comunicazione, educando la cittadinanza a rispettare le nuove regole”. Inoltre, è previsto un rafforzamento della presenza di cestini pubblici per la raccolta differenziata in alcune zone strategiche della città. “Pensiamo di farlo, per esempio, nei luoghi della movida. Dobbiamo però evitare che questi cestini vengano usati in sostituzione dei cassonetti”. I controlli, assicura Cantarella, saranno costanti. “Quest’anno abbiamo già elevato duemila sanzioni, la maggior parte delle quali a persone residenti in altri comuni”.