A pochi passi da Catania, nella zona commerciale di Misterbianco, il nuovo grande centro fieristico è già nelle fasi finali di ultimazione. Sicilia Fiera, questo il nome della struttura, “ha già aree per 15 mila metri quadri al coperto completamente ristrutturate, e da settembre a fine 2022 abbiamo già in programma 15 grandi eventi, alcuni internazionali”, racconta dall’interno di uno dei grandi capannoni Davide Lenarduzzi, direttore generale della neonata società per azioni. “Il nostro progetto futuro è quello di creare eventi siciliani, di livello europeo. Credo che abbiamo dato uno strumento di politica industriale unica per il territorio”, prosegue il manager, tra i maggiori esperti italiani nel settore e chiamato dalla proprietà, la Fin consorzio con sede legale a Roma ma radici a Paternò, a ridare vita al grande insediamento industriale della ex Costanzo da vent’anni abbandonato.
C’è già spazio per seicento parcheggi
Siamo andati a visitare la struttura in una delle fredde giornate di questo marzo 2022, “ma chi verrà sa che, al di là di qualche nuvola, il clima è uno dei punti di forza della Sicilia”, sorride Lenarduzzi. Entrando nella grande area, compresa tra il Corso Carlo Marx e il quartiere Monte Palma, l’impressione non è già quella di trovarsi in un cantiere: le grandi strutture con tetti alti dieci metri, dipinte di color cenere con un chiaro richiamo all’Etna, hanno già servizi igienici, illuminazione a led funzionanti e impianti di riscaldamento e raffrescamento in corso di collaudo. “Abbiamo ridato vita a questi grandi edifici che si trovano nel cuore del tessuto urbano, con la consapevolezza che si tratta di un posto che sembra nato apposta per ospitare fiere. Basti pensare che solo per questa area A da 15 mila metri quadri coperti che inaugureremo a settembre abbiamo a disposizione 25 mila metri quadri di aree esterne e 600 parcheggi”. Una seconda “area B di altri 18 mila metri quadri coperti, verrà inaugurata subito dopo”, prosegue Lenarduzzi. Punto di forza inoltre la presenza di ben due fermate della metropolitana, e secondo i programmi annunciati da Fce una di queste sarà operative già a fine anno, “e si chiamerà Sicilia Fiera”, anticipa Lenarduzzi. Il programma per il recupero degli ulteriori spazi, “320 mila metri quadri complessivi, di cui 120 mila di strutture coperte, avverrà nel corso del tempo con un programma esteso da qui fino al 2024”. Tra le varie strutture ancora da ristrutturare sono previsti anche un albergo e un grande spazio di coworking.
La strategia in tre “cerchi”, dal locale all’internazionale
I quindici eventi già in programma, “per i quali al momento manteniamo il riserbo, ma li diffonderemo a breve sul nostro sito”, sono quindi solo un punto di partenza. L’idea è quella di coinvolgere nel progetto della Sicilia Fiera Spa vari soggetti, anche istituzionali. In queste settimane si sono succedute le visite, sia di grandi imprenditori locali che di rappresentanti istituzionali, come il sindaco di Misterbianco Marco Corsaro. Confcommercio si è spinta oltre dando pareri entusiastici sull’iniziativa, per voce sia del presidente provinciale Piero Agen che della sezione FierEventi retta da Alessandro Lanzafame.
“Noi siamo permeabili alle partecipazioni – ribadisce Lenarduzzi – e la nostra strategia per lo sviluppo del territorio, condivisa con gli stakeholder e le istituzioni, è chiara: questa struttura è quello che permette alla Sicilia di essere finalmente un punto di riferimento per gli operatori locali, nazionali e internazionali”. E in quest’ottica di espansione, Lenarduzzi definisce i passaggi da compiere come “tre cerchi concentrici. Nel primo c’è quello di mettere in sicurezza il patrimonio fieristico di questa regione con una struttura che può far crescere gli eventi già esistenti. Il secondo cerchio è quello di diventare un punto di riferimento per gli operatori nazionali che voglion realizzare localmente degli spin-off dei loro eventi. E infine, ed è un punto che sta già dando frutti davvero insperati, è quello di organizzare eventi nativi. Ma questo – conclude il manager – già lo sapevamo: il territorio, coniugato con i servizi e le infrastrutture all’altezza, permette di attrarre i migliori organizzatori da fuori”.