Cemento sul mare, dati da “bollettino di guerra”: in Sicilia 1.200 reati nel 2023

Cemento sul mare, dati da “bollettino di guerra”: in Sicilia 1.200 reati nel 2023

ALinosa, a settembre dello scorso anno, iCarabinierihannofermato la costruzione di una casadi circa 100 meri quadri, totalmente abusiva e per di più su un tratto di costa sottoposta avincolo paesaggistico.Un episodio, quello avvenuto nelle Pelagie, che purtroppo non è affatto isolato, anzi. Nel 2023 sono stati quasi 1.200 ireati legati al cemento sulle coste della Sicilia,l’11,5% del totale nazionale, che supera abbondantemente quota 10 mila. Sono i dati dell’ultimoreport “Mare monstrum” di Legambiente.Un “bollettino di guerra a due passi dal mare”, scrivono gli esperti, in cui l’Isola è terza per numero di reati dopo laCampania(1.500) e laPuglia(1.400). Sul quarto gradino del podio c’è invece la Calabria, con circa mille reati. Nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa “si è registrato il 50,7% del totale dei reati”, ma lacementificazionecolpisce tutte “le aree costiere del Belpaese”. Un fenomeno “devastante per lo sviluppo sociale, ambientale ed economico”, che costringe le istituzioni “alunghe battaglie legaliperripristinare l’area pre-abuso“. Leggi anche –La costa etnea vista dal mare, tra tutela ambientale e fragilità. Il tour Lipu Legambienteelabora dati delle forze dell’ordine e delleCapitanerie di porto.In Sicilia sono stati oltre 31 mila i controlli effettuati lo scorso anno, che come detto hanno portato ad accertarequasi 1.200 reati,con altrettante persone denunciate e altrettanti sequestri. Non risulta invece nessun arresto, a differenza diSardegna(sette),Basilicata(tre),Puglia e Calabria(due). Tornando alla Sicilia, durante le operazioni sono stati effettuati quasi 5.600 sequestri, ederogate sanzioniper un valore complessivo di più di 3,5 milioni di euro. Si tratta del quarto dato più alto in Italia, dopo quello diSardegna(7,6 milioni per 406 reati, il 172% in più rispetto all’anno precedente),Puglia(6,5 milioni per 1.400 reati) eLazio(4,6 milioni per 617 reati). Per quanto riguarda la Sicilia, in realtà, i dati sono verosimilmente ancora più alti. I numeri, sottolineano infatti gli autori del rapporto, non tengono conto “deicontrolli della Guardia di finanzae del Corpo forestale regionale Sicilia”. Forze che a loro volta sono impegnate nella ricerca e nelladenuncia degli abusi. Leggi anche –Inquinamento, erosione, depuratori: tutti i guai delle spiagge siciliane Ireati del cemento,come detto, colpiscono soprattutto leregioni del Suda forte presenza dicriminalità organizzata,ma non risparmiano il resto d’Italia. Per Legambiente infatti “continuano a crescere i reati accertati lungo le coste del nostro Paese”, e riguardanodiverse fattispecie,“dall’abusivismo edilizio alleoccupazioni del demanio marittimo“. I numeri sono quelli di “un vero bollettino di guerra”, ribadiscono gli autori del rapporto. Soltanto nel 2023, l’azione delle forze dell’ordine“su quasi 504 mila controlli, ha portato alla verbalizzazione di oltre 10 mila reati, 10.257 per l’esattezza (+ 11,1% rispetto all’anno precedente)”. A livello giudiziario sono scattati “ladenunciadi 11.647 soggetti (+ 21,2%) e l’arrestodi 14 (-68,9%), con complessivi 1.614sequestri penali e sanzioniper un valore pari a 36.720.610 euro”. A questi dati, inoltre, “vanno aggiunti anche 15.062illeciti amministrativiper un totale di 34.121 sanzioni comminate”. Un “assalto senza fine” alle coste del Belpaese, sintetizzano dall’associazione. Leggi anche –Erosione costiera nel Mediterraneo. A rischio case e intere città come Venezia Per fortuna si cerca direagire, con tutte ledifficoltàdel caso. In genere, infatti, “sequestri e interventiarrivano il più delle volte quando gli abusi si sono già concretizzati”. A rendere i controlli ancora più ardui, il fatto chegli illeciti vengono occultati“nei mille modi imparati sul campo dalle squadre degli abusivi”. Eppure, dove le forze dell’ordine riescono aindividuare i cantieriper tempo, spesso si riesce a ripristinare la legalità e a salvaguardare la costa. Nelcaso dell’Isola di Linosa,per esempio, “il cantiere è sotto sequestro. E due persone sono denunciate alla Procura della Repubblica di Agrigento”.Intervenire a cose fatteè difficile, manon impossibile.Su questo fronte “una buona notizia arriva dalle demolizioni di vecchi abusi edilizi. Soprattutto nelle isole Eolie, dove negli ultimi mesi si sono riviste leruspe della legalità in azione“. Una tendenza all’abbattimento che secondo Legambiente riguarda anche glialtri arcipelaghi siciliani,“daVulcanoaLipari, daSalinaaStromboli, passando da Panarea e Filicudi: impossibile citarli tutti”.