Mobilitazioni, iniziative nei territori ed assemblee nei luoghi di lavoro. Questi sono i piani per l’autunno della Cgil Sicilia. “La vera sfida parte dal Mezzogiorno, dalla Sicilia. È in quest’area del Paese infatti che i principi costituzionali trovano minore applicazione, è da qui allora che bisogna imboccare la ‘via maestra’ per i diritti e per lo sviluppo dell’intero Paese ”. Lo dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, che al contempo guarda alla manifestazione nazionale del 7 ottobre, indetta dalla Cgil assieme a varie associazioni per l’attuazione della Costituzione e dei diritti che in essa vengono affermati, ma non solo. “Protestiamo anche per le inefficienza del governo regionale”, afferma Mannino, “per le sue politiche che amiccano al governo Meloni, incuranti delle conseguenze sulla Sicilia. Vedi la posizione del presidente Schifani sull’autonomia differenziata, un progetto che affosserebbe la nostra regione e che va respinto senza se e senza ma”.
Il calendario delle iniziative
Il 13 settembre a Catania si accenderanno i riflettori sulle condizioni di lavoro delle donne, tra disoccupazione e gap salariale, part time involontario e lavoro nero. Il 18 settembre a Palermo e Trapani si terranno manifestazioni con la partecipazione di Maurizio Landini. Temi: il lavoro povero e precario. Il 20 settembre manifestazione con i giovani a Troina, con focus sul tema dell’istruzione e dello spopolamento delle aree interne. Il 3 ottobre a Siracusa mobilitazione in difesa e per la valorizzazione del patrimonio naturalistico e paesaggistico.
I motivi delle proteste
La difesa della Costituzione repubblicana è il leit motiv di tutte le iniziative e il cuore della mobilitazione nazionale. “E’ da qui che passa l’affermazione dei diritti – sottolinea Mannino- è questa “la via maestra” come dice lo slogan dell’iniziativa nazionale”. L’articolo 3 parla di uguaglianza e partecipazione di tutte le lavoratrici e i lavoratori alla vita economica, politica e sociale del Paese ma, dice la nota della Cgil, in Sicilia le donne assieme ai giovani sono i soggetti più vulnerabili del mercato del lavoro. L’occupazione femminile si ferma al 30,5 per cento, non va meglio per quanto riguarda la rappresentanza politica: all’Ars solo 13 donne su 70 deputati. A dispetto del dettato costituzionale (articoli 51 e 117) si registrano dislivelli di genere per quanto riguarda salari, progressioni di carriera, presenza nei luoghi decisionali. L’articolo 4, che sancisce il diritto al lavoro, non è complessivamente attuato, in una regione col tasso di disoccupazione al 18 per cento. L’isola ha registrato nel 2022 tra i giovani il 40 per cento di Neet, c’è quindi una “questione giovanile”.
Le differenze salariali e i diritti violati
A dispetto di un dettato costituzionale (art.36) che parla di salario giusto e dignitoso “in Sicilia – rileva Mannino- oltre 400 mila lavoratrici e lavoratori hanno salari sotto la soglia della povertà, meno di 9 euro l’ora. Si aggiungono gli altri elementi che contribuiscono a rendere vulnerabile la situazione di chi lavora, a partire dai contratti non standard. A conti fatti i lavoratori siciliani hanno una media salariale del 30 per cento in meno rispetto ai lavoratori del resto del Paese”. Queste difficoltà determinano un’emigrazione costante che coinvolge circa 50 mila persone l’anno, la metà dei quali giovani, determinando ulteriore impoverimento per lo spopolamento delle aree interne”. La Cgil rileva che non va meglio in Sicilia per quanto riguarda il diritto alla salute, con una sanità pubblica sempre più fiaccata dalla mancanza di investimenti e di progetti adeguati per il rilancio del sistema pubblico (articolo 32) e riguardo al diritto all’istruzione (articolo 34), basti vedere le percentuali di tempo pieno rispetto ad altre aree del Paese. Tra i principi costituzionali per cui la Cgil scende in piazza la progressività del fisco, le pari opportunità nell’accesso agli uffici pubblici, la tutela dell’ambiente e dello sviluppo delle cultura e della conoscenza scientifica, il ripudio della guerra, i vincoli sociali e ambientali alla libertà d’impresa, la libertà di rappresentanza sindacale e la validità erga omnes dei contratti collettivi nazionali.
Gli interventi necessari
“Noi – afferma Mannino – non saremo in piazza solo per protestare e segnalare posizioni, ma soprattutto per chiedere interventi concreti a cominciare dal diritto al lavoro stabile, superando ogni forma di precarietà e sfruttamento. Vogliamo contribuire a determinare ‘ la via maestra’ per l’intero paese”. Per la Sicilia la Cgil chiede “un piano straordinario di assunzione di 30 mila giovani nella pubblica amministrazione. Di delineare un nuovo modello di sviluppo sfruttando le opportunità offerte dal Pnrr”. Il sindacato sollecita con la propria piattaforma misure per il diritto alla salute e per il diritto all’istruzione, nuove politiche energetiche e dell’industria inquadrate nei processi incalzanti di transizione ecologica. “Le nostre proposte riguardano tutti i settori produttivi e il welfare– dice Mannino- e mettono sempre al primo posto la tutela dei soggetti più fragili. Chiediamo di essere ascoltati dal governo nazionale e da quello regionale, chiediamo ai lavoratori e alle lavoratrici, ai siciliani tutti, di rendersi protagonisti di questa stagione di lotta che riguarda il futuro di tutti noi”.