“E’ necessario un approccio nuovo per affrontare una situazione eccezionale quale è l’emergenza economica scaturita dalla pandemia da Covid-19 e un diverso utilizzo delle risorse della cassa integrazione per far ripartire le imprese”. Ha dichiarato Leoluca Orlando, sindaco di Palermo e presidente dell’associazione dei comuni Anci Sicilia. “Utilizzare gli interventi di gestione delle crisi di tipo tradizionale, come quelli nel panorama delle tipologie degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro presenti nel nostro ordinamento – continua Orlando – non può essere più adeguato a far fronte alla crisi in atto. Il trattamento di integrazione salariale ha senso, infatti, solo se è limitato sia nello spazio che nel tempo”.
“Costerebbe meno dare mille e 200 euro per lavoratore”
Secondo Anci Sicilia bisogna quindi destinare maggiori risorse finanziarie alle imprese che utilizzino i lavoratori senza porli in cassa integrazione utilizzando tutti gli strumenti legislativi nazionali e regionali di cui disponiamo”. L’esempio è l’articolo 60 del decreto Rilancio prevede che le Regioni possano adottare misure di aiuto alle imprese per contribuire ai costi salariali dei lavoratori per evitare i licenziamenti con effetto già a partire da febbraio 2020. Secondo orlando “costerebbe, infatti, meno erogare un contributo di mille e duecento euro al mese, a ristoro della contribuzione a carico azienda e di una parte retributiva per ogni lavoratore mantenuto nel rapporto di lavoro che dare il trattamento di integrazione salariale per lasciare il lavoratore a casa senza lavorare”. Il tutto innanzitutto nei settori più colpiti come tutti i settori collegati ai flussi turistici (alberghi, ristoranti, agenzie di viaggio etc…) ed il settore dello spettacolo dal vivo (teatri, cinema, sport). “In un momento di crisi economica eccezionale- prosegue Orlando – abbiamo il dovere di utilizzare tutti gli strumenti per sostenere il tessuto produttivo del nostro Paese garantendo la dignità del lavoro e la salvaguardia delle diverse professionalità”, afferma.
Contratti di prossimità e cuneo fiscale
Per Anci Sicilia far ripartire l’economia italiana, e in particolare a quella del Mezzogiorno, “è indispensabile che le imprese riprendano la propria attività sostenendo un costo del lavoro in linea con la propria capacità produttiva e reddituale ed adeguata ad un mercato che non resterà più lo stesso”. Importante inoltre “che le imprese che mantengano i livelli occupazionali e laddove possano sostengano forme di welfare aziendale e forme di retribuzione legate al risultato e dello Stato che compensi almeno una parte del reddito perso dai lavoratori con politiche fiscali di riduzione del cuneo. Per esempio basterebbe applicare l’articolo 8 della legge 148 del 2011 ed i contratti di prossimità, con azione limitata nel tempo, ed integrare con dei bonus fiscale il reddito perso dai lavoratori a fronte della riduzione retributiva contrattata”, conclude il presidente dell’Associazione de Comuni siciliani.