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Cigd, Musumeci: “Chiedo scusa”. Invio pratiche “massivo”

La Regione cambia passo dopo le dimissioni del dirigente Vindigni: in due giorni le pratiche di cassa in deroga sarebbero raddoppiate. E il governatore attacca "iene e sciacalli"

“Voglio chiedere scusa ai lavoratori, e mi assumo per intero la responsabilità politica di quello che è accaduto”. Lo ha dichiarato pochi minuti fa il presidente della Regione Nello Musumeci, in merito al caos cassa integrazione in deroga. Le circa 40 mila pratiche, relative ad almeno 130 mila lavoratori, sono attualmente ferme secondo i dati ufficiali Inps a poco più di 5 mila. Uno stallo che, unito a una bozza di accordo sindacale per un incentivo da 10 euro a pratica per i 132 dipendenti della Regine che le stanno lavorando, ieri ha portato alle dimissioni del dirigente del dipartimento del Lavoro Giovanni Vindigni. In diretta via Facebook il governatore annuncia subito un cambio di passo: gli oltre 30 mila decreti da emettere verranno effettuati “entro la prossima settimana”. La novità era già emersa all’alba del 7 maggio: non più invii singoli ma “massivi”, secondo quanto riportato anche sul sistema di interscambio utilizzato dai consulenti per verificare lo stato delle pratiche con Inps.

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E Scavone annuncia: “6500 decreti cigd in due giorni”

Il conto delle pratiche già lavorate, e quindi pronte per essere decretate e inviate a inps, secondo quanto riferito dal presidente è di 24 mila e 700, su un totale di circa 40 mila: secondo il sito della Regione erano ieri poco più di 12 mila. “In teoria siamo oltre il 50 per cento, in pratica no, perché si devono fare altri due passaggi”, spiega Musumeci, ovvero l’emissione del decreto e la verifica da parte dell’istituto di previdenza. Ma il nodo della questione, ovvero l’invio delle pratiche in maniera singola e non “massiva” è secondo il governatore “un errore di cui ci si è accorti e che è stato risolto”. L’assessore al Lavoro Antonio Scavone ribadisce il concetto: “Siamo partiti con ritardo, forse ci sono stati problemi organizzativi e un sistema informatico approssimativo. Ma contestiamo al governo e all’Inps un sistema troppo burocratizzato”, e annuncia come negli ultimi due giorni, il 5 e 6 maggio, siano stati fatti “6 mila e 500 decreti” per la cassa in deroga, un totale che si aggiungerebbe ai 5 mila e 500 certificati da Inps nell’ultima comunicazione del 6 maggio.

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Il caso dei 10 euro a pratica: “In Sicilia iene e sciacalli”

Musumeci ha precisato che non sarebbe entrato nel merito della vicenda dell’accordo da 10 euro a pratica che ha portato alle dimissioni di Vindigni. “Non ne parliamo è stato un fuoco di paglia e l’accordo è stato sconfessato dagli stessi sindacati”, affermando però come in Sicilia “le iene e gli sciacalli sono particolarmente diffuse, c’è l’habitat adatto, e vi assicuro che andrò avanti fino in fondo per capire se c’è stata condotta dolosa nei ritardi. In questo caso qualcuno pagherà”. Ma più probabilmente, secondo Musumeci, potrebbe esserci stata “soltanto colpa del sistema informatico. Questa è una Regione che avrà un sistema informatico adeguato tra quattro cinque anni, stiamo tentando di realizzare quel che non avevamo nel più breve tempo possibile”. In merito a Vindigni “ha voluto responsabilmente tirarsi indietro, e tornerà a dirigere l’ufficio di Ragusa. Ma la colpa di quello che è accaduto è mia e solo mia, e stiamo tentando di recuperare nel più breve tempo possibile”, ribadisce il governatore. Per Scavone si tratta invece di una “polemica ingiusta e inverosimile” riferendosi ai 10 euro, in quanto “i lavoratori hanno lavorato sabato domenica e festivi senza chiedere e ricevere risorse ulteriori. I dipendenti non hanno mai chiesto risorse aggiuntive”. Le risorse, peraltro, “non sono disponibili”. E sui tempi dell’espletamento delle pratiche ipotizza di poter fare tutto “entro due settimane”, il doppio del tempo stimato dal governatore Musumeci.

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I cento milioni ai Comuni “arriveranno esauriti i fondi statali”

Musumeci interviene infine anche sul nodo dei 100 milioni destinati ai Comuni per gli aiuti alle famiglie, soldi provenienti da un “tesoretto” ricavato da fondi europei mai erogati secondo il piano della Regione varato ormai da oltre un mese. Musumeci spiega che i ritardi sarebbero dovuti a questioni normative e amministrative. Anzi, il presidente della Regione non parla neppure di ritardi. La prima tranche (30 milioni erogati dalla regione) “è già a disposizione dei comuni”. Ma per ora stanno utilizzando i fondi dello Stato, che ha varato una misura simile. “Quando finiranno”, dice Musumeci, i sindaci inizieranno ad attingere dai fondi regionali, destinando le risorse “anche ad altre finalità” rispetto a quelle inizialmente previste.

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Leandro Perrotta
Leandro Perrotta
Catanese, mai lasciata la vista dell'Etna dal 1984. Dal 2006 scrivo della cronaca cittadina. Sono presidente del Comitato Librino attivo, nella città satellite dove sono cresciuto.

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