Un grado centigrado in più.Soltanto uno, nell’arco diun quarto di secolo.Un dato apparentemente trascurabile, che invece potrebbescatenare, potenzialmente, eventi estremicome l’alluvione che nelle scorse settimane ha flagellato Valencia in Spagna, causando oltre 200 morti. È l’aumento delle temperature nel mar Mediterraneo,secondo uno studio degli istituti scientificiEnea e Ingv.“Nel 2023 le temperature hanno raggiunto il valore termico più elevato dall’inizio dellerilevazioni moderne,con un incremento della temperatura media superficiale dioltre 1°C in 25 anni“. Gli esperti hanno riscontrato “un progressivo aumento dal 2013 nel Tirreno meridionale, in estensione verso nord”, e allo stesso tempo “ilriscaldamento degli strati più profondi,fino a 800 metri”. Un tema, quello della “febbre” del Mediterraneo,connesso agli eventi estremi come quelli diValencia. “Verosimilmente c’è un impatto sulla frequenza di fenomeni temporaleschi di questa portata”, ha detto aFocuSiciliailmeteorologo Luigi Pasotticommentando l’episodio. Leggi anche –Clima, Palermo e Catania impreparate. Vulnerabili agli eventi estremi Lo studio dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie,l’energia e lo sviluppo economico sostenibile e dell’Istituto nazionale di geofisica e geovulcanologia è stato presentato in occasione dei25 anni dell’attività di rilevamento della temperaturadeimari Ligure e Tirreno.In particolare è stata monitorata “la tratta Genova-Palermo”, grazie al supporto di Gnv, “compagnia di traghetti delGruppo Msc“. Imponenti i mezzi utilizzati per scattare la“fotografia termica del Mediterraneo”,cioè per “prendere la temperatura” al mare. Le rilevazioni sono avvenute “in 100 campagne durante le quali sono state lanciateoltre tremila sonde,che hanno evidenziato anche unincremento degli strati più profondi(100-450 metri: +0,4 – +0,6°C; 450-800 m: +0,3 – +0,5°C)”. L’aumento maggiore è avvenuto “tra il 2013 e il 2016, quandoil riscaldamento è stato superiore a 0,4 °C“. Seguito negli anni successivi “da una leggera diminuzione e da un periodo stazionario”. Dal 2021la temperatura ha ripreso ad crescere,“fino al settembre 2023, quando ha raggiuntoil suo massimo“. Leggi anche –L’Italia perde terreno: 120 mila ettari di suolo cementificati in 16 anni Se come detto gli aumenti registratipossono sembrare modesti,gli esperti chiariscono chenon lo sono affatto.“Per indurre nel mar Tirreno l’aumento di temperatura misurato tra 2015 e 2023 nello strato tra 200 e 800 metri di profondità, sarebbe necessaria una quantità di energia pari adecine di volte il consumo di energia elettrica in Italiain un anno”. Occorre considerare anche “il breve arco temporale” degli aumenti, da confrontare con la serie storica delletemperature nell’area esaminata.Questa comparazione, spiegano i tecnici Enea guidati daFranco Reseghetti– oggi in pensione, ma artefice delle campagne di misurazione – “ècruciale per gli studi climaticiperché consente di valutarne l’evoluzione temporaleevidenziando le possibili variazioni”. In altre parole, permette di capire “se nel tempo c’è stato un riscaldamento o unraffreddamento lungo colonna d’acqua nella zona monitorata”. Informazioni fondamentali “per preservare la biodiversità e l’ecosistema marino“, sottolineano ancora i tecnici. Leggi anche –Clima impazzito, città a rischio: 175 eventi estremi in Sicilia in 12 anni Per quanto riguarda il futuro,le previsioni non sono rosee.“Le indicazioni dei modelli disponibili propendono per un possibile ulteriore aumento delletemperature delle acque.Ma la veridicità di tali previsioni potrà essereconfermata solo dalle misurazioni“, commentaSimona Simoncelli, ricercatrice dell’Ingv.Lo strumento migliore per valutare la situazione, insomma, restano i dati, che gli istituti scientifici continueranno a raccogliere, “a cominciare dallacentesima campagna previstaper il prossimo dicembre”, aggiunge la ricercatrice. Anche ipartner esterniintendono dare un “contributo fattivo” all’iniziativa. “L’obiettivo a lungo termine è quello di utilizzare i dati raccolti anche per una sempremigliore gestionedelle nostre navi. Ottimizzando, ad esempio, la manutenzione di scafi ed eliche”, affermaIvana Melillo, dirigente di Gnv.La prospettiva, aggiunge, è quella di allargare l’area delle misurazioni. “Auspichiamo, infatti, ci sia modo dirafforzare sempre di più questo progettoportandolo anche sulle altrerotte operate dalla nostra Compagnia“.
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