Le Comunità energetiche in Sicilia sono indispensabili per favorire la transizione ecologica e abbattere il costo della bolletta per pubblica amministrazioni e famiglie. Lo Stato ha previsto la possibilità che enti pubblici, imprese, condomini e abitazioni private possano costituire insieme delle Cer. In Sicilia sono appena una decina. Chi è nelle condizioni per farlo, potrà installare sistemi di generazione da fonte rinnovabile e accorgimenti di economia circolare da condividere. Lo scopo è l’autoconsumo, la cessione alla rete, il contrasto alla povertà energetica.
Nuovi contributi e un bando da 100 milioni
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza stanzia per le Cer 1,5 miliardi, il Dipartimento regionale all’Energia ha messo a disposizione dei Comuni già 5 milioni di euro. Questi fondi andranno alle famiglie che vogliano installare impianti fotovoltaici, attraverso contributi da 5 mila euro ciascuno. Con il duplice obiettivo di contrastare la povertà energetica e migliorare l’efficienza energetica degli edifici pubblici, lo stesso dipartimento Energia ha comunicato anche l’arrivo di un bando da 100 milioni di euro. Lo ha annunciato Calogero Giuseppe Burgio, dirigente generale, intervenendo al convegno sulle Comunità energetiche rinnovabili organizzato a Palermo da Unioncamere Sicilia.
Il circolo virtuoso delle Cer per i comuni siciliani
Il circolo virtuoso delle Cer porterà i Comuni a vendere energia per abbassarne il costo sul territorio. “Questi fondi serviranno ai singoli Comuni per costruire le Cer, realizzate su aree di minimo 15 mila metri quadrati. I contributi saranno a fondo perduto. I ricavi derivanti dalla produzione e vendita di energia da parte dei Comuni, stimati in 300 mila euro l’anno per ogni MW di potenza installata, e dagli incentivi statali, dovranno essere utilizzati dai sindaci per contrastare la povertà energetica e per acquistare sistemi di efficienza energetica utili agli edifici pubblici”. Per favorire l’attuazione della misura, il Dipartimento metterà a disposizione delle amministrazioni un portale all’interno della piattaforma della Consip.
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Pagliaro (Cnr Palermo): “Sicilia autosufficiente?”
Il dirigente di ricerca del Cnr di Palermo Mario Pagliaro ha calcolato che nel 2022 il numero di impianti fotovoltaici in Sicilia è cresciuto di 13 mila unità (+172 per cento sui 4.624 impianti del 2021) raggiungendo una potenza installata complessiva di 1,74 GW. L’Isola è la regione più irradiata nel Mediterraneo e potrebbe raggiungere la piena autosufficienza energetica impiantando sistemi fotovoltaici sui tetti di tutti gli edifici censiti. Si tratta di 1,7 milioni di immobili, di cui 1,4 residenziali. Con un impianto da 5kW su ciascuno, si otterrebbe una potenza addizionale di 8,8 GW. L’obiettivo assegnato dallo Stato alla Sicilia è di 10,30 GW addizionali di rinnovabili entro il 2030, dunque basterebbe solo il fotovoltaico residenziale per risolvere il problema. “Se il governo regionale e l’Ars vorranno favorire al massimo la diffusione delle rinnovabili, dovranno varare una legge sulla transizione energetica – ha dichiarato Pagliaro -. La Sicilia è una delle poche Regioni a non essersene ancora dotata”.
Una mappa delle Comunità energetiche in Sicilia
Il presidente Unioncamere Sicilia, Giuseppe Pace, ha ricordato che l’ultimo “Rapporto energia e clima” del Gse conta Comunità energetiche in Sicilia solo a Brancaccio e Blufi per Palermo, Acate e Marina di Ragusa in provincia di Ragusa, Sortino e Ferla in provincia di Siracusa, Messina (due impianti) per una produzione annua di circa 650 GWh. “Unioncamere Sicilia – ha concluso la segretario generale, Santa Vaccaro – con il progetto “Transizione energetica”, finanziato dal Fondo perequativo 2021-2022 di Unioncamere nazionale, intende favorire la costituzione di organismi provinciali fra più enti istituzionali che facciano da collante tra la Regione e i Comuni. Per raggiungere questo obiettivo, serve condividere le informazioni e creare una sinergia che faccia sì che l’utilizzo degli incentivi statali e regionali sia canalizzato attraverso un unico sistema di istituzioni, enti, ordini professionali, università e centri di ricerca, per fare in modo che i sindaci, i cittadini e i liberi professionisti possano avere a disposizione una assistenza uniforme nel territorio”.