fbpx

Concerti al Teatro di Siracusa, c’è chi dice no. Lettera all’Unesco

I concerti al teatro di Siracusa starebbero danneggiando il teatro stesso. Sarebbero troppe le occasioni in cui si utilizza il teatro così, al naturale deterioramento per le condizioni ambientali, si aggiungono i danni antropici. Ecco perché alcune associazioni siracusane hanno scritto all'Unesco "per valutare la congruità dell’attuale uso del Teatro con le esigenze della tutela"

I concerti al teatro di Siracusa starebbero danneggiando il teatro stesso. Non solo i concerti in realtà, ma tutte le rappresentazioni artistico culturali starebbero deteriorando la pietra con cui è costruito: calcarenite tenera e porosa. Sarebbero troppe le occasioni in cui si utilizza il teatro così, al naturale deterioramento per le condizioni ambientali, si aggiungono i danni antropici. È troppo per le associazioni siracusane Associazione italiana di cultura classica, Generazioni future, Natura sicula, Minerva, Sicilia antica, Italia Nostra, Agorà, Primavera floridiana, Nuovi segni, Collegio siciliano di filosofia e Rete euro mediterraneo della conoscenza. Per questo hanno preso carta e penna e scritto all’Unesco, di cui il teatro di Siracusa, insieme alla città antica che comprende Ortigia, ne è patrimonio dal 2005. Di seguito la lettera inviata.

La composizione del teatro e l’intrinseca fragilità

Le sottoscritte associazioni denunciano la grave condizione di rischio in cui versa il Teatro Greco di Siracusa a causa dell’impatto antropico indotto dall’uso eccessivo del monumento come contenitore teatrale, incompatibile, per durata e modalità, con l’attuale stato di conservazione. Com’è noto, il Teatro è scavato in una calcarenite tenera e porosa. Un ”fango carbonatico litificato di origine marina che presenta una porosità molto elevata dal 20 al 30 per cento” secondo la definizione del prof. Lorenzo Lazzarini, esperto petrografo dell’Università di Venezia, che ha lanciato ripetuti allarmi sullo stato del monumento. È quindi per sua stessa natura destinato a un deterioramento più rapido di quello che incombe su altri monumenti simili ma ricavati in materiali più resistenti (Teatro di Taormina, Anfiteatro di Verona). Le vicende storiche (il monumento è stato per alcuni secoli sede di mulini ad acqua, con conseguente continuo ruscellamento di acqua su tutta la cavea) e le condizioni ambientali (le escursioni termiche, l’erosione eolica, la vegetazione) già di per sé generano una situazione di intrinseca fragilità, che si rivela nella percepibile accelerazione del processo di degrado naturale. A questo si aggiunge, con effetti disastrosi, l’uso che oggi si fa del monumento.

Leggi anche – Musei e parchi: un anno d’oro con oltre tre milioni di visitatori

Attività sempre più intensa

L’utilizzazione del Teatro, iniziata nel 1914 con la prima rappresentazione classica curata dal Comitato che sarebbe diventato, nel corso dei successivi decenni, l’attuale Fondazione I.N.D.A., è andata progressivamente aumentando, in durata e intensità. Inizialmente prevista per poche rappresentazioni nell’arco di un solo mese, e soltanto ogni quattro anni, ha subito un’intensificazione esponenziale da quando la Regione è subentrata allo Stato nella tutela e gestione del patrimonio culturale. Da poche rappresentazioni si è passati a rappresentazioni giornaliere. Da un mese di svolgimento a più di due mesi, dalla cadenza quadriennale a quella biennale e infine, negli anni novanta, alla cadenza annuale. Così anche per le scenografie: da pochi elementi leggeri e facilmente manovrabili si è passati ad istallazioni sempre più impegnative e pesanti. Per di più vengono montate e smontate praticamente ogni giorno per la durata di due mesi, dal momento che le diverse opere rappresentate si alternano giornalmente, con effetti di pesante e continuo attrito.

Leggi anche – Teatro Massimo di Palermo, nel 2022 oltre 70 produzioni e 2,5 milioni di ricavi

Perché no ai concerti al Teatro di Siracusa

Negli ultimi anni, al ciclo delle rappresentazioni classiche sono stati aggiunti altri spettacoli, che hanno ulteriormente allungato il periodo d’uso. Di conseguenza il Teatro, se da un lato è sottoposto a un impatto antropico intensissimo, dall’altro è di fatto sottratto alla sua naturale fruizione in quanto monumento, rimanendo per più di sei mesi (quest’anno diventeranno quasi otto) occultato dalla copertura lignea che ne avvolge cavea ed orchestra. Anno dopo anno, le voci che si sono levate a difesa del Teatro, per limitarne lo sfruttamento e per richiederne perizie serie finalizzate alla progettazione di consolidamento e restauro sono rimaste inascoltate. Quest’anno l’assalto ha fatto un ulteriore salto di qualità. Nella terza edizione di Siracusa Stelle al Teatro greco di Siracusa, salutata dagli organizzatori come ‘una stagione da record’ sono stati realizzati 12 concerti di musica leggera, rock e pop (5 l’altr’anno) e registrate 52mila presenze. Tra decibel, spettatori di tipologia ben diversa da quella degli abituali estimatori delle tragedie classiche e la copertura protratta nel tempo i danni alla fragile struttura ossea del monumento rischiano di essere enormi.

Le gestione del teatro e le responsabilità politiche

Tutto questo è stato reso possibile, oltre che dalla cecità di amministratori locali (ansiosi di compiacere quella parte della città che vede nel massimo sfruttamento del Teatro una risorsa – a costo zero – per incrementare il richiamo turistico), dal contestuale esautoramento, da parte del Governo Regionale, della Soprintendenza e della Direzione del Parco Archeologico per quanto attiene alla tutela in relazione all’uso. Una speciale normativa della Regione Siciliana ha istituito un’apposita commissione (“Commissione Anfiteatro Sicilia”) interna agli Assessorati Beni Culturali e Turismo, cui è affidato il compito di vagliare e selezionare le richieste di concessione d’uso dei teatri antichi della Regione. Già la composizione della Commissione denuncia la precisa volontà di sottrarre autorità agli ordinari organismi di tutela. I membri sono di nomina politica (il curriculum di ciascuno degli attuali componenti dà conto della loro competenza specifica più di qualunque commento) e ai lavori partecipa il Direttore del Parco di volta in volta interessato, in funzione consultiva e senza diritto di voto.

Leggi anche – Turismo a Siracusa, “prenotazioni da record” per gli albergatori

Valutare la congruità dell’attuale uso

Allo stesso Direttore del Parco, una volta ricevuto il decreto di approvazione degli spettacoli, non resta che l’obbligo di emanare l’atto formale di concessione. In tutto il procedimento, di fatto, nessuna figura di specifica competenza professionale (archeologo) o istituzionale (Soprintendente) ha diritto di intervento, il che già di per sé configura quanto meno un’anomalia sotto il profilo giuridico. Sulla base di quanto sopra rappresentato, considerata la grave situazione di pericolo che incombe sul monumento, si chiede a codesto Ufficio, nell’ambito della funzione di controllo che può e deve esercitare sullo stato dei beni oggetto di Dichiarazione Unesco, di voler intervenire per valutare la congruità dell’attuale uso del Teatro con le esigenze della tutela, per come prescritto dalla normativa nazionale vigente e ribadito dalla stessa “Carta di Siracusa per la conservazione, fruizione e gestione delle architetture teatrali antiche”.

- Pubblicità -
Redazione
Redazione
Business, Lavoro, Ambiente, Legalità e Sicurezza. FocuSicilia ha l'obiettivo di raccontare i numeri dell'isola più grande del Mediterraneo. Valorizzare il meglio e denunciare il peggio, la Sicilia dei successi e degli insuccessi. Un quotidiano che crede nello sviluppo sostenibile di una terra dalle grandi potenzialità, senza nasconderne i problemi.

DELLO STESSO AUTORE

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Social

25,010FansMi piace
712FollowerSegui
392FollowerSegui
679IscrittiIscriviti
- Pubblicità -

Ultimi Articoli