Consorzi cercasi: rintracciare Dop e Igp è una caccia al tesoro

Chi conosce la Sicilia sa che una delle
piaghe dell’isola sono i collegamenti. Per chi non la conosce, lo
impara subito, componendo un semplice numero di telefono. Sì perché
quando si parla di collegamenti non ci sono solo strade e voli aerei,
ma anche siti web e indirizzi. Raggiungere organi istituzionali
preposti a fornire informazioni che aiutino a raccontare una terra
ricca e generosa, impegnata a valorizzare i suoi prodotti, non è
sempre semplice. Neppure quando di mezzo c’è uno dei simboli della
regione: il cibo. Il ministero delle Politiche Agricole elenca trenta
Dop e Igp siciliane: molte si sono dotate di consorzi di tutela del
marchio. Ecco cosa succede quando si prova a contattarli. Ad oggi, tra le trenta Dop e Igp
siciliane, ce ne sono alcune che non hanno consorzi di tutela alle
spalle. È il caso del Cappero di Pantelleria Igp, del Fico d’India
dell’Etna Dop, del Fico d’India di San Cono Dop e della Pescabivona
Igp. La mancanza di organizzazioni promozionali e di tutela sono il
sintomo della sfiducia nella realtà consortile, sentimento comune a
gran parte del Sud Italia. In alcuni casi, tale spirito si percepisce
anche laddove i consorzi ci sono. Perché esistono ma sono scatole
vuote o realtà in estinzione. È il caso dell’olio Valdemone Dop e
Valle del Belice Dop. L’Uva da Tavola di Mazzarrone Igp, l’Uva da
Tavola di Cavalcanti Igp, l’Olio Valli Trapanesi Dop e il Salame
Sant’Angelo di Brolo Igp. Hanno il loro consorzio, ma non un sito
web. Poi c’è chi il sito ce l’ha, anche carino, ma vuoto. È il caso
del Consorzio per la tutela della Carota Novella di Ispica Igp. Alla
pagina contatti compare questa simpatica immagine. Tra i numeri di telefono dei trenta
consorzi siciliani, due risultano inesistenti. In alcuni casi è
fornito un numero di cellulare assieme a un fisso: per l’Uva da
tavola di Canicattì il riferimento personale risulta inesistente,
mentre il fisso è attivo. Il sito del Consorzio per la tutela della
Pesca di Leonforte Igp presenta un numero fisso inesistente, ma
riporta anche il cellulare attivo del presidente Carmelo Salamone,
pronto a rispondere. Per altri sette consorzi, alla telefonata non ha
fatto seguito alcuna risposta. Tra le mail e i moduli di contatto utilizzati per arrivare a dialogare con i consorzi siciliani, quattro indirizzi hanno dato origine alla risposta automatica “l’indirizzo risulta inesistente o non può ricevere email”. Undici consorzi su trenta hanno un modulo di contatto sul sito, a cui scrivere per chiedere informazioni. Tra questi c’è il Consorzio del Cioccolato di Modica Igp. Per raggiungere l’organizzazione la strada è stata ancora più tortuosa del solito. La mail generica fornita dal sito internet è inesistente o ha la casella piena. Non c’è alcun riferimento telefonico per raggiungere un portavoce del consorzio. Solo tramite il suggerimento di un associato si giunge a ottenere la mail del presidente, a cui però non segue alcuna risposta. Leggi anche–L’economia del pistacchio: tutti i numeri del Bronte Dop La Sicilia consortile vanta anche
qualche eccellenza. Il consorzio per la tutela del Pomodoro Pachino
Igp ha risposto ai messaggi di contatto inviati via mail dopo 11
minuti dall’invio e con tutte le informazioni richieste. Il Distretto
Agrumi di Sicilia, che sovrintende anche alla tutela del Limone
Interdonato Messina Igp, è stata l’unica realtà a inviare una
risposta di futuro contatto al modulo inviato tramite il sito. Tutti
gli altri, alla mail di contatto hanno fatto seguire un profondo
silenzio. È bene citare, poi, due casi specifici tra quelli
raggiunti: la cooperativa Pandittaino e la Sosalt. La prima si occupa
del marchio Pagnotta del Dittaino Dop, mentre la seconda azienda è
la produttrice principale del Sale Marino di Trapani Igp. In questo
caso, chi produce e commercializza si occupa anche della tutela del
marchio, con numeri di telefono ricettivi e strutturati. Si può
scegliere l’ufficio di competenza e parlare con la figura più adatta
alle proprie esigenze. Ma anche in questo caso, le mail sono rimaste
senza risposta. L’indagine è stata condotta sulle trenta Dop e Igp riportate nell’Elenco delle Denominazioni Italiane, iscritte nel Registro delle denominazioni di origine protette, delle indicazioni geografiche protette e delle specialità tradizionali garantite diffuse dalMinistero delle politiche agricole alimentari e forestali. Il primo contatto è stato fatto tramite l’invio di una mail in cui si richiedevano i riferimenti dei portavoce delle organizzazioni. In un secondo momento si è passati a contattare i numeri di telefono rintracciati online. C’è la possibilità che l’operatore fosse assente nel momento della telefonata o che l’ufficio fosse chiuso. In molti casi questi consorzi non sono attivi tutti i giorni, ma solo in alcuni giorni della settimana e momenti della giornata. Teniamo anche in considerazione l’idea che la mail inviata possa essere finita nello spam e quindi mai visualizzata. Pertanto rimaniamo a disposizione di chiunque desideri dimostrarci che i propri mezzi tecnologici funzionano.