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Coronavirus, tutta Italia in quarantena: i nuovi divieti

Il governo ha deciso di uniformare le regole per contenere il Covid-19 a tutto il territorio italiano. Vietati ovunque assembramenti e spostamenti

“Dobbiamo fare tutti e subito la nostra parte”. Con queste parole il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ampliato l’area di quarantena all’intero Paese. Niente zona rossa o arancione ma un’Italia definita “zona protetta”. Il decreto è in vigore dal 10 marzo.

Cosa cambia per gli spostamenti

Secondo quanto detto da Conte, verranno estese le stesse norme adottate in Lombardia e in 14 province del Nord Italia. Il provvedimento che ha causato il fuggi fuggi da Milano e dintorni parlava di spostamenti da “evitare”. Non c’è quindi un divieto assoluto, né si fa riferimento a precisi vincoli territoriali (di città, zona o provincia). L’assenza di un divieto assoluto non vuol dire però libertà di circolazione. Saranno consentiti solo gli spostamenti per “comprovate ragioni di lavoro, casi di necessità e motivi di salute”. Farà fede l’autocertificazione: chi intenda muoversi deve preparare un modulo in cui spiega le ragioni dei suoi spostamenti. In caso di falsa dichiarazione, si rischia fino a tre mesi carcere. Pensare di creare un cordone attorno alla Lombardia, aveva detto il ministro della Salute Roberto Speranza, era impensabile. A maggior ragione lo è presidiare un Paese intero. Sarà più semplice presidiare stazioni e aeroporti. Stando a quanto accaduto nel Nord Italia in queste ore, chi dovesse prendere un treno o un aereo, prima di salire a bordo dovrà fornire l’autocertificazione. Nel caso delle strade e della circolazione automobilistica, ci saranno controlli a campione, con una maggiore attenzione sulle principali arterie. Anche in questo caso, l’unico modo per viaggiare è l’autocertificazione che dichiari i motivi dello spostamento.

Scuole e ristoranti

Sono bastate poche righe: non è servito dettagliare oltre le misure perché sono state ampliate a tutto il territorio nazionale i provvedimenti già adottati per le zone attualmente più esposte. Vietati anche gli assembramenti. Chiuse palestre e proibite le manifestazioni sportive, allenamenti compresi. Prolungata ovunque anche la chiusura di scuole e università almeno fino al 3 aprile. I trasporti pubblici locali dovrebbero proseguire. Nelle ormai ex zone “arancioni”, i locali come bar, pub e ristoranti hanno il permesso di restare aperti, ma non oltre le 18 e a patto di far rispettare “la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”. In caso contrario si procederà alla “sospensione dell’attività”. 

Nozze, funerali e ospedali

Il decreto che dal 10 marzo è esteso a tutte le regioni non permette “accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale d’attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso”. Bandite anche le cerimonie: niente battesimi, funerali e matrimoni. Poche ore prima l’intervento di Conte, il ministro per i Rapporti con le Regioni, Francesco Boccia, aveva parlato di una “progressiva omogenizzazione delle regole su tutto il territorio nazionale”. Non c’è stata progressività ma una copertura totale.

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Redazione
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Business, Lavoro, Ambiente, Legalità e Sicurezza. FocuSicilia ha l'obiettivo di raccontare i numeri dell'isola più grande del Mediterraneo. Valorizzare il meglio e denunciare il peggio, la Sicilia dei successi e degli insuccessi. Un quotidiano che crede nello sviluppo sostenibile di una terra dalle grandi potenzialità, senza nasconderne i problemi.

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