In Sicilia la Corte dei Conti nel 2022 ha potuto contare su un organico di otto magistrati all’interno della Procura generale regionale presso la sezione giurisdizionale. Il problema è che l’organico ne prevede 12, segnando un tasso di scopertura del 42 per cento. Secondo quanto contenuto nella relazione del presidente Pino Zingale – a sua volta presidente di sezione con funzione di Procuratore generale -, pubblicata oggi in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2023, si tratta di appena un pubblico ministero ogni 685 mila residenti in Sicilia. Ovvero i sette pm contabili – sei sostituti più il vice Procuratore generale – devono vigilare ognuno su 388 pubbliche amministrazioni. E tanto meglio non va per i giudici: nella sua relazione il presidente della Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Sicilia, Vincenzo Lo Presti, segnale come a fronte di un organico al completo di undici magistrati, ovvero un presidente, un presidente aggiunto e nove giudici, al momento ne manchino tre, per un tasso di scopertura del 27 per cento.
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I numeri della sezione giurisdizionale
Le pesanti scoperture d’organico non sembrano aver influito sui risultati della Corte dei Conti per la Sicilia: le sentenze emesse nel 2022 sono state 911. Di queste, 104 riguardano la responsabilità amministrativa nei confronti di 301 amministratori, dipendenti pubblici o privati legati da rapporti con la pubblica amministrazione. E soprattutto, le condanne sono arrivate a 17 milioni e 387mila euro. I dati, illustrato nella relazione del presidente Lo Presti questa mattina a Palermo, vengono completati dal numero di giudizi in materia di contabilità pubblica al 31 dicembre 2022, 135 contro i 127 dell’inizio dello stesso anno. A questi si aggiungono 626 giudizi pendenti in materia pensionistica (erano 1.128 a inizio 2022). Aumentano sensibilmente invece i conti giudiziali: al 1 gennaio 2022, risultavano pendenti in Sezione n. 29.219 conti giudiziali, e nel corso dell’anno ne sono pervenuti 9.807. Ne sono stati definiti solo 2.771, portando il totale a 36.255. Numeri che più di tutti portano Lo Presti ad auspicare ” il completamento dell’organico della Sezione sia per fronteggiare le giacenze tuttora esistenti e le notevoli sopravvenienze in materia di conti giudiziali, sia per consentire una più rapida trattazione dei giudizi pensionistici per i quali in Sicilia si concentra circa il 20 per cento del contenzioso nazionale”.



I numeri della Procura regionale
Considerazioni simili anche per Zingale, che nella sua relazione auspica il completamento di un organico ancora più sofferente – alla carenza di magistrati si aggiunge quella di personale amministrativo, attualmente con 28 unità su 43 “di diritto”, poi salite a 31 a metà anno -, anche al fronte di un aumento di denunce nel 2022. Sono pervenute infatti alla Procura della Corte dei Conti siciliana 10.790, ma per queste è stata aperta istruttoria solo in 1.032 casi. Una cospicua parte perviene da denuncianti privati con una percentuale del 14 per cento, mentre il 7 per cento viene da fonte anonima. Il 33 per cento proviene dal settore della Giurisdizione ordinaria. La maggioranza relativa 3.678, sono invece trasmissione di delibere di riconoscimento di debito fuori bilancio. Infine le segnalazioni di danno trasmesse dalle amministrazioni, nonostante gli obblighi di denuncia connessi, costituiscono una limitata parte del flusso totale (5 per cento dalla Regione e 12 per cento dagli enti locali).
L’attività di controllo sui miliardi del Pnrr
Una considerazione a parte viene dedicata nella relazione di Zingale al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il grande piano di investimenti pubblici prevede infatti 72,84 miliardi di “spesa” a livello nazionale, di cui circa il 10 per cento in Sicilia secondo i dati presenti al 17 febbraio 2023 in Regis, il sistema sviluppato dalla Ragioneria generale dello Stato per il monitoraggio e la rendicontazione dei progetti Pnrr. Secondo il Procuratore regionale “si tratta di importi rilevantissimi che, oltre ad attrarre, come è quasi naturale, l’interesse della criminalità organizzata, potrebbero anche fallire l’obiettivo se non tempestivamente impiegati, attesi i termini rigorosi imposti dall’Unione Europea per il loro concreto utilizzo”. L’attività di controllo già nel 2023 e fino al 2025 impiegherà quindi moltissimo la Corte dei Conti, con 120 provvedimenti legati al Pnrr da esaminare nel periodo, “ovvero circa 30 per ogni anno”. E, scrive Zingale “va segnalato al riguardo che, finora, non sono pervenute a questa Procura significative segnalazioni in ordine ad eventuali illeciti riconducibili ai fondi del Pnrr”.