“Nonostante il fatto che da domenica scorsa siano disponibili 3,2 miliardi di euro nella Cassa regionale, frutto del ‘faticoso’ riaccertamento dei residui, la Regione continua a non pagare le imprese edili”. Lo scrive in una nota Ance Sicilia. “Ad oggi, infatti, risulta che solo il dipartimento Infrastrutture, come annunciato dall’assessore Marco Falcone, abbia emesso mandati di pagamento, mentre in tutti gli altri sembra non muoversi nulla. A quanto si apprende”, proseguono i costruttori edili siciliani, “si attenderebbe la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto sui riaccertamenti, nonostante sia pubblicato sul sito istituzionale della Regione siciliana dalla mattina del tre agosto scorso. Se le cose stanno così, è un problema che al dipartimento Infrastrutture non si sono posti e che rimarca la persistenza di una burocrazia di vecchio stampo oramai non più al passo con i tempi”.
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Ritardi preoccupanti per le imprese
“E anche questa mattina non è stato pubblicato in Gurs”, scrive ancora Ance Sicilia, “Dunque, quanto tempo occorrerà a questi uffici per predisporre ed emettere i mandati di pagamento, adesso che scattano le ferie? Cosa manca affinché chi ne ha l’autorità vada in questi uffici a verificare chi fa cosa e per quale motivo le pratiche continuano a stare ferme dopo otto mesi? Ance Sicilia auspica che ciò avvenga prima che le imprese sopravvissute al Covid muoiano di burocrazia”. “In Sicilia ci sono due mondi”, prosegue l’associazione, “quello reale, fatto di lavoro, rispetto delle regole e del prossimo, ma anche di disagio che nel tempo diventa disperazione e sofferenza; e un altro mondo, quello della Regione, che gira al contrario, e nel quale tutto va così bene al punto che il grido di dolore delle imprese strozzate dai debiti neanche arriva a sfiorare le orecchie di chi ci vive. Ma Ance Sicilia tallonerà senza tregua questi beati signori, fino a quando non faranno ciò per cui sono pagati”.
I costruttore rubano gli operai