Dal basilico “I-tech” alla Trinità: gli Oscar Green 2019
Mettere a frutto il proprio talento in sinergia con la propria terra, la Sicilia, e non solo. È questo lo spirito che anima i giovani imprenditori premiati durante la finale regionale degli Oscar Green 2019 di Coldiretti. La cerimonia, tenutasi al parco botanico Radicepura di Giarre, in provincia di Catania, ha premiato cinque realtà che hanno fatto rifiorire attività di famiglia o hanno messo a frutto reti umane e antichi saperi. Fabio Bono (nella foto) ha 29 anni e ha creato la sua azienda, rilevando una piccola parte dell’attività di famiglia e coltivando il suo “Basilico I-tech”, punto d’incontro tra tecnologia e agricoltura. Ha costruito una serra idroponica dove coltivare principalmente basilico in “floating system”. Questo particolare sistema di coltivazione utilizza pannelli di polistirolo, che galleggiano in vasche con una soluzione nutritiva. Il vantaggio più importante è un risparmio attono al 90 per cento di acqua rispetto alle colture tradizionali. In più, aumentano le rese rispetto alle coltivazioni a terra. Ogni vasca – l’azienda ne ha 10 – produce circa 170 chili di basilico. Quella di Rossella Scollo è una storia
di ritorno. Dall’Australia ha scelto di tornare in Sicilia per
salvare la mandola della Trinità dall’estinzione. Laurea in lettere
e filosofia, la 34enne insegnava in nell’altro emisfero. Ma la forte
nostalgia e la voglia di impegnarsi in qualcosa che facesse la
differenza, facendo crescere l’identità territoriale siciliana, l’ha
spinta di nuovo verso la sua terra. Tornata a Monterrosso Almo (in
provincia di Ragusa) la scelta è stata quella di produrre
un’antichissima varietà di mandorla, la “cuvia femminella”,
rarissima e rintracciabile solo in microclimi vulcanici e montani,
proprio come l’appezzamento di terra ereditato, a ridosso del monte
Lauro, un vulcano non più attivo. Rossella ha adottato il metodo
tradizionale di coltivazione, che consiste nel ricavare il
portinnesto dalla semina di tre mandorle amare. Il nome di questa
cultivar si rifà proprio a questo numero, il tre, collegato al
concetto religioso di Trinità. A germogliatura fatta, la piantina
più forte diventerà il portinnesto della varietà desiderata. In
questo modo avviene una selezione naturale degli alberi più
resistenti ai patogeni locali, creando così un mandorleto più
longevo. Accanto a lei, Rossella ha suo marito, uno chef australiano
che realizza corsi di cucina a base di mandorle e antiche ricette. Andrea Scuto ha sempre avuto a cuore la
tutela per l’ambiente. L’amore per la natura e la sua terra ha spinto
questo 27enne di Catania a dedicarsi alla produzione di origano. Il
suo progetto si chiama “La mamma è sempre la mamma” e fa
riferimento al fatto che tutte le sue 30 mila piante di origano
derivano tutte da un’unica pianta, cresciuta spontaneamente nelle
campagne limitrofe all’azienda che si trova a Carlentini.
L’obiettivo che il giovane imprenditore si è posto si basa su due
principi fondamentali: la qualità e il mantenimento dell’ecosistema.
Per raggiungere il primo obiettivo, la raccolta e il post-raccolta
sono fatti a mano, per mantenere l’integrità. Segue l’essiccazione
all’ombra, per ridurre al minimo la degradazione dei composti
aromatici. La lotta agli afidi è realizzata con sistemi bio: viene
usato il cardo per attirare gli insetti e proteggere l’origano. Michele Ricupero ha basato la sua
attività su uno stretto legame tra territorio, ambiente, storia e
cultura. L’imprenditore trentenne di Canicattini Bagni, in provincia
di Siracusa, è specializzato nella produzione di olio d’oliva a cui,
grazie al recupero di un sapere antico, ha aggiunto quella di olio di
iperico. Noto come elisir della pelle, questa sostanza è un potente
cicatrizzante ottenuto dalla macerazione dei fiori freschi
dell’Hypericum perforatum (o erba di San Giovanni) con olio di
oliva, chiuso in contenitori di vetro ed esposti al sole per un mese.
Nella macerazione i fiori cedono all’olio i carotenoidi, contenuti
nel fiore, e i flavonoidi (ipericina, rutina, quercetina e
iperoside). Usato da sempre contro ustioni, eritema solare e macchie
della pelle, è consigliato anche contro i segni provocati dall’acne
e contro i dolori articolari. Zappano, seminano, piantano, raccolgono
e vendono direttamente i loro ortaggi al mercato Campagna amica
insieme a 4 immigrati minori non accompagnati. Sono i degenti del
dipartimento di Salute mentale dell’Asp di Caltanissetta. Lavorano
in un’azienda agricola confiscata alla mafia e risorta grazie a
Luca Cammarata, di San Cataldo. Il progetto si chiama Orto Matto e
vive della sinergia tra un imprenditore, l’associazione Tam Tam e
l’Asp di Caltanissetta. Lavorano insieme da tre anni, realizzando una
filiera di benessere e azione sociale. I minori arrivano dal Centro
Africa e intrattengono il rapporto con la clientela al Mercato, in
modo da apprendere un lavoro e inserirsi in società. Dall’anno
prossimo l’associazione potrà lavorare in un altro bene confiscato
alla mafia e quindi, continuando il progetto, si spera di far
diventare quello che ora appare come straordinario, un momento di
ordinario lavoro. Gabriele Butticè è il più giovane
imprenditore premiato dagli Oscar Green 2019 di Coldiretti. Ha solo
22, ma ha già creato un’azienda dedicata alla produzione di fiori,
ortaggi e melograno, frutto su cui ha fortemente scommesso. L’azienda
si trova a Serradifalco, in provincia di Caltanissetta. Lui,
diplomato in ragioneria, ha scelto di non continuare gli studi per
dedicarsi alla campagna. Vende i suoi prodotti nei mercati Campagna
Amica e ha iniziato a creare nuovi posti di lavoro sul territorio.