L’Italia avrebbe potuto avere un Pil in crescita dello 0,6 per cento e invece “il repentino aumento dei contagi da Covid-19 intorno al 20 febbraio ha drasticamente cambiato il quadro macroeconomico”. Lo si legge nel Documento di economia e finanza approvato dal Consiglio dei ministri. Le stime nel Def sono pesanti. Il Pil reale si contrae, il deficit sale del 10,4 per cento e il debito pubblico supera i 155 punti per cento. Approvata anche la relazione alle Camere per chiedere l’autorizzazione allo scostamento di bilancio, pari a 55 miliardi di euro.
L’effetto del “cigno nero”
Che la situazione economica fosse davvero in crisi a causa della diffusione del Covid-19, definito “il cigno nero” nel Def, era evidente. Lo hanno evidenziato tante volte le realtà aziendali, praticamente di ogni categoria. E, stime alla mano, nei primi due trimestri dell’anno il Pil scenderebbe prima di 5,5 punti percentuali e poi di 10,5. Crescerebbe invece nella seconda parte dell’anno di 9,6 e 3,8 per cento. Su base annua le stime sono negative di 8,1 punti percentuali. Una “contrazione del Pil senza precedenti” che il governo spiega “per circa un terzo” con “la caduta del commercio internazionale di beni e servizi e per la rimanente parte dalle politiche di distanziamento sociale e dai cambiamenti nei comportamenti dei consumatori a livello nazionale”.
Famiglie e lavoro
Crolleranno i redditi da lavoro dipendente (-5,7 per cento) per poi crescere di 4,6 punti l’anno prossimo. Ad andare giù saranno soprattutto i consumi. La spesa delle famiglie dovrebbe superare i sette punti percentuali. E in un contesto negativo per l’economia italiana crescerà la disoccupazione.”Peggiora nel 2020 all’11,6 per cento e recupererà parzialmente all’11,0 per cento nel 2021″. Il lavoro agile comunque dovrebbe aiutare la tenuta dei livelli occupazionali. A pagare il prezzo più alto stagionali e dipendenti a termine.
Semplificazione e digitalizzazione
Le parole chiave del Def per la ripartenza sono semplificazione e digitalizzazione. Sono previsti interventi “sia di natura temporanea ed eccezionale”, “sia volte a costruire una disciplina a regime ampiamente semplificata”. L’obiettivo è “accelerare subito la ripartenza economica riducendo gli oneri amministrativi e semplificando il regime dei controlli”, ma anche seguire i “criteri di qualità della regolazione e di più agevole e sicura attuazione da parte degli amministratori pubblici, con tempi certi”.