Diabete di tipo 2: in Sicilia più di 300mila casi. L’allarme dei medici
Sono più di 300 mila i casi didiabete di tipo 2 in Sicilia. Il dato è emerso nel corso dell’evento“La pandemia diabete t2. Dai modelli organizzativi, alle criticità gestionali, alle nuove opportunità di cura”, organizzato a Palermo. Un sostegno aimalatipotrebbe arrivare dalla spesa di7 miliardi di europer la creazione di una “rete medica” che riunirebbe tutti gli specialisti di cui ha bisogno ilmalato. Il 7 per cento dei siciliani ha ildiabete Mellito, i costi assistenziali sono arrivati al10 per cento dell’intera spesa sanitaria pubblica. “L’obiettivo è di completare il“Progetto IGEA”, che metterebbe a disposizione di tutti gli specialisti idatiche riguardano ilpaziente. Il fondo da utilizzare garantisce7 milioni di euro” ha spiegatoVincenzo Provenzano, Presidente nazionale SIDMO. “Progetto IGEA” snellirebbe le procedure a carico dei medici. “La vera sfida della Sicilia e dell’intero sistema sanitario italiano resta proprio ladigitalizzazione. SIDMO ha già un piano che riguardal’organizzazione della cura del diabete in Sicilia. Siamo convinti che dargli seguito metterebbe ordine anche nell’organizzazione, nel “chi fa cosa, come, quando”. La diabetologia regionale cambierebbe in una fase in cui in Sicilia si registra ildoppio della mortalità per diabetee unapercentuale più alta di complicanze”. “Con quasi340 mila siciliani colpiti dal diabete, l’incidenza del diabete Mellito èraddoppiata negli ultimi vent’anni. Oggi in Sicilia circa il 7 per cento della popolazione soffre di questa patologia:un’epidemia silenziosae in costante crescita, con costi assistenziali che sono arrivati al10 per cento dell’intera spesa sanitaria pubblica”, ha evidenziato ilPresidente Regionale SID e Dirigente medico c/o UOC Endocrinologia AOUP Policlinico Università degli Studi di Palermo, Felicia Maria Pantò. PerSalvatore Corrao, Past President AMD, Regione Siciliana, “la situazione epidemiologica inItaliae inSiciliaè in continua crescita. Lecriticitàriguardano l’organizzazione attorno alpaziente, il quale ha una serie diesigenzeche non sono solo più quelle del controllo dellaglicemia. Anche i nuovi provvedimentiterapeuticiche abbiamo a disposizione permettono di controllare lealterazioni cardiologiche, lealterazioni renali, ma questi pazienti hanno anche la necessità di uncontrollo multidimensionalecon particolare attenzione alcaregiver, visto che diventano sempre più anziani”. “In un periodo cruciale come questo – ha spiegato ilVice Presidente Commissione Sanità dell’ARS, Calogero Leanza– ritengo fondamentale orientare ilsettore sanitarioverso una prospettiva incentrata sullaprevenzione. La qualità delsistema sanitarioè intrinsecamente legata allacapacità di prevenire le patologiee promuoverestili di vitasalutari. Nell’affrontare la complessità della pandemia diabete tipo 2, èimperativoun impegno concreto nellasensibilizzazionee nell’adozione di pratiche preventive. Investire inprogrammi educativi, promuovere laconsapevolezzae sostenere iniziative che favoriscanostili di vita salubrisono pilastri essenziali per costruire unasocietà più sanae resiliente”.