Diabete, i bambini rischiano di più: poco dinamici e in sovrappeso. Il caso Sicilia

I bambini rischiano diammalarsi di diabetee in Sicilia più che nel resto d’Italia. Si tiene ogni 14 novembre la giornata mondiale del diabete, un momento di sensibilizzazione su questa malattia che diventa ancora più importante se pensiamo che i bambini ne soffrono sempre più. Vanno così incontro a gravi conseguenze, compreso ilrischio di amputazioniemorte.Le cause deldiabete di tipo 1che colpisce i più piccoli non sono ancora state scoperte, ma secondo gli esperti possono incidere l’alta percentuale di obesità infantile, (che in Sicilia tocca il 14 per cento) e disovrappeso(22,6 per cento). Nonché la scarsa tendenza almovimento,con quasi il 60 per cento delle persone sopra i tre anni che non praticano alcuna attività fisica. Sono i dati delreport 2023 diIbdo Foundation, organizzazione specializzata nella ricerca sul diabete. Secondo gli esperti, la Sicilia “è una regione con unaprevalenza dell’obesità infantile e del diabete superiori rispetto alla media nazionale“. I dati generali non sono confortanti. Nel 2022 sono stati 365 mila i siciliani diabetici. Il 7,6 per cento della popolazione totale, contro una media nazionale del 6,6 per cento.Dato più che doppiorispetto alDuemila(3,7 per cento), quando l’Isola scendeva sotto il dato italiano (3,8 per cento). Leggi anche –Diabete, incidenza doppia e 7 morti al giorno in Sicilia. Sensori per tutti Il diabete, spiega l’Istituto superiore di sanità, “è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) e dovuta a un’alterata quantità o funzione dell’insulina”. Si distingue in due categorie, tipo 1 e tipo 2, diverse percause, età di insorgenza, sintomatologia e cura.Ildiabete di tipo 1, o diabete infantile, “riguarda circa il 10 per cento delle persone con diabete e in genere insorge nell’infanzia o nell’adolescenza.Il pancreas non produce insulinaa causa della distruzione delle cellule che producono questo ormone: è quindi necessario che essa venga iniettata ogni giorno e per tutta la vita”. Quanto aldiabete di tipo 2, “è la forma più comune e rappresenta circa il 90 per cento dei casi di questa malattia. Il pancreasè in grado di produrre insulina,ma le cellule dell’organismonon riescono poi a utilizzarla“. La cura, scrivono i tecnici dell’Iss, punta sulla prevenzione, in particolare “nell’applicazione di unostile di vita adeguato, dagliaspetti nutrizionaliall’esercizio fisico“. Leggi anche –La medicina “di genere” per migliorare la salute e risparmiare denaro Secondo i tecnici di Ibdo Foundation i dati siciliani indicano “una velocità di crescita della patologia nel decennioparticolarmente marcata“. A dirlo sono i numeri, a partire daltasso di mortalità,“marcatamente superiore al dato nazionale”. Per ipazienti maschi,nel 2021 si sono registrati 60,1 morti ogni 100 mila abitanti, contro una media italiana di 38,7. Per lepazienti donne,si sono registrate 45,6 morti ogni 100 mila abitanti, contro una media nazionale di 27,5. A confermare la tendenza sono anche idati farmacologici. In Sicilia, nel 2021, sono state consumate 85 DDD (Defined daily dose, dose definita giornaliera, ndr) ogni mille abitanti, contro una media nazionale di 61 DDD. “L’Isola conferma di essere tra le regioni con ilmaggior consumo difarmaci per il diabete, sia pure dopo la Calabria (85 DDD ogni mille abitanti)”. In controtendenza leospedalizzazioniper diabete con complicanze. In Sicilia sono 14 ogni 100 mila abitanti, in Italia 20. Leggi anche –Sanità e autonomia differenziata: per la Sicilia la strada è tutta in salita Il tema delleospedalizzazioniè strettamente legato allagestione della malattiae quindi aprevenzione e informazione.Lo dimostra l’alto tasso di ricoveri per diabete non controllato. In Sicilia sono 7,8 ogni 100 mila abitanti, dato leggermente superiore a quello nazionale di 7,3 casi ogni 100 mila abitanti. Trascurare la malattia può avere conseguenze drammatiche. Il report dà conto delleamputazioni degli arti inferiori nel pazienti. In Sicilia si sono registrati 10,5 casi ogni 100 mila abitanti, dato leggermenteinferiore alla media italianadi 10 casi ogni 100 mila abitanti. Anche una patologia apparentemente blanda, avvertono gli esperti, può avereeffetti gravi.“Se non trattati adeguatamente, questi piccoli focolai possono espandersi fino alla cancrena e allanecessità di amputare le dita o il piede o la gamba“, si legge sul sito delministero della Salute, che ricorda come il diabete sia “la prima causa di amputazione degli arti inferiori di origine non traumatica”. Leggi anche –Metà dei siciliani sedentari: intesa Regione-Coni per l’attività motoria Lo studio di Ibdo Foundation ricorda lalegislazione regionalein tema di diabete. “Nel 2013 il governo ha approvato unPiano Nazionale sulla malattia diabete(Pnd) che definisce obiettivi, strategie, linee guida e priorità”. L’obiettivo è evitare che la malattia possa arrivare alle estreme conseguenze, provocando al pazientedisagi, amputazioni o persino la morte.“Il Piano Nazionale si concentra sulla prevenzione, la diagnosi precoce, la patologia e lagestione delle complicanze, e il miglioramento dei risultati, attraverso l’adozione diprogrammi di gestione integratadelle malattie a livello regionale”. Oltre a seguire la legislazione nazionale, conclude il report, la Regione siciliana ha fatto un passo in più. “Il Piano è stato implementato conDecreto 1112/2013dell’assessorato della Salute”. Con questo provvedimento è stato istituita laCommissione regionale per il diabete in età evolutiva,oltre a essere individuati iCentri regionali per la diabetologia pediatrica.