Dighe in Sicilia. 18 invasi su 22 con poca acqua. Il piano di gestione delle acque

Dalrischio siccitàall’acqua razionata. Le dighe inSiciliasono a secco – o con volumi indrastico calo– in18 invasi su 22. Ad eccezione delladiga di Lentini, provvista di90 milioni di metri cubi di acquache non possono, però, essere utilizzati perdifettimeccanicidell’opera e“caro bolletta”. Alla mancanza di acqua vanno aggiuntereti colabrodo, infrastrutture spesso non collaudate, manutenzione poco efficace. L’alga tossica. I costi di quel che viene definito oggi “oro blu” sono alti. Richieste che sembrano andare proprio in contraddizione con il servizio offerto dall’autorità di Bacino del Distretto Idrograficodella Sicilia e in parte anche dai privati. Il mese di gennaio del 2024 rappresenta il punto di partenza per il prossimo futuro. Il governo Schifani ha infatti approvato l’aggiornamento delPiano di gestione delle acqueper il periodo 2021-2027. Il documento, predisposto proprio dall’Autorità di bacino, nello scorso mese di ottobre aveva già ottenuto il via libera del governo nazionale. Il Piano di gestione delle acque è lostrumentocon il quale si individuano le misure per raggiungere gliobiettivi comunitaridi qualità delleacque. Include le azioni da condurre per garantire unagestione sostenibilein termini quantitativi e qualitativi delle risorse idriche. Leggi anche –Emergenza siccità in Sicilia, Cgil, Cisl e Uil chiedono chiarimenti alla Regione Ad un quadro da tempo complesso si è aggiunta l’attuale, grave,mancanza di acqua. Le disponibilità all’interno delle dighe in Sicilia è calata di oltre16 milioni di metri cubiin 30 giorni tranovembreedicembre 2023. L’autorità di Bacino regionale ha deciso così dirazionare l’acquaprima in 40 e poi in 50 comuni dellaSicilia centro-occidentale. Un ruolo determinante lo giocherà anche l’approvazione di unariforma dei consorzi di bonificaefficace. Leggi anche –Dighe in Sicilia: fango e sprechi. Non è tutta acqua quella che luccica Ladiga di Pozzillo(fiume Salso) è ai minimi storici. L’invaso ha una capacità di150 milioni di metri cubi d’acqua, ma attualmente ne contienemeno di 4 milioni. La situazione appare critica perché l’acqua serve perirrigaree produrreenergia elettrica. Attualmente la diga di Pozzillo registra circa lo stesso andamento del 2020-2021, quando l’invaso conteneva quasi5 milioni di metri cubi d’acqua. I volumi 2022-2023 sono invece rimasti bassi fino a febbraio per poi salire fino a40 milioni di metri cubi da marzo a luglio. Infine il crollo prolungato da agosto ad ottobre che ha svuotato l’invaso. In emergenza anche ladiga Fanaco(fiume Platani) nel palermitano. I volumi registrati dall’autorità di Bacino sono vicini ailivelli minimidel 2021-2022. Da8 milioni di metri cubi d’acqua dello scorso anno, oggi se ne contano4 milionisu una capacità complessiva di 26 milioni di metri cubi. Leggi anche –Acqua, pronto il Piano idrico regionale da quasi 850 milioni di euro Per ladiga di Cimia(fiume Cimia) a Niscemi, nel nisseno, è stata chiesta a novembre l’irrigazione straordinaria. L’acqua è utilizzata per irrigare e sono stati gli agricoltori a domandare un intervento per permettere, appunto, di far arrivare flusso ai campi. Lo scorso agosto il governo regionale ha autorizzato uno stanziamento da9 milioni di euro (Poc 2014-2020)per lavori utili alloscarico di fondo, interventi per losfangamentoe lamanutenzione delle paratie. Nel 2024 l’emergenza resta. Dal 1 ottobre al 30 settembre il flusso idrico ha toccato il livello più basso di sempre. Vicino ai2,5 milioni di metri cubisu una capacità di9 milioni. Dalla diga di Cimia arriva acqua siapotabileche a scopoirriguo. Leggi anche –Siccità: mai così poche piogge dal 1921 in Sicilia. Crisi per foraggio e agrumi Due delle dighe checontengono più acquain Sicilia non possono essere sfruttate a pieno regime. È il caso delladiga Leonee delladiga di Lentini. Per la diga Leone (fiume Verdura) a Sciacca resta il problema dell’alga tossica. Scoperta già la scorsa estate. Da allora non è stato risolto e la soluzione attuale è – in ipotesi – evitare l’irrigazione a pioggiaper far si che l’acqua non entri incontattocon le piante. Oltre la tossicità dell’acqua, durante questo anno idrologico, gli agricoltori della zona saccense dovranno fronteggiare il calo dei volumi nell’invaso. E stanno già protestando. L’anno 2022-2023 è iniziato con un picco a dicembre, con volumi però da 4 milioni di metri cubi, ma si è concluso con un crollo fino a 2,5 milioni dovuto alla siccità prolungata nei mesi da aprile ad ottobre. Leggi anche –Acqua, Sicilia bocciata. Dalle reti-colabrodo ai cittadini spreconi Quello delladiga di Lentiniè un vero paradosso. Anche qui l’autorità di Bacino regionale ha registrato un calo, ma comunque con volumi attuali pari a80 milioni di metri cubi di acqua. Gli agricoltori e le associazioni dei coltivatori chiedono soluzioni da tempo. Per ultimo lo ha fattoCia Sicilia Orientale. L’acqua resta nella diga per un’avarianei mezzi di sollevamento e anche per il problema del “caro bolletta”. L’ormai oro blu viene ceduto alle aziende a costi altissimi. Quindi si fa ricorso ai pozzi privati. Nell’anno idrico 2022-2023, a giugno, nella diga di Lentini i volumi hanno raggiunto anche il massimo volume autorizzato. Leggi anche –Siccità, 95 milioni di mc in meno nelle dighe siciliane. “Ma non è emergenza” Tra le associazioni di categoria che sono intervenute ancheColdiretti Sicilia.Chiedeinterventie unariforma efficace dei consorzi di bonifica siciliani. “Stiamo cercando di fare leva – spiega il presidenteColdiretti CataniaAndreaPassanisi– sulla concretizzazione di una riforma che generi efficienza”. Passanisi spiega che lo scorso anno le dighe in Sicilia si sono anche riempite, ma migliaia di metri cubi d’acqua sono andati persi a causa delle cattive condizioni della rete idrica. “Nel 2023bombe d’acqua e precipitazioni hanno riempito gli invasi, ma le condotte sono cosìvecchieche a pressione maggiorescoppiano. L’acqua non arriva o arriva solo ai primi utenti e non agli ultimi. Parliamo di20 chilometri di rete di distribuzione obsoleta“. La riforma in cui spera Coldiretti prevede unariorganizzazione amministrativaed unaprogrammazione economicadi lungo periodo. “Siamo allo step finale, quello che ci interessa è una buona gestione e buona programmazione. Non possiamo chiedere un miracolo contro ilcambiamento climatico. Non possiamo sperare che piova.Il comparto agricolo paga un servizio che fa davvero acqua da tutte le parti. È eclatante – ha ammesso il presidente etneo di Coldiretti – e questo problema non lo affrontiamo da oggi. Da oltre 20 anni i consorzi di bonifica sono commissariati, non viene portata a termine la programmazione. Abbiamo regole europee che ci chiedonorisparmio di risorse naturali. Nel 2024 la Sicilia non può vivere una condizione di spreco di acqua per cattiva gestione amministrativa”.