Un piano integrato della Regione che guardi al tema della disabilità e non autosufficienza nella sua complessità, mettendo a regime gli interventi necessari e le relative risorse per garantire inclusione e diritti di cittadinanza a tutti i soggetti interessati, dai più giovani ai più anziani, e supporto adeguato alle famiglie: lo sollecita la Cgil Sicilia, che oggi ha presentato la piattaforma di proposte e richieste elaborata assieme alle categorie Funzione pubblica e Spi. La costruzione del piano in questione, per la Cgil, “deve coinvolgere non solo soggetti istituzionali e parti sociali, ma anche il mondo dell’associazionismo e del terzo settore”.
Critiche ai provvedimento della Regione siciliana
Primo destinatario del documento del sindacato è il governo della Regione che finora “ha messo in campo provvedimenti frammentari, spesso sull’oda dell’emergenza – ha detto Francesco Lucchesi, segretario confederale Cgil Sicilia – non dando risposte adeguate, in una regione dove i disabili sono il 6 per cento della popolazione e dove la non autosufficienza costituisce un’emergenza sociale con oltre 13 mila disabili gravissimi e tremila gravi e nella quale i livelli essenziali delle prestazioni sociali non vengono garantiti”. Il documento della Cgil, oltre sul diritto alle cure e all’assistenza sanitaria si concentra sui diritti al lavoro, allo studio, alla vita sociale, alla partecipazione democratica”. “Siamo impegnati per la costruzione di un welfare universale e di qualità- ha detto Franco Cangemi, responsabile del dipartimento disabilità della Cgil regionale-con gli obiettivi della garanzia dei diritti per tutti, a partire dai soggetti più fragili”.
Servizi integrativi nelle scuole
Tra i problemi emersi quello dell’assistenza igienico-sanitaria agli studenti con disabilità grave. Per la Cgil “i servizi integrativi e migliorativi devono essere strutturali ed erogati a partire dal primo giorno di scuola”. Cosa che attualmente non accade. Succede invece che si tenti la riduzione delle ore, come è accaduto a una studentessa di Agrigento per decisione del Libero consorzio, la cui famiglia ha fatto ricorso alla magistratura contro l’ente vincendo la causa. Oppure che si cerchi di affidare queste mansioni a partire Iva- osserva Cangemi – cosa che metterebbe in discussione l’esigibilità dei servizi e quindi il diritto all’istruzione”. “Noi chiediamo che si avvii un processo di internalizzazione di questi servizi”, ha detto il segretario generale della Fp Sicilia, Gaetano Agliozzo sottolineando la “ quantità enorme di risorse che il Pnrr mette a disposizione dei Comuni per progetti di inclusione sociale”. La segretaria generale dello Spi Sicilia Maria Concetta Balistreri ha rilevato che “da qui al 2041 ci sarà un 67 per cento in più di maschi ultraottantenni e un 55 per cento in più di femmine. Una grande fetta di popolazione- ha sottolineato- per la quale occorre giocare d’anticipo. Oggi in Sicilia per non autosufficienti non ci sono servizi sociali. Ci sono temi come l’assistenza domiciliare, l’assistenza sociale integrata, i servizi e le misure di sostegno su cui occorre lavorare”.
Quasi un milione i disabili nelle liste di collocamento
Quanto al diritto al lavoro dei disabili “ci sono 952 mila uomini e donne in Italia nelle liste di collocamento – ha affermato Nina Daita, responsabile del dipartimento disabilità della Cgil nazionale – che non riescono a trovare lavoro. Gli sgravi e gli incentivi alle imprese non stanno producendo grandi effetti e il Decreto lavoro è deludente sotto questo profilo. Moltissimi disabili rischiano peraltro di restare esclusi dall’assegno di inclusione, visti i criteri individuati. Differenziando tra disabili gravi e disabili gravissimi- ha osservato Daita. si crea una disparità della quale stiamo verificando la legittimità. Alla congerenza stampa è intervenuto anche il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, sottolineando che “l’autonomia differenziata non farebbe che acuire i problemi sul tappeto, allargando il gap con il resto del Paese”.