In meno di cinque anni sono stati bonificati 65 siti – sette in Sicilia – mentre le sanzioni dovute all’Ue per procedure di infrazione sono scese a cinque milioni di euro ogni sei mesi e potrebbero ridursi a tre milioni di euro una completato l’iter, attualmente in corso, che farà uscire dal contenzioso altri sette siti. La prospettiva è quella di completare il lavoro entro il 2024, ma vanno aggiunte anche altre quattro discariche pre-esistenti e la messa in sicurezza della discarica romana di Malagrotta, la più grande d’Italia e d’Europa. Una situazione che sta migliorando nel tempo. Basti pensare che nel 2014, in tema di bonifiche, pendeva già un contenzioso europeo con sanzioni per quasi 47 milioni di euro da pagare ogni sei mesi a causa di 200 discariche abusive. Nel 2017 erano 81 i siti ancora da bonificare – nove in Sicilia – e a provvedere fu chiamata l’Arma dei Carabinieri. Il governo nazionale affidò l’incarico di commissario unico per la bonifica delle discariche al generale Giuseppe Vadalà.
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In Sicilia nove siti, il più grande ad Augusta
“Dagli anni ’70 agli anni ’90 – ricorda Vadalà – non si sapeva dove collocare i rifiuti solidi urbani, non c’era una normativa nazionale, le direttive europee stavano per essere promulgate, la massa di rifiuti aumentava e non c’era ancora un modus operandi per smaltirla regolarmente. Con una decretazione d’urgenza, si diede la possibilità ai sindaci di collocare i rifiuti in siti che a volte venivano scelti bene, a volte meno bene. Alla fine risultarono migliaia i siti censiti dal Corpo forestale e ne rimasero 200 che non avevano proprio la necessaria idoneità per poter essere utilizzati. Molte volte si trattava di valloni in montagna, o ad esempio una banchina del porto a Chioggia. Erano tutte discariche improvvisate”. Per questo fu necessario avviare una bonifica di tutti questi siti, che in Sicilia erano nove, il più grande ad Augusta, nel campo sportivo, “da anni bloccato e posto sotto sequestro perché costruito sulla cenere di pirite del vicino Petrolchimico”, spiega Vadalà. Il commissario è convinto che il sito possa uscire dal contenzioso l’anno prossimo, al momento “lo stiamo mettendo in sicurezza – dice – mentre resta Cerda (in provincia di Palermo), su cui stiamo ancora lavorando”.

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Negligenza negli appalti e fenomeni di infiltrazioni
“Abbiamo trovato a volte negligenza – spiega il commissario – a volte invece è mancata la capacità di condurre bene gli appalti, altre volte abbiamo incontrato corruzione o fenomeni di infiltrazione criminale, che sono stati segnalati. Accanto alla nostra azione amministrativa, quella di affidare bonifiche a stazioni appaltanti e Rup (Responsabili unici del procedimento) capaci, che noi seguiamo e aiutiamo, un’altra azione è quella della prevenzione”. A gennaio 2018 è stato firmato un protocollo col ministero dell’Interno che garantisce una sicurezza totale dell’appalto e dei fondi: l’assegnazione avviene attraverso le white list, liste di ditte ‘pulite’, ma anche attraverso la sorveglianza dei sub appalti ai fornitori. “Là si deve stare attenti – evidenzia Vadalà – perché molte volte rientrano in un secondo momento azioni di corruzione o criminalità che prima erano state escluse”. La squadra del commissario vede impegnati 13 militari dell’Arma che lavorano con 50 stazioni appaltanti, divise tra quelle di piccoli Comuni e quelle nazionali.

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Diminuire la quantità di rifiuti in discarica
Il commissario ha potuto contare su una finanziamento di 150 milioni di euro per le attività di bonifica e messa in sicurezza dei siti. “Finora per 65 siti sono stati spesi 30 milioni – dichiara Vadalà – e ben venga se ci sarà modo di restituire nel 2024 fondi allo Stato”. Intanto, il fenomeno delle discariche e del corretto smaltimento del rifiuti resta di grande attualità. “Bisogna costruire un sistema virtuoso di gestione dei rifiuti – conclude il commissario – da costruire negli anni, con azioni degli operatori e dei cittadini e che faccia perno su alcuni elementi: gli impianti, la raccolta differenziata, la diminuzione della quantità di rifiuti che dipende dal sistema industriale ma anche da tutti noi. Voglio ricordare poi le isole ecologiche: più ce ne sono, più sono aperte durante il giorno e meno rifiuti troveremo nelle strade. Essendo aumentata la popolazione, ormai giunta a otto miliardi, è inevitabile produrre più rifiuti. Dobbiamo però diventare più bravi a fare queste azioni: differenziare e riciclare per diminuire il conferimento in discarica”.