Con decreto del 25/09/2024, ilDipartimento Ambiente della Regione Sicilianaha rilasciato il provvedimento autorizzativo unico regionale (PAUR) per il progetto di ammodernamento dell’impianto di Bellolampo: il progetto prevede l’inserimento di una sezione di biodigestione anaerobica della frazione organica, finalizzata allaproduzione di biometano e compost di qualità.Nonostante la lentezza della burocrazia (sono stati necessari quattro anni affinché RAP presentasse la proposta e due anni e sei mesi per ottenere le autorizzazioni dalla Regione), finalmente lacittà di Palermodisporrà di un impianto utile e necessario per la gestione integrata dei rifiuti. Ciò consentirà di avviare latrasformazione della discarica di Bellolampo in una piattaforma tecnologica per l’economia circolare. L’impianto dibiodigestione anaerobica,che sarà realizzato in project financing dalla società Asja, avrà una capacità di trattamento di60 mila tonnellate all’anno di frazione organicaproveniente dalla raccolta differenziata e18 mila tonnellate all’anno di residui da potature della città di Palermo.Da questi materiali verranno prodotti 14.500 tonnellate di compost di qualità e 5.267.000 Sm3 di biometano all’anno. Per garantire la piena operatività e la massima capacità dell’impianto, la città di Palermo dovrà quadruplicare, entro il prossimo anno, laraccolta della frazione organica, attualmente ferma a 14 mila tonnellate annue.Questo obiettivo richiederà necessariamente, e non più procrastinabile, l’avvio della raccolta differenziata porta a porta in tutta la città, comprese le utenze commerciali(come i servizi di ristorazione). “Questi sono gli impianti di cui abbiamo bisogno perliberarci dai rifiuti e dalle discariche, contribuendo alla decarbonizzazione.Sono impianti che rendono del tutto inutili gli inceneritori, costosi e inefficaci, voluti da Schifani”, afferma Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia. “Mentre il presidente della Regione ottiene poteri straordinari e chiedederoghe a vincoli di presidio della legalità– come quelli previsti dal codice degli appalti – per accelerare la costruzione degli inceneritori, al contrario, gli impianti per il riciclo e a supporto della raccolta differenziata incontrano ostacoli burocratici e normativi. Questi ritardi, quando non addirittura impedimenti e definanziamenti, ostacolano ilraggiungimento degli obiettivi di riduzione e riciclostabiliti dalle direttive europee e dalla strategia nazionale per l’economia circolare”. Un esempio significativo è rappresentato dagliimpianti di biodigestione anaerobica di Mazzarrà Sant’Andrea,proposto dalla SRR Messina Area Metropolitana, o quello diSan Filippo del Mela,di proprietà di A2A, entrambi al centro di lunghe controversie con la Regione. Anche l’impianto di compostaggio diCalatafimi Segestaha subito ritardi, così come l’impianto di biodigestione previsto a Catania, proposto dallaSRR Catania Area Metropolitana,che rischia di essere escluso dai finanziamenti FESR.
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