Energia green, la concorrenza alla Cina parte da Catania con 3Sun e St
“Qui si sta delineando il più grande polo industriale green, e digitale, d’Italia. E forse d’Europa”. Esordisce così il ministro delle Imprese e del Made in ItalyAdolfo Ursonel corso della sua visita allafabbrica 3Sun,descrivendo le potenzialità della cosiddetta “gigafactory” di proprietàEnelnellazona industriale di Catania.Un investimento da 700 milioni di euro – tra risorse di Enel, dell’Innovation Fund e del Pnrr – quello che porterà alla realizzazione della fabbrica, che raggiunge un miliardo considerando anche i costi operativi. Oltre allafabbrica di pannelli fotovoltaiciche pochi giorni fa ha ospitato anche la presidente del ConsiglioGiorgia Meloni,il riferimento è naturalmente aST Microelectronics,anche questa come Enel Società “partecipata dallo Stato”, ha ricordato il ministro. Obiettivo dichiarato, farne unasset strategicocontro laconcorrenza “sleale” cinesein un attore fondamentale per lo sviluppo europeo e la realizzazione delGreen Deal.Secondo le parole di Urso, l’investimento catanese servirà quindi, da subito, a combattere lestrategie commerciali aggressivedelle aziende della Repubblica popolare cinese, “che in Germania sono già state protagoniste di dumping, ovvero aggredire il mercato con prezzi bassissimi per uccidere la concorrenza. Per poi rialzare i prezzi”. Una strada diautarchianell’energia green che,come già detto da Meloni, servirà a emanciparsi dalladipendenza energetica da altri Paesi,evitando quanto successo recentemente con laRussiaper quanto riguarda il gas. Il tema sarà peraltro, il prossimo 8 aprile a Parigi, al centro di un secondo incontro trilaterale con Francia e Germania. “Il precedente trilaterale dello scorso anno ha già portato alla stesura delregolamento europeo sulle materie prime critiche, che sarà emanato a ottobre”, ha detto il ministro Urso. Sulla produzione di pannelli fotovoltaici la strategia italiana è la stessa. E come ricordato dall’amministratore delegato di EnelFlavio Cattaneosi tratta di una strategia necessaria, non a caso già applicata negliStati Uniti. “Gli Usa”, ricorda l’Ad di Enel, “hanno due due tipi diincentivo fino al 50 per cento contribuzione.Sono incentivi legati alla qualità, ma anche divieti all’uso di silicio realizzato con manodopera minorile”. Attraverso questi incentivi, “gli americani hanno bloccato alcuneintemperanze asiatiche dal lato dell’offerta”.Complessivamente, la situazione dell’energia resta di grande incertezza. Per questo il ministroUrsoe la stessa presidenteMeloni, nel corso delle loro visite alo stabilimento etneo, hanno sottolineato l’esigenza di correre ai ripari. “Speriamo che lanuova Commissioneche si insedierà dopo le elezioni Europee e i Governi dell’Unione riconoscano questaesigenza dell’industria dei popoli europei“, ha concluso Cattaneo.