“La Sicilia può dare un aiuto importante al Paese sul fronte dell’energia. Oltre ad un totale di potenza elettrica già installata di circa 7.948 MW (Idrico 743, Eolico 1.871, Fotovoltaico 678, Termico 4.655) e una capacità di implementazione sostanziale avanzata, l’Isola, in questo delicato momento, può anche offrire importanti riserve e capacità di immediato approvvigionamento delle fonti fossili, sebbene queste siano destinate nel medio-lungo periodo ad essere sostituite”. Lo sostengono la Cgil e la Filctem siciliane che aggiungono: “Perché le enormi potenzialità dell’Isola si dispieghino- sostengono la segretaria regionale Cgil Gabriella Messina e il segretario generale della Filctem Giacomo Rota – occorre però che il governo regionale apra davvero le porte e avvii un confronto trasparente con aziende, territori e sindacato, chiarendo in primo luogo gli obiettivi del proprio piano energetico e i progetti che vuole realizzare”.
Investimenti e lavoro
Per Cgil e Filctem “il mutato scenario, con la guerra in Ucraina, impone di stringere i tempi e di superare la prassi del confronto a compartimenti stagni, coinvolgendo tutti gli attori, il cui contributo può essere determinante per puntare agli obiettivi dell’ aumento della produzione, delle opportunità, degli investimenti e del lavoro”. A meno che “non si voglia continuare ad inseguire le emergenze con tutte le drammatiche conseguenze che ciò comporta. Si apra subito dunque il confronto- sottolineano Messina e Rota- sulle prospettive future e sull’utilizzo del potenziale energetico posseduto. La Sicilia – concludono-può essere laboratorio di un grande progetto energetico con tutte le aziende, a cominciare da Terna, con i territori e il sindacato per definire obiettivi, investimenti, autorizzazioni, lavoro, occupazione”.