Energie rinnovabili, Sicilia a rilento. Legambiente: “Obiettivi 2030 lontani”

Di questo passo la Sicilia “non potrà raggiungere gli obiettivi climatici al 2030”. Lo sostieneTommaso Castronovo, presidente diLegambiente Sicilia, che oggi ha presentato a Palermo l’edizione 2024 del report sulle energiegreen“Scacco matto alle rinnovabili”. “Al 2030 dovremmo avere10,38 GW di nuova potenza installatasolo in Sicilia. Nel2023 abbiamo installato circa 571 MW di impianti da fonti rinnovabili, di cui 422 MW di fotovoltaico e 149 di eolico”, dichiara a FocuSicilia Castronovo. Numeri che fanno arrivare la potenza rinnovabile totale installata in Sicilia a 4,7 GW, di cui il 4,4 GW fra fotovoltaico ed eolico. In Italia le nuove installazioni hanno raggiunto i5.677 MW. Leggi anche –Green economy, in Sicilia male i rifiuti, bene le rinnovabili. 36mila aziende verdi Passi troppo timidi per raggiungere l’obiettivo dato dalGreen Deal europeo. Gli sforzi “dovrebbero essere triplicati e mantenuti per i prossimi sette anniper contribuire alla decarbonizzazione”. Infatti, l’88 per cento di impianti fotovoltaici installati in Sicilia, ha una classe di potenza inferiore ai 12 kW, eil 99 per cento è sotto 1 MW, vale a dire che su 100.770 impianti installati sono 140 quelli di taglia superiore ad 1 MW, dei quali solo cinque superano la classe di potenza di 10 MW. “È paradossale che, nella nostra regione,oltre il 70 per centodella produzione lorda di energia elettrica lorda sia generata da impianti da fonti fossili – dichiara Tommaso Castronovo -. In questi anni, intere comunità e territori sono stati avvelenati da produzioni industriali inquinanti,da Priolo a Gela, e oggi abbandonati ad un futuro incerto da un governo nazionale e regionale che si è dimenticato delle bonifiche e della necessità di riconvertire le aeree industriali in poli dell’innovazione ecologica”. Leggi anche –Il più grande impianto fotovoltaico d’Italia in provincia di Catania L’isola fa meglio con le autorizzazioni di nuovi impianti:nel 2023 tra eolico e fotovoltaico la Regione ha autorizzato oltre 3 GW. Importante il primato della Sicilia sul fotovoltaico: più della metà dei progetti fotovoltaici a livello nazionale è stata autorizzata nella nostra regione, nella quale,tra il 2019 e il 2023, è stato autorizzato il 25 per cento circa dei progetti presentati. Ma autorizzare non significa costruire e spesso i progetti rimangono su carta. “La Sicilia – dichiara Castronovo – è una delle regioni che negli ultimi anni si è allineata al rilascio delle autorizzazioni,il problema è tradurre le autorizzazioni del dipartimento energia in nuovi impianti”. Secondo il presidente regionale dell’associazione del cigno, si fatica a realizzare questi impianti perché non c’è una cabina di regia “che riesca a determinare lo sviluppo ordinato di queste fonti rinnovabili nella nostra regione”. Leggi anche –Rinnovabili, senza infrastrutture energia “bloccata” in Sicilia Nel 2024 in Sicilia c’è una nuova storia simbolo di blocco alle energie rinnovabili, che coinvolge a doppio filo la Sovrintendenza dei beni culturali di Agrigento e gli Enti locali. Parliamo delparco eolico Portella, che dovrebbe sorgere nella provincia girgentina,tra i Comuni di Montevago e Santa Margherita Belìce. Il progetto di questo impianto prevede sette turbine da 6 MW depotenziate a 4,28 MW, per un totale di potenza installata di 30 MW. “Ci si oppone alla realizzazione del parco – sostiene Castronovo – perché convinti che quell’area abbia già dato abbastanza. In realtà non è proprio così: non si può pensare di ritenere le proprie aree sature di impianti da rinnovabili quando in realtà la superficie agricola utilizzabile per gli impianti rinnovabili è occupata allo 0,12 per cento in Sicilia”. Leggi anche –Energie rinnovabili: sole, vento e vulcani, ma nessun primato in Sicilia Secondo l’associazione ambientalista, come si legge nel report presentato oggi, “la Sovrintendenza, pur non avendo rilievo vincolante,ha già ribadito la sua contrarietà, senza però dare riscontro alle deduzioni approfondite presentate dalla Società proponente dopo il primo diniego”.Per Legambiente il progetto è localizzato in aree prive di vincoli, infatti, sarebbero alcune opere di connessione ad interferire con beni tutelati. Ma si tratterebbe di opere interrate o insistenti su strade già asfaltate. A queste criticità si aggiungono quelle delle Amministrazioni locali che contestano il fatto che le turbine del parco, essendo depotenziate, potrebbero produrre più di quanto autorizzato, “anche se come è noto – si legge nel report – la potenza in uscita non può essere maggiore di quella autorizzata”. Inoltre, ancheil Comune di Menfi, sul cui territorio passerebbe ilcavidotto interrato su strade già esistenti, si è dichiaratocontrario all’operaperché il Consiglio comunale ha espresso in passato contrarietà generica agli impianti eolici in quanto il territorio “ha una vocazione prettamente turistica”. Leggi anche –Energia, in Italia solo il 19% prodotta da rinnovabili: tra le ultime in Europa Nel report dell’associazione ambientalista c’è spazio anche pervecchie storie simbolo della lentezza del settore. In particolare, la Sicilia vanta ben sette impianti che da anni sono bloccati dalla burocrazia. È il caso dell’impianto dibiodigestione anaerobica di nazzarà Sant’Andrea(Città metropolitana di Messina)che dovrebbe trattare 60mila tonnellatedi rifiuto organico daForsu(Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) e 20mila tonnellate di frazione verde e ramaglie. “Quest’impianto – spiega Castronovo – fupresentato nel 2021 dalla Srr Messina provincia. Dopo quattro anni di istruttoria, l’assessorato all’Ambiente ha ritirato il parere positivo; quindi, questo impianto importantissimo per quell’area non si potrà fare nonostante il parere positivo del Cts, in quanto il servizio Via-Vas regionale ritiene che non ci siano le condizioni ambientali per poterlo realizzare. Questo e altri impianti hanno questo destino particolare nella nostra regione. Sono dei casi particolari ma che dimostrano l’ostilità che c’è di fronte a questo settore”.