Per la prima volta da almeno due anni sono sbarcati sull’Etna “ambasciatori e ambasciatrici” del vino stranieri, in cerca dello “spirito” del vulcano e dei segreti di un territorio unico sempre più apprezzato a livello internazionale. “In questo momento il vino dell’Etna è il più sexy d’Italia”, dice Stevie Kim, managing director di Vinitaly International, la costola di Vinitaly che si occupa del marketing del vino italiano e della formazione di operatori professionali del mondo vitivinicolo in tutto il mondo tramite la “Academy”. Per la prima volta da quando è scoppiata la pandemia dunque, “influencer” di altissimo livello si sono ritrovati a Rovittello, sul versante nord dell’Etna, per un incontro – approfondimento con degustazione e visite nelle cantine organizzato dal Consorzio di tutela dei vini Etna Doc. In tutto 21 “ambasciatori” del vino italiano o studenti dell’Academy di Vinitaly International.
Da un capo all’altro del mondo
Tra loro parecchi statunitensi, ma anche canadesi, argentini, cinesi, polacchi, inglesi e francesi, tutti professionisti del settore: sommelier, imprenditori, importatori ed esportatori, rivenditori, giornalisti e scrittori, consulenti e broker. Tutti “appassionati” e interessati a conoscere l’Etna e il vino che viene prodotto sul vulcano, tra colate laviche, terreni cinerei, terrazze con muretti a secco, antichi palmenti e nuove tecnologie. Ad accoglierli per raccontare, rigorosamente in inglese, un mondo complesso e vario come il mondo del vino dell’Etna, c’era Alberto Graci, produttore e consigliere del Consorzio di tutela. Un excursus tra mito, storia, cultura ed economia accompagnato da varie slide.
Il fascino dei contrasti
Nella sala del meeting un grande “oohhhh” di meraviglia e stupore è risuonato forte quando Graci ha mostrato sullo schermo una foto dei vigneti etnei coperti da abbondante neve. Si è chiaramente capito che nessuno si aspettava di vedere la neve in Sicilia a quote relativamente basse. Per loro la Sicilia è un posto caldo in mezzo al Mediterraneo, tra Europa e Africa. Questo è uno dei contrasti, che insieme ad altri elementi, secondo Stevie Kim, rende così affascinante, anche a livello internazionale, questo territorio e il vino che esprime. Questo succede anche sui nuovi grandi mercati come la Cina.
Guarda l’intervista a Stevie Kim
Condivisione, racconto e confronto
La ritrovata possibilità di viaggiare e scoprire fisicamente sapori e territori è stata sottolineata dagli ospiti stranieri così come dagli organizzatori del Consorzio Etna Doc. L’apprezzamento era palpabile davanti al banco di assaggio di spumanti, vini bianchi, rosati e rossi della Doc Etna su un prato verde in una magnifica giornata d’autunno a quasi 700 metri di quota. In sostanza la parte “pratica” e certamente piacevole della lezione alla quale gli operatori avevano assistito all’interno della struttura, un locale resort a quattro stelle. “Il vino è un fattore di condivisione, e l’Etna vive anche di racconto e confronto. Siamo felici di avere avuto qui ospiti grandi ambasciatori del vino di tutto il mondo”, dice Alberto Graci.
Guarda l’intervista ad Alberto Graci
Clima mediterraneo e dimensione da montagna
Tante le curiosità degli ospiti, come detto. “L’Etna è un territorio particolare, unico. Quello che incuriosisce è il nostro essere in un clima mediterraneo ma avere anche una dimensione di montagna”, conferma Graci. Nel corso dell’evento altra curiosità ha suscitato una dimostrazione dal vivo della preparazione di una specialità locale appena entrata tra i presìdi Slow food: la salsiccia al ceppo di Linguaglossa. Tutte la particolari fasi sono state seguite attentamente dai partecipanti, dalla preparazione del tronco di quercia sul quale tagliare a mano le carni selezionate da macellai locali al confezionamento. Qualcuno ha anche voluto provare l’ebbrezza di colpire sul ceppo con una pesante mannaia. La specialità poi è finita nel piatto durante il pranzo a base di prodotti locali. Tra gli ospiti anche il sindaco di Linguaglossa Salvatore Puglisi e Antonio Camarda, primo cittadino di Castiglione di Sicilia, “padrone di casa” a Rovittello.