Export della Sicilia, crescita record tra il 2019 e il 2022: +77%. I dati di Teha
Nonostante le posizioni diretroguardia nelle principali metriche socio-economiche, dall’apertura internazionale agli investimenti, dai gap occupazionali ai deficit infrastrutturali,la Sicilia registra un buon dinamismo nel post-Covid. L’export ha rappresentato uno dei pilastri di questo successo, posizionando laRegione al 2° posto in Italia per tasso di crescita nel periodo 2019-2022(+77,0% rispetto alla media nazionale del +29,3%). Tale crescita è stata accompagnata daun’accelerazione degli investimenti, con la Sicilia che ha superato la media nazionale di 2,2 punti percentuali, con un aumento complessivo del +13,4% tra il 2019 e il 2021. Sono dati emersi ieri a Catania ina una delle tappe delroadshow 2024 della piattaforma internazionale Verso Sud di The European House – Ambrosetti (Teha). Verso Sud è un’iniziativa realizzata in collaborazione conIntesa Sanpaolo, Gruppo FS, Confederazione Italiana per lo Sviluppo Economico (CISE), Gruppo MSC, Gruppo Adler, Mediocredito Centrale – Invitalia, Edison, Coldiretti– che unisce, in un unicoThink Tank, le Istituzioni, imprese e rappresentanti del mondo accademico e della ricerca, per costruire, valorizzare e comunicare una nuova visione mediterranea strategica per l’Italia e l’Europa. Nella tappa catanese di ieri è emerso come la Sicilia ha dimostrato di mettere in attopolitiche efficaci per favorire l’inclusione giovanile, posizionandosi al3° posto in Italia per riduzione dell’incidenza di giovani non occupatie non in formazione (cosiddetti NEET, -5,6 punti percentuali rispetto alla media nazionale di -3,1 p.p.) nel periodo 2019-2022. Infine, la Sicilia ha registrato un aumento del tasso di occupazione, con un incremento di +1,4 punti percentuali rispetto a +1,1 punto percentuale a livello nazionale nel biennio 2019-2022. Per quanto riguardale sfide connesse al capitale umano, la Sicilia –3aregione più giovane del Paese– vanta unarete universitaria solida, con un aumento dell’1,1% nel numero di iscritti rispetto al periodo pre-Covid, un dato in netto contrasto con il calo registrato nelle altre università del Sud (-6,5%). Inoltre, le università siciliane hanno l’opportunità di capitalizzare il contributo potenziale proveniente dai flussi di talenti del bacino del Mediterraneo, che attualmente non vengono adeguatamente intercettati dall’Italia (complessivamente i Paesi del Mediterraneo rappresentano solo il 27% degli iscritti stranieri in Italia). La Regione Siciliana ha già avviato diversi progetti, tra cui “Study in Sicily“, volti a creare un collegamento tra le università siciliane e quelle del Mediterraneo. Ad oggi “Study in Sicily” ha coinvolto nel progetto 550 studenti in entrata e in uscita dal Mediterraneo, numeri ancora bassi, che però testimoniano la “bontà” del modello soprattutto se si considera che sono i giovani studenti a mostrare una attenzione crescente verso la sostenibilità dei modelli di sviluppo impostati nel bacino euro-mediterraneo. Esaminando le potenzialità della Sicilia nelle tre sfide diattrattività del Sud Italiaindividuate nella piattaforma Verso Sud, emerge chiaramente come la Regione abbia un grande potenziale di sviluppo all’interno, apartire dall’Economia del Mare: 3° posto per incidenza delle imprese sull’economia regionale (con una quota del 6% rispetto al 3,8% dell’Italia), 1° posto per movimentazione di rinfuse solide e 2° per le merci Ro-Ro. Considerando anche l’energia proveniente generata dalla risorsa mare, la Sicilia si colloca in un contesto di notevole potenziale, connessosoprattutto all’eolico off-shore galleggiante(mercato in cui l’Italia è 3° al mondo per potenziale) e all’energia da moto ondoso: lo Stretto di Messina offre una generazione elettrica da moto ondoso stimata in oltre 1.000 GWh/anno, pari al 17% della produzione da fonti energetiche rinnovabili in Sicilia. Con riferimento, infine, alle sfide connesse allatransizione green, la Sicilia può puntare sul ruolo di “serbatoio” energetico del Paese per spingere sugli investimenti verdi a più alto impatto trasformativo.Dopo la Basilicata, che ospita i maggiori siti di estrazione di petrolio e gas onshore in Europa,la Sicilia rappresenta il principale hub di energia convenzionale in Italiaed è porta d’ingresso dei principali gasdotti europei, ovvero il Trans-Mediterranean e il Greenstream, che trasportano gas dal Nordafrica verso l’Europa, con una capacità complessiva di circa 41 miliardi di metri cubi (pari al 10% dei consumi dell’UE nel 2021): nel 2022, la Sicilia è stata punto di ingresso per il 36,1% delle importazioni italiane di gas naturale, registrando un aumento del 7,3% rispetto al 2021. Al contempo, la Sicilia è 2aregione italiana per potenza eolica installata sul totale nazionale, ma è ancora al 6° posto in Italia per contributo del fotovoltaico (7,0%) nonostante sia il territorio più irradiato dal sole. In questo momento, grande spazio viene dato allo sviluppo della filiera industriale dell’idrogeno, oggetto di un crescente impegno pubblico e privato (a partire dai 40 milioni di Euro destinati alla Sicilia dal PNRR). Parallelamente, l’eolico offshore galleggiante sta emergendo come una fonte energetica di grande interesse, posizionando l’Italia al 3° posto mondiale per potenziale. In particolare, la Sicilia, grazie allo Stretto di Messina, può generare oltre 1.000 GWh/anno di energia elettrica da moto ondoso. All’interno delle filiere, anchela manifattura emerge come un settore chiave per la Sicilia, grazie alle filiere tradizionali del Made in Italy (nelcomparto agroalimentare è al 5° posto in Italia e al 1° posto nel Mezzogiorno per Valore Aggiunto) e a quelle più tecnologiche (le esportazioni high-tech sono cresciute del 33% tra 2019 e 2022, rispetto al +26% nazionale), trainate dai 25 distretti produttivi. La Sicilia, dunque, riscuote l’attenzione degli investitori privati: nel triennio 2019-2021 ha visto più che triplicare il Valore Aggiunto delle imprese a controllo estero, il dato più alto in Italia. Dati incoraggianti, nell’anno in cui si punta sullaZona Economica Speciale Unica. “Il governo Schifani continua ad intervenire attraverso bandi e norme che hanno l’obiettivo di aiutare le imprese, accorciando anche le distanze tra la politica e le realtà imprenditoriali. Siamo pronti per un nuovo modo di fare impresa, che ponga al centro non soltanto il profitto, ma anche l’impatto ambientale e sociale; non la mera efficienza, ma il benessere e i bisogni delle persone. Un altro modo di fare impresa è non solo possibile, ma utile e necessario” ha dichiaratoEdy Tamajo, assessore alle Attività Produttive, Regione Siciliana. I dati evidenziati dalla terza edizione del roadshow (2023-2024), vanno di pari passo con l’ambizione dell’iniziativa di identificareprogetti a caratterizzazione pubblico-privata che possano rispondere alle sfide di attrattività del Sud Italia, facendo leva sugli strumenti presenti a livello nazionale (es.PNRR, ZES Unica, Fondo di Sviluppo e Coesione, Piano Mattei, ecc.) ed euro-mediterraneo (es. Strategia Global Gateway, Interreg, ecc.).Le sfide di attrattività identificate dalGruppo di Lavoro TEHAsono: il potenziamento delle filiere strategiche che connotano il Sud nella macro-regione mediterranea, tra cui Economia del Mare (come macro-settore portante per lo sviluppo), manifattura ad alto contenuto tecnologico e turismo; la valorizzazione del capitale umano, mediante la costruzione di una strategia mediterranea che consideri demografia e migrazioni, istruzione e lavoro; la visione per dare trazione alla trasformazione energetica e ambientale in corso. Nel corso dell’incontro – che si è svolto alla presenza dell’assessore del territorio e dell’ambienteElena Paganae l’assessore alle attività produttiveEdy Tamajo– è stata presentata una fotografia del quadro socio-economico della Sicilia, che restituisce criticità ma anche importanti segnali di ottimismo che possono supportare la realizzazione della visione di Verso Sud: “Esserecerniera tra Europa e Mediterraneo Allargato, contribuendo costantemente a disegnare, interpretare e realizzare il piano di un’Europa protagonista dei grandi cambiamenti geopolitici, economici e sociali che influenzano la costruzione di una società mediterranea vasta più forte, giusta e coesa”. “La Sicilia è l’isola più grande del Mediterraneo ed è centrale nella strategia tracciata in Verso Sud. Il Piano Mattei del Governo italiano è un esempio di come la centralità geografica può – e deve – tradursi in un fattore strategico di crescita socio-economica per tutto il Mediterraneo Allargato. In questo quadro,la Sicilia costituisce la piattaforma ideale per lo sviluppo di progetti di cooperazione nel Mediterraneoe, in particolare, per dare sempre più concretezza ad alcune linee di indirizzo del Piano Mattei” ha commentatoValerio De Molli,Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti. “Verso Sud e la Sicilia protagonista. Un importante appuntamento oggi a Catania per toccare con mano il cuore del Made in Italy e un plastico esempio di sostenibilità economica, sociale e ambientale. Alla vigilia del Piano Mattei, con il Decreto Sud e la crescente richiesta di investimenti, la Sicilia ha tutte le carte in regola per poter sfruttare al meglio la propria centralità nel mediterraneo”Elena Pagana, assessore del Territorio e dell’Ambiente, Regione Siciliana. Le indicazioni e i progetti raccolti con il contributo dei Partner di Verso Sud e delle imprese partecipanti al Tavolo a Catania saranno integrati nella terza edizione del Rapporto Verso Sud che è previsto venga discusso con una platea nazionale e internazionale di Istituzioni e imprese il 17 e 18 maggio 2024 a Sorrento.