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Farine di insetto per nutrire i pesci. Il progetto “sostenibile” di Ittinsect

I mangimi usati negli allevamenti contengono farine di pesce. Un giro d'affari di oltre sei miliardi. Un paradosso che potrebbe essere cambiato grazie agli insetti

La maggior parte dei mangimi usati negli allevamenti dei pesci contengono farine di pesce, realizzate anche a partire da quello selvatico. Un fatto che appare paradossale, anche ai creatori del progetto “Ittinsect”, che dunque hanno pensato a una nuova ricetta per nutrire i pesci d’allevamento. La filiera attuale è “poco sostenibile perché incide sullo spopolamento dei mari”, afferma Claudio Boccassini, tra gli sviluppatori del progetto. Il cambio di paradigma, secondo gli ideatori, potrebbe ridurre la pesca di 8 milioni di tonnellate all’anno, e l’emissione CO2 di 1,7 milioni di tonnellate all’anno. Da qui l’idea della start-up, nata lo scorso novembre per iniziativa di cinque giovani provenienti da varie parti d’Italia.

Uno stabilimento in Sicilia

Il progetto, al momento, è ancora in fase embrionale. “Per adesso ci siamo occupati di lanciarlo partecipando ad alcuni eventi”, dice Boccassini. Con gli altri fondatori, Sofia Gaudioso, Giovanna Sidaoui, Gennaro Apuzzo, Alessandro Romano, Cesare Scalia, si è aggiudicato il “Challenge Lab Eit Food”, organizzato da Impact Hub Siracusa in collaborazione con Eit, l’organismo indipendente dell’Unione Europea dedicato alle tematiche del cibo. I ragazzi di “Ittinsect” si sono aggiudicati il primo premio da tre mila euro. Prossimo passo, l’apertura di uno stabilimento per la produzione del mangime in Sicilia. “Oggi anche la grande distribuzione pone problemi di sostenibilità. Anche i consumatori chiedono che i pesci che mangiano siano allevati bene e in modo sano”.

“Pesce sprecato”

Secondo il rapporto “Pesce sprecato” pubblicato nel 2019 da Greenpeace Italia, il giro d’affari delle farine di pesce a livello internazionale supera i quattro miliardi di euro. I principali Paesi produttori sono la Cina, il Giappone e la Norvegia, mentre tra i principali importatori c’è l’Italia. Secondo i dati citati dall’associazione, “sono necessari circa 4-5 chilogrammi di pesce per produrre un chilo di farina”. Spesso si tratta di pesci interi, “in molti casi idonei per l’alimentazione umana”. Uno strumento di sussistenza, sottratto ai mari a beneficio dell’acquacoltura occidentale. In Italia il settore mangimistico conta 385 imprese nel 2017, con un giro d’affari di quasi nove miliardi di euro. La quota più rilevante del fatturato fa riferimento al comparto dei mangimi “composti”, come quelli a base di farine di pesce. Parliamo di oltre sei miliardi di euro, circa il 70 per cento dell’intero sistema.

“Un doppio vantaggio”

Per essere equilibrati, i mangimi devono contenere una certa dose di proteine. La funzione delle farine di pesce è proprio questa. L’idea dei ragazzi di “Ittinsect” è quella di “sostituire” le proteine, fornendole attraverso la farina di insetto. Una soluzione che presenterebbe notevoli vantaggi. Il più immediato sarebbe quello di evitare lo spopolamento dei mari. Ma c’è di più, secondo Boccassini. “Gli insetti si nutrono di scarti dell’industria alimentare, in particolare di vegetali”. Rifiuti che andrebbero stoccati, con relativi costi, e che invece potrebbero essere smaltiti negli allevamenti di insetti. Per Boccassini “l’impatto zero non esiste”, ma il mangime a base di farina di insetto è molto più sostenibile. “Certamente non ha impatto sugli oceani”. E questo, in un momento in cui i pescatori sono costretti a giorni di ferma sempre più lunghi per favorire il ripopolamento del Mediterraneo, ha la sua importanza.

Cavallette e mosche

In Italia, in questo momento, esistono circa cinquanta allevamenti di insetti. “Si tratta soprattutto di cavallette e mosche soldato nere”, dice Boccassini. Ma ci sono anche allevamenti di lombrichi, utilizzati per la pesca sportiva. Le produzioni già esistenti vengono utilizzate per la cosiddetta “industria pet”. “È così che sono fatte le ossa e gli stuzzichini che compriamo ai nostri cani”, spiega il fondatore di Ittinsect. In Italia, a differenza di altri Paesi, la legge prevede che il consumo resti “animale su animale”, senza giungere direttamente sulle nostre tavole. Il mangime a base di farina di insetto per i pesci di allevamento rispetta pienamente questa indicazione. “Lo spazio di mercato esiste, adesso bisogna passare alla fase pratica. Noi siamo già a lavoro”.

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Valerio Musumeci
Valerio Musumeci
Valerio Musumeci, giornalista e autore. Nel 2015 ha esordito con il pamphlet storico-politico "Cornutissima semmai. Controcanto della Sicilia buttanissima", Circolo Poudhron, con prefazione della scrittrice Vania Lucia Gaito, inserito nella bibliografia del laboratorio “Paesaggi delle mafie” dell'Università degli Studi di Catania. Nel 2017, per lo stesso editore, ha curato un saggio sul berlusconismo all'interno del volume "L'Italia tradita. Storia del Belpaese dal miracolo al declino", con prefazione dell'economista Nino Galloni. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, "Agata rubata", Bonfirraro Editore.

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