Ferrovie a una corsia e non elettrificate. Pendolaria boccia (di nuovo) la Sicilia
In Sicilia iltrasporto ferroviarioè ancora all’anno zero. In particolare la linea Catania-Caltagirone-Gela è inserita tra le peggiori d’Italia, “senzaelettrificazione, senza unsecondo binarioe senza alcun miglioramento dellavelocità commerciale“. Ma in generale il servizio offerto agli utenti è poco efficiente, con “1.267 chilometri di linee a binario unico, l’85 per cento del totale di 1.490 km, e 689 km non elettrificati, il 46,2 per cento del totale”. È quanto si legge nelrapporto Pendolaria 2024 realizzato da Legambiente,che analizza la situazione dei treni regionali e locali, focalizzandosi sul pendolarismo. Tutto il trasporto ferroviario nell’Isolaappare carente.“Le corse dei treni sono, ogni giorno, 472 contro le 2.173 dellaLombardia, una differenza di 4,6 volte”. Peccato che, scrivono i tecnici, “a livello di popolazione la Lombardia conta ‘solo’il doppio degli abitanti siciliani(10 e 5 milioni) e addirittura un’estensione inferiorea quella dell’Isola”. Uno scompenso che non riguarda soltanto la Trinacria. In Italia infatti “persistonodifferenze marcate su qualità e quantità del servizio,in particolare tra Nord e Sud e tralinee principali e secondarie“. Leggi anche –Infrastrutture in Sicilia: scarsissime per treni e auto, va meglio per i porti Delle 472 corse effettuate inSiciliaogni giorno, 445 vengono operate daTrenitaliae 27 daFerrovia Circumetnea,che gestisce anche lametropolitana di Catania.Nel computo delle tratte, si precisa nel rapporto, “non sono state considerate le corse bus sostitutive dei servizi ferroviari”. I treni attivi sono 133, conun’età media di 19,3 anni,contro una media nazionale di 15,8 anni. Si tratta del quarto dato più alto in Italia dopo quelli diMolise(22,3 anni),Umbria(21,5 anni),Calabria(21,4) eSardegna(19,7). Quasi il 67 per cento dellevetture ha un’età superiore a 15 anni,a fronte di una media nazionale del 44,3 per cento. Benché deficitario, il trasporto ferroviario non costa poco. Laspesaè di circa 32,5 milioni di euro l’anno, di cui 28 per ilmateriale rotabilee 4,5 per icosti di servizio.Si tratta dello 0,16 per cento del bilancio regionale, dato maggiore rispetto a quello diVeneto(0,11 per cento)Lazio(0,04 per cento) ePiemonte(0,001 per cento). Regioni che, secondo i tecnici, stanziano risorse “non all’altezza dellaquantità di pendolari presenti“. Leggi anche –Ferrovie, pendolari: l’accordo con Trenitalia “non dà sconti, ma aumenti” Il rapporto dà conto di alcuni segnali positivi. Tra essi, l’entrata in servizio deinuovi treni Blues.Si tratta di 110 convogli distribuiti “inToscana, Sicilia, Sardegna, Lazio, Calabria e Friuli-Venezia Giulia“, caratterizzati da “motori a diesel che possono essere sostituiti dalle batterie per entrare nei centri abitati e sulinee elettrificateusando il pantografo (latecnologia utilizzata dai tram,ndr)”. Un passo importante per la sostenibilità, visto che la tecnologia ibrida consente “una forteriduzione in termini di emissioni di CO2rispetto agli attuali convogli diesel”. Significativo anche il contributo del Pnrr. Quest’ultimo prevede “70 nuove carrozze notte per i treni in Sicilia,che verranno immesse sulla rete entro il 2026″, nell’ambito di un investimento da 200 milioni di euro “per l’acquisto dinuovi treni Intercity,in particolare per le regioni del Sud”. Oltre alle nuove vetture per l’Isola, infatti, “verranno acquistati sette treni bimodali per i collegamentiIntercity Reggio Calabria-Taranto,sulla linea Jonica, che saranno in funzioneentro fine 2024“. Leggi anche –Treni, un terzo dei siciliani distante oltre un’ora dalla stazione più vicina Guardando al futuro, gli autori delrapporto Pendolariaesprimono “contrarietà” per ilPonte sullo Stretto di Messina.Per diversi motivi, “tra cui l’impatto ambientale e paesaggistico, le richieste economiche e la mancata risoluzione delleproblematiche trasportistichedell’area”. Lastrategiada seguire per accorciare i tempi di spostamento dalla Sicilia, secondo gli esperti, è un’altra. “Occorre acquistarenavi che trasportino treni interi,perché attualmente, per imbarcarsi, le carrozze dei treni vengonoseparate con manovre complicate“. La soluzione sarebbe a portata di mano. “Si potrebbe subito migliorare questa situazione acquistandotraghetti Ro-Ro(Roll-on/Roll-off) lunghi duecento metri”. Queste imbarcazioni potrebbero trasportare agevolmente “le Frecce, gli Italo e gli Intercity fino a sette carrozze”, mettendo le vetture in condizione di “entrare e uscire, senza smontaggio,direttamente nella nave, grazie a un sistema di doppia entrata dei traghetti”. I benefici per iltrasporto ferroviario dell’Isolasarebbero considerevoli,soprattutto in termini di tempo. Leggi anche –Treni in Sicilia, nuovo contratto con Trenitalia. Ecco cosa prevede Secondo i tecnici, infatti, “una soluzione di questo tipo permetterebbe didimezzare i tempi di attraversamentodei treni lungo lo Stretto, scendendo a un intervallo di circa 50 minuti invece delle due ore attuali”. Fondamentale anche ilrinnovo del parco treni,che come detto in Sicilia è vetusto. “Per i collegamenti di lunga distanza va effettuato l’acquisto ditreni ad alta velocitàda quattro vagoni ciascuno. Capaci di essere traghettati senza scomporli, risparmiando nei tempi,come previsto dal Pnrr“. Con l’entrata in servizio di questi convogli, “si potrebbero da subitoridurre i tempi di percorrenzatra Palermo, Catania, Reggio Calabria, Napoli, Roma e il resto del Paese, con costi irrisori rispetto a quelli del Ponte”. Lagestione della mobilità sullo Stretto,infine, è importante anche come “test” per nuove tecnologie di trasporto. “Tratte come quella dello Stretto,brevi e con alte frequenze,sono ideali per la sperimentazione ditraghetti a emissioni zero,che potrebbero anche essere intraprese neicollegamenti brevi con le piccole Isole“.