Fine della CamCom del Sud-Est? Agen: “A Siracusa di certo non conviene”
“Catania copre i costi al sessanta per cento e prende in vantaggi al trenta. Nei prossimi giorni mostreremo a tutti i documenti su come stanno davvero le cose”. Lo dicePietro Agen, presidente della Camera di commercio del Sud-Est Sicilia, ovvero la “Super CamCom” che riunisce da ormai quattro anni Catania, Ragusa e Siracusa. Ruolo che potrebbe dover lasciare in anticipo sui tempi: la scadenza naturale del mandato è l’aprile del 2022, ma un emendamento al decreto “Sostegni bis” a firma della deputata di Forza Italia e imprenditrice siracusana Stefania Prestigiacomo che “sgancia” Siracusa e Ragusa dal capoluogo etneo, auspicandone una riunione con le province di “pari peso” di Agrigento, Caltanissetta e Trapani. Un’ipotesi ancora, accolta con grande preoccupazione dalle associazioni imprenditoriali regionaliConfindustriaeConfesercenti, ma che trova invece ampio sostegno nell’ambiente imprenditoriale siracusano, che nelle scorse ore ha anche visto la scomparsa dell’imprenditore Pippo Prestigiacomo, creatore dellaCoemie padre della deputata e dellavicepresidente di Confindustria Siracusa Siracusa Maria Pia. Leggi anche –Scioglimento CamCom del Sud-Est? Preoccupazione di Confindustria Ma se oggi l’emendamento esprime un interesse condiviso alla separazione da Catania, l’unione nel 2017 secondo Agen fu voluta fortemente da tutte le parti, “con il voto unanime di Ragusa e un solo contrario a Siracusa. Del resto l’idea della Camera del Sud-Est fu proposta già a partire dal 2013, tre anni prima della fusione, voluta dagli allora presidenti di Siracusa e Ragusa Lo Bello e Tumino. Fu firmato anche un patto davanti all’allora presidente Giorgio Napolitano”, racconta a FocuSicilia Agen. Lo storico esponente di Confcommercio si dice comunque aperto a tutte le ipotesi. Ma utilizzando le giuste modalità, dei “passaggi condivisi”. “Probabilmente sono l’unico che non si è agitato, ho solo detto che qualunque cosa si scelga, di rimanere insieme o meno, si deve fare sui numeri. Ma nessuno ha chiesto un parere ad Unioncamere o altri. Questa realtà nuova indipendente da Catania avrà la capacità di sopravvivere? La risposta per me è no”, afferma Agen. Ma “se Siracusa ha cambiato idea non c’è problema: vada a unirsi con Messina magari, facendo un salto territoriale come in Liguria Savona e La Spezia hanno saltato Genova. Resta il problema di 33 milioni di euro di debiti con Inps”. Leggi anche –“Divisione” della CamCom del Sud-Est: Confesercenti Siracusa è favorevole L’operazione per Agen è spinta più da “fattori personali”. “La Prestigiacomo ha detto chiaramente che le interessa l’aeroporto. Vogliamo far succedere il finimondo per darle la possibilità di entrare nel consiglio di amministrazione della Sac? Se mi si dice ci sono le risorse economiche perché no. Ma la situazione economica è buona per Catania e Ragusa, per Siracusa no”. La partita quindi si gioca solo sul controllo dell’aeroporto Fontanarossa, di cui la Camera di commercio del Sud-Est detiene la maggioranza assoluta con il 61 per cento, quota che si ridurrebbe al 46 con l’uscita della sola Siracusa. Nulla, secondo Agen che ieri ha anche registrato il supporto al mantenimento della Super Cam Com delsindaco di Catania Salvo Pogliese, che controlla una quota del 12,25 per cento, che potrà impensierire il percorso per la privatizzazione su cui punta da anni, mentre la Prestigiacomo parla del rischio di “svendere i gioielli di famiglia”. Secondo l’attuale presidente della Camera di commercio “sarà una gara di livello mondiale a rilancio aperto, e tra gruppi che non siano speculatori. Dimostreremo come in Sicilia si possono fare gare di questo livello senza irregolarità”. Leggi anche –Rivoluzione delle Camere di commercio, i dubbi di Confesercenti Sicilia L’iter preliminare per la vendita, “che io propongo per una quota tra il 51 e il 60 per cento”, è partito nel 2019 con il via libera alla selezioni di tre advisor, uno finanziario, uno legale e uno industriale, e non si è ancora concluso. Agen assicura che si completerà prima della scadenza del suo mandato: “L’advisor ci ha chiesto sei mesi, noi scadiamo ad aprile ci sarà ampiamente il tempo”. L’operazione vale potenzialmente da miliardi di euro, e Agen fa un paragone sui costi. “Andando stretti, solo per i lavori di realizzazione della nuova aerostazione, per l’adeguamento delle strade e per la nuova pista ci vogliono come minimo 400 milioni di euro. A questi aggiungerei almeno 50 o 100 milioni per Comiso. Con lo stato attuale questi lavori si possono eseguire pian piano in venti anni, un privato lo fa in cinque”. E del resto, rivendica Agen, la gestione dell’attuale amministratore delegato Nico Torrisi è lì a dimostrarlo. “Prima si entrava in aeroporto con raccomandazione, ora l’onorevole x o y non dice più a nessuno di presentarsi ai concorsi, fatti da selezionatori internazionali. E non ci sono più buchi lasciati da varie attività locali dentro l’aerostazione, ora vincono solo grandi gruppi nazionali o grandi aggregazioni locali, con fiediussioni vere. Questa è la differenza vera tra una gestione “privatistica” e quello che vuole di novo la Prestigiacomo. Se avessimo fatto questo anni fa avremmo già 25 milioni di passeggeri”, conclude il presidente della Camera di commercio del Sud-Est Sicilia.