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Fontanarossa: ecco il piano regionale per le infrastrutture

Il punto delle infrastrutture regionali da e per l'aeroporto di Fontanarossa in attesa della privatizzazione. Si punta sui collegamenti su ferro ma non solo

Si parla ancora della privatizzazione dell’aeroporto di Catania o meglio, come specifica l’amministratore delegato di Sac Nico Torrisi, della vendita della “quota di maggioranza della società di gestione dell’aeroporto, non l’aeroporto stesso che invece è e rimarrà pubblico”. Questa volta lo afferma nell’aula del consiglio Comunale etneo, ma a tenere testa non è solo la discussione sulla struttura aeroportuale, c’è anche un contorno da considerare. La strada da e per l’aeroporto Fontanarossa di Catania è attualmente solo su gomma ed è l’assessore regionale alle Infrastrutture a spiegare quali sono gli interventi che il governo regionale intende mettere in campo per collegare meglio lo scalo etneo. Sul piatto nuovi collegamenti su ferro, ma anche uno migliore su strada.

Investimenti necessari

La Regione ha dato il via libera alla vendita, ma come dice Falcone “è sotto riserva. Noi comunque ci riserviamo di valutare alla fine quello che avranno fatto gli advisor”. Secondo Falcone infatti, “gli investimenti devono essere realizzati in aggiunta rispetto a quelli della Regione”. La capitalizzazione esterna, comunque, è considerata fondamentale sia per Sac, la società di gestione di Fontanarossa, che per la Regione. Torrisi li considera “la cosa più importante”, perché “senza non riusciremo a gestire la crescita”. “L’aeroporto fa molti utili lo scorso anno abbiamo chiuso con 11 milioni al netto delle imposte, – afferma l’amministratore delegato – per cui è in grado, in questo momento, di finanziare i propri investimenti, ma non potrà fare gli investimenti da qui al prossimo quinquennio senza chiedere uno sforzo ai soci”. Falcone parla di “una infrastruttura condannata a crescere” a causa della sua condizione di insularità. Tali investimenti inoltre, secondo quanto afferma Torrisi non porteranno che bene al territorio perché la crescita della struttura porterà anche a una crescita in occupazione. “Ci saranno moltissime assunzioni perché l’aeroporto crescerà. Che nessuno si permetta di immaginare che qualcuno rischierà il posto di lavoro”, afferma categorico.

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In metro da piazza Stesicoro all’aeroporto

Perché ci possa essere un ulteriore sviluppo dell’aeroporto di Catania occorre arrivarci. È già in corso di realizzazione, grazie a un finanziamento europeo di 402 milioni di euro, il collegamento in metropolitana dalla centrale piazza Stesicoro. “In questo momento ci sono i lavori e stiamo completando le opere civili (armamento, impiantistica tecnologica) che vanno da piazza Stesicoro a piazza Palestro. Da qui si continuerà”, afferma Falcone. “Un punto d’accesso – dice l’assessore – per tutti quei passeggeri che provengono da Catania città o dalla zona della vasta area metropolitana”.

Interramento della ferrovia in città

Per tutti gli altri che si servono dell’aeroporto di Catania ma arrivano da città più o meno lontane come Messina, Siracusa, Caltagirone o Enna, c’è un progetto ferroviario. “La Regione sta realizzando un intervento intorno ai 250 milioni di euro e stiamo parlando dell’interramento della ferrovia e lo spostamento, di circa un chilometro, della stazione commerciale Bicocca”, sono le parole di Marco Falcone. Un’opera di cui si discute da anni e che è propedeutica alla realizzazione di una pista che consenta il decollo e l’atterraggio di aeromobili per il traffico internazionale. Un’opzione già realtà per l’aeroporto di Palermo ma non per Catania nonostante, come specifica Falcone “ha almeno il 40 per cento di traffico in più”. Perché il collegamento su strada ferrata sia completo, accanto all’interramento e allo spostamento di Bicocca, si dovrà realizzare una stazione d’arrivo a Fontanarossa. Una grande comodità per chi arriva in città proprio per volare, perché non dovrà più fermarsi alla stazione centrale e prendere un bus o un taxi per arrivare in aeroporto. Questi interventi fanno parte del cosiddetto “Nodo di Catania” con obiettivo, come si legge sul sito relativo ai contratti istituzionali di sviluppo, il “riassetto e la razionalizzazione delle infrastrutture relative all’intero nodo ferroviario”.

Un tunnel di camminamento all’aeroporto

Tra le idee dell’amministrazione regionale, inoltre, c’è anche quella di un tunnel di collegamento pedonale, dotato quindi di tapis roulant. La futura stazione di Fontanarossa infatti, sarà vicina allo scalo aeroportuale, ma comunque si dovrà percorrere un tragitto a piedi per arrivare al terminal. Per agevolare e rendere più sicuro questo tragitto ecco che si pensa a questo tipo di infrastruttura. “Una cosa che viene realizzata nei più importanti aeroporti”, secondo l’assessore regionale.

Interventi di collegamento su strada

Sono due le strategie per migliore i collegamenti su gomma per l’aeroporto Fontanarossa di Catania. Il primo riguarda la tangenziale e, stando alle parole di Falcone, i lavori per la cantierizzazione inizieranno il prossimo gennaio; l’altro è più un’idea che un fatto concreto. Per quanto riguarda la tangenziale, si prevede un allargamento dello svincolo attuale in direzione aeroporto così da consentire maggiore fluidità di traffico. L’altra idea, invece, è legata al territorio di Santa Maria Goretti, il quartiere prospiciente Fontanarossa. Al fine di allargare la strada così da arrivare direttamente all’aerostazione, si prevedono alcuni espropri. “Abbiamo dato una disponibilità alla Sac e siamo pronti anche a mettere i soldi, ma con le dovute autorizzazioni urbanistiche” dice l’assessore Falcone. “Chiaro – continua – che ci aspettiamo da parte di Sac tutte le procedure espropriative. Se dobbiamo allargare il sedime in cui la stazione aeroportuale deve implementarsi è chiaro che dobbiamo avviare tutte le procedure che non si realizzeranno in pochi mesi”.

Continuità territoriale

Nel contesto dei collegamenti in fase di realizzazione e da realizzarsi da e per l’aeroporto, non si più fare a meno di citare la continuità territoriale. In futuro potrà essere più semplice arrivare al terminal, ma senza la continuità sarà sempre più un affare per chi può permetterselo. Dalla Regione dicono di avere fatto tutto quanto in loro potere per attivarla secondo l’articolo 135 della legge 388 del 2000 e “stiamo aspettando che il ministro De Micheli decida se vuole dare seguito a questa procedura di continuità territoriale o no”, sono le parole di Marco Falcone.

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Ricorso all’Antitrust

Secondo l’assessore regionale c’è anche un altro aspetto da considerare per il caro biglietti e che in qualche modo lega le mani alla Regione. “Purtroppo c’è un vulnus secondo il quale le compagnie aeree hanno degli accordi commerciali con gli aeroscali in virtù dei quali vi è quasi un rapporto claudicante a favore del privato che, con una previa comunicazione di qualche ora o di qualche giorno, può recedere il contratto. Lo hanno fatto la Vueling e Ryanair riducendo i voli. Questa è una cosa che abbiamo sottoposto anche all’Antitrust e stiamo chiedendo un intervento anche legislativo per disciplinarla diversamente. Com’è adesso è sicuramente penalizzante per la Sicilia”.

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Interventi Sac per la continuità

Dal canto suo l’amministratore delegato della società di gestione dell’aeroporto di Catania non si dice con la mani in mano. “Stiamo cercando di portare più investitori a Catania, ovvero compagnie aeree che sono i nostri clienti, cosa che abbiamo fatto aumentando i voli su Milano e altre destinazioni. Abbiamo aumentato a dismisura i voli internazionali, che consentono di portare frotte di turisti in più. Siamo cresciuti e continueremo a farlo. Scontiamo, sfortunatamente, un momento di freno relativo a un fenomeno legato ai 737 800 Max, messi a terra per noti problemi, cosa che ha comportato per qualche compagnia aerea la necessità di rivedere i propri piani di investimento”.

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Desirée Miranda
Desirée Miranda
Nata a Palermo, sono cresciuta a Catania dove vivo da oltre trent'anni. Qui mi sono laureata in Scienze per la comunicazione internazionale. Mi piace raccontare la città e la Sicilia ed è anche per questo che ho deciso di fare la giornalista. In oltre dieci anni di attività ho scritto per la carta stampata, il web e la radio. Se volete farmi felice datemi un dolcino alla ricotta

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