Garlasco, ha confessato in diretta: questo è il segreto che… | Svelato il dettaglio che annienta il caso
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La riapertura del caso Garlasco continua a generare tensioni e nuovi interrogativi, riportando al centro dell’attenzione uno dei delitti più discussi degli ultimi vent’anni. Mentre la procura di Pavia rivede atti, tabulati e materiali rimasti per anni ai margini del fascicolo, il clima attorno all’indagine sulla morte di Chiara Poggi si è fatto nuovamente incandescente. Tecnici e investigatori stanno riesaminando ogni elemento alla luce degli approfondimenti più recenti, con la possibilità che nuove valutazioni possano incidere sull’impianto accusatorio costruito dopo il 13 agosto 2007.
L’ipotesi di errori giudiziari torna infatti a guadagnare spazio, alimentata da analisi genetiche, nuovi riscontri sugli orari e valutazioni che sembrano rimettere in discussione passaggi considerati per anni intoccabili. Nel frattempo, sui social e nei talk show, giornalisti ed esperti hanno riportato in superficie dubbi e incongruenze mai del tutto sopite, dalla gestione delle tracce alla lettura degli spostamenti, fino ai comportamenti dei protagonisti nelle ore cruciali dell’omicidio.
Le parole di De Rensis da Giletti e il chiarimento sul “segreto” del 13 luglio 2022
È in questo contesto che si inserisce l’intervento di Antonio De Rensis, uno dei legali di Alberto Stasi, ospite l’8 dicembre de Lo Stato delle Cose, il programma condotto da Massimo Giletti su Rai 3. Le sue dichiarazioni hanno subito scatenato un acceso dibattito, soprattutto per un passaggio che riguarda il cosiddetto episodio del 13 luglio 2022, già evocato in settimane di indiscrezioni e insinuazioni mediatiche.
In diretta, Giletti ha rivolto al legale una domanda netta: “È vero che ha avuto incontri riservatissimi con il procuratore Napoleone?”. Un sospetto sollevato dall’avvocato dell’ex pm Venditti — coinvolto in un’indagine per corruzione — che aveva lasciato intendere presunti rapporti impropri tra De Rensis e la Procura.
La risposta del legale è stata immediata: “Questa frase l’ho sentita venerdì”, ha precisato, negando qualsiasi incontro clandestino. Secondo lui, si tratterebbe di informazioni distorte, riportate in modo errato o completamente decontestualizzate. Ma è il riferimento al pomeriggio del 13 luglio 2022 ad aver attirato l’attenzione.
De Rensis ha ricostruito così i fatti: “All’uscita dal palazzo di giustizia il 13 luglio 2022, alle 13.30, con i cd, recatomi in studio alle 18.45 è accaduta una cosa che ho mantenuto segreta, alla presenza dei miei avvocati, documentata, che ho riferito il giorno dopo, come qualunque avvocato avrebbe dovuto fare, al procuratore Napoleone”.
Un dettaglio definito “segreto” ma non illecito, né riconducibile a incontri riservati con la Procura. “Io non ho fatto incontri segretissimi e voglio tranquillizzare tutti”, ha ribadito il legale. E ha aggiunto un elemento personale che ha colpito il pubblico: “Sono solo al mondo dal 1998, non mi spavento facilmente”. Parole che hanno acceso nuove interpretazioni e che, nonostante le smentite, rendono ancora più enigmatico l’episodio citato.

La revisione del processo Stasi e la posizione dei legali: “Agire ora sarebbe da sprovveduti”
Durante l’intervista, De Rensis ha affrontato anche il tema della possibile istanza di revisione del processo a carico di Stasi, argomento che da mesi circola con insistenza. Sul punto è stato categorico: “C’è un’indagine in corso, la revisione va chiesta solo quando avremo tutti gli elementi”.
Un messaggio chiaro, condiviso con l’avvocato Bocellari e con Stasi stesso: nessuna iniziativa prematura. “Soltanto un avvocato sprovveduto oggi farebbe un’istanza di revisione. Io e la Bocellari ogni giorno cerchiamo di non esserlo”, ha dichiarato, sottolineando la necessità di attendere le verifiche in corso prima di qualsiasi passo formale.
Le sue parole hanno contribuito a riaccendere un clima già teso, dove ogni frase viene analizzata in profondità e ogni dettaglio può sembrare una possibile chiave di volta. Il caso Garlasco, dopo diciassette anni, continua a muoversi tra rivelazioni, smentite, allusioni e nuove piste che emergono dalla revisione degli atti.
Mentre gli inquirenti proseguono il lavoro di riesame, il mistero del 13 luglio 2022 — un episodio “documentato” ma non ancora spiegato pubblicamente — rimane una tessera ancora opaca di un mosaico che, con la riapertura dell’inchiesta, potrebbe tornare a cambiare forma. E la sensazione è che la storia non abbia ancora raggiunto il suo ultimo capitolo.
