Garlasco, la scoperta che nessuno voleva leggere: cosa emerge davvero dalla perizia su Sempio

Garlasco, la scoperta che nessuno voleva leggere: cosa emerge davvero dalla perizia su Sempio

sempio_garlasco_-_focusicilia.it

La perizia sul DNA cambia il clima dell’inchiesta: cosa è davvero emerso e perché le parole di Nuzzi stanno facendo rumore

Nel caso Garlasco, ogni avanzamento investigativo diventa immediatamente un terremoto mediatico. E questa volta, la scossa è arrivata con la perizia genetica tanto attesa, quella che riguarda il DNA sotto le unghie di Chiara Poggi, elemento che da mesi tiene nuovamente aperta l’attenzione sull’indagine che vede indagato Andrea Sempio. Il deposito della relazione, arrivato con due giorni di anticipo rispetto alla scadenza del 5 dicembre, ha acceso un faro su un punto che potrebbe rivelarsi più complesso del previsto, spingendo giornalisti, esperti e pubblico a interrogarsi su quanto questa prova possa davvero incidere nel percorso giudiziario.

Mentre l’Italia commenta le immagini inedite comparse online – fotografie scattate nelle ore successive al delitto e che hanno riportato in primo piano i nomi già al centro della cronaca – dietro le quinte la Procura di Pavia sta studiando ciò che la genetista Denise Albani ha consegnato. Un documento tecnico, frutto dell’incidente probatorio disposto dalla gip Daniela Garlaschelli, che è ora ufficialmente nelle mani delle parti coinvolte: accusa, difesa e consulenti. Sarà nell’udienza programmata a metà dicembre che gli avvocati potranno contestare, chiedere approfondimenti o sfruttare i margini interpretativi di una traccia definita fin dall’inizio “parziale, mista e degradata”.

Nuzzi rompe il silenzio: “Non è quello che ci si aspettava”

A dare la prima scossa mediatica è stato Gianluigi Nuzzi. Nel suo programma Dentro la Notizia, il conduttore ha anticipato un passaggio della perizia considerato particolarmente significativo. L’aplotipo Y individuato sotto le unghie di Chiara non sarebbe unico: accanto ai marcatori compatibili con la linea maschile dei Sempio, sarebbe comparso anche un secondo profilo, appartenente a un soggetto non identificato. Un elemento che, nella sintesi di Nuzzi, porta a un punto cruciale: la compatibilità genetica non è automaticamente attribuibile a un unico individuo.

“Questa non è una prova che può portare Sempio in carcere”, ha dichiarato il giornalista, sostenendo che la compresenza di due profili impedirebbe di legare la traccia a un’unica persona con certezza assoluta. Una frase che ha immediatamente rimbalzato sui social e nelle successive analisi televisive, accendendo un dibattito che ora si intreccia inevitabilmente con ciò che emergerà nei prossimi giorni.

Nel frattempo, anche nel programma Ignoto X su La7, il consulente della difesa Baldi ha confermato che si tratta di un profilo misto, già osservato nelle vecchie indagini. Alcuni alleli risultano riconducibili alla linea paterna dei Sempio, altri no. E proprio questo mix rende necessario attendere la lettura completa della perizia: “Non mi esprimo finché non avrò letto tutto”, ha spiegato. Un approccio prudente che fotografa la delicatezza del momento, mentre l’inchiesta torna lentamente a prendere forma attorno ai nuovi elementi scientifici.

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Un caso che non trova pace

Il deposito della perizia non chiude nulla: apre, semmai, un nuovo fronte. Accusa e difesa si preparano a una fase processuale decisiva, in cui ogni frase della relazione Albani verrà scomposta e interpretata. E mentre si avvicina l’udienza del 18 dicembre, resta una domanda sospesa: questa analisi sarà l’elemento che indirizzerà la nuova indagine, o si rivelerà un tassello troppo fragile per reggere il peso della verità giudiziaria?

Le prossime ore, e soprattutto la lettura integrale della perizia, potrebbero segnare una svolta o aprire ulteriori dubbi in un caso che da diciotto anni continua a non concedere certezze.