Gestore unico idrico, Cisl Catania: non si ostacoli la neo-commissaria Spedale

Avviare ilgestore unico d’ambito del sistema idrico integratosuperando “eventuali rivendicazioni di posizioni di predominio” e sostenendo la neo commissaria ad acta Francesca Spedale affinché “esegua idettami della sentenza del Cga Siciliae concluda l’iter”: è la posizione diCisl di Catania,per voce del segretario generaleMaurizio Attanasio, e diGiuseppe Coco,segretario generale dellaFemca Cisl.A rischio, spiegano i dirigenti, “c’è non solo la perdita di oltre 70 milioni di euro di progetti finanziati dal Pnrr per ridurre le perdite nelle reti di distribuzione idrica, insieme alle ulterioriimponenti risorse sugli investimenti nel settore della depurazione delle acque,ma anche il diritto delle famiglie dell’intera provincia catanese diavere certezze sulla disponibilità di un bene vitalequal è l’acqua, in un periodotra i più siccitosiche si ricordi”. “Nello stesso tempo”, proseguono Attanasio e Coco, “si consenta la rappresentanza e la partecipazione delleforze sindacali maggiormente comparativeal tavolo per la predisposizione dei patti parasociali del nuovo soggetto e, quindi, nel consiglio d’amministrazione, a tutela dei diritti dei lavoratori e degli utenti del servizio”. Da qui l’esortazione del sindacato alla commissaria ad acta Spedale,affinché approvi l’aggiornamento della convenzione sottoscritta già il 24 dicembre del 2005, tra l’allora Consorzio Ambito Territoriale Ottimale 2 – Catania Acque, oggi in liquidazione, e Servizi Idrici Etnei S.p.A.avviando finalmente il gestore unico. “La nomina del commissario ad acta è ‘un atto dovuto’ della Regione”, affermano Attanasio e Coco, “dopo le tre consecutive sedute dell’A.T.I. andate a vuoto il 7, 20 e 28 dicembre 2023. Oraè tempo che si superino tutti gli ostacolie si arrivi alla conclusione della vicenda, senza che vi si frappongano questioni meramente politiche nel percorso avviato. Siamo fortemente preoccupati”, aggiungono, “poiché l’anno appena trascorso è stato tra i più siccitosi e, purtroppo,il futuro non apre all’ottimismo.Oggi più che mai, dunque, occorrono certezze nella prestazione del servizio e nel recupero del bene primario che è l’acqua. I dati consegnati dai vari acquedotti del territorio provinciale ci impongono una responsabile riflessione su quanto sianecessario un gestore unico e autorevole,per attivare gli investimenti che portino a eliminare quel 70 per cento di perdita della rete”. “Poi, sarà la volta della stipula deipatti parasociali tra i soci azionisti del Sie“, dicono ancora i rappresentanti di Cisl Catania, “su cui noi riteniamo che il sindacato, quale rappresentante dei lavoratori e dei cittadini, debbadare il proprio contributo affinché non si ripetano più errori come quelli commessi nella fusione di altre società partecipatecatanesi. È necessario, infatti, tutelare i lavoratori che confluiranno nella costituenda società, nelle loro forme contrattuali e salariali, e unificare i trattamenti retributivi con i relativicarichi di lavoro e mansioni,che ad oggi non risulterebbero omogenei alle pari funzioni svolte nei diversi acquedotti”. Secondo Attanasio e Coco “un passo digrande innovazione e di sviluppo corresponsabiledeve essere ‘lapartecipazione dei lavoratoria collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione aziendale’ nel consiglio d’amministrazione e/o nel consiglio di sorveglianza, come previsto dall’articolo 46 della nostra Costituzione,per l’attuazione del quale la Cisl nazionale ha già depositato circa 400 mila firme per sostenere la relativaproposta di legge popolare ‘Partecipazione’,già incardinata dallo scorso dicembre nell’iter parlamentare. Una partecipazione che dovrebbe essere realizzata in tutte le società partecipate pubbliche, perrappresentare e tutelare i diritti dei lavoratori e dei cittadini utilizzatori dei servizi,affinché i costi di scelte non sempre oculate non ricadano sulle spalle dei cittadini utenti e degli stessi lavoratori”.