Giustizia civile, siciliani e sardi sono i più insoddisfatti, ma i meno “litigiosi”

Il12%dei maggiorenniitalianiè stato coinvolto almeno una volta inuna causa civile: 5,9 milioni di cittadini. Ma inSicilia e Sardegna, secondo i datiIstatdiffusi nell’ultimo report “cittadini e giustizia civile” per l’anno 2023, il livello di“litigiosità” è il più basso d’Italia. Solo il 9,7%di siciliani e sardi con più di 18 anni ha affrontato il lungo percorso di un processo di giustizia civile. E, come spesso capita a livello di indagini sulla popolazione in Italia, c’è anche una grande eccezione –Catania, che è la città record per cause civili in Italia-, e soprattutto undivario di efficienza tra Nord e Sud: le dueIsolesono l’area italiana in cui più persone ritengono che la giustizia vada migliorata, consolo il 47,7% che si ritiene “soddisfatto”. Secondo l’indagine dell’istituto di statistica condotta su uncampione di circa 24mila famiglie, l’aspetto principale su cui agire è l’eccessiva durata della causa, segnalato in Italia dal 70,4% degli intervistati. Ma questa percentuale inSicilia e Sardegna sale al 76,8%. Del resto nelleIsole solo il 46,3% delle cause si è conclusa entro due anni, oltre tre punti meno dellamedia italiana (49,7%). Sono inoltre segnalati sopra la media nazionale la “puntualità delle udienze“, un fattore indicato come da migliorare dal34,3%dei residenti nelle Isole contro una media italiana del 28,9%. Non si tratta del resto di una percezione molto lontana dalla realtà: in Sicilia dal 1 luglio 2022 al 30 giugno 2023 sono stati oltre sette i milioni di euro erogati comerisarcimenti perdurata irragionevole dei processi. Solo nel distretto diPalermo,nell’anno giudiziario 2022-2023, sono stati erogati risarcimenti per 1,3 milioni di euro. Leggi anche –Lavoro, istruzione, formazione, giustizia e infrastrutture. La Sicilia è ultima La “disponibilità dei giudici” è migliorabile nella giustizia civile per il31,8%dei siciliani e dei sardi (in Italia per il 28,5%). Non va bene in Sicilia e Sardegna nemmeno lapercezione della “competenza degli avvocati”(segnalata comemigliorabile dal 22,9% contro il 20% nazionale) e “l’imparzialità dei giudici” (24,2% nelle Isole, 20,7% in Italia). Gliavvocati di contro sono giudicati mediamente più “corretti”in Sicilia e Sardegna, con solo il 20,8% che lamenta questo aspetto (media italiana del 22,2%). La “chiarezza sulla possibilità di successo” è infine un aspetto “migliorabile” per il 21,3% dei residenti nelle Isole, contro una media italiana del 17,7%. Quel che sembra peròmaggiormente allontanare siciliani e sardi dalla giustizia civile sono le incertezze sui costi. La consapevolezza sulle spese che ci si accinge a sostenere con la causa civile è relativamente maggiore al Nord-ovest (30,8%) e minore al Sud (24,5%) e nelle Isole (22,4%), con una media italiana del 28%. Non a caso il 23,2% dei siciliani e dei sardi lo ritiene un aspetto “migliorabile” nel processo civile, contro il 21,1% del resto d’Italia. Lo stesso discorso vale per le parcelle dei legali, un problema per il 23% dei residenti nelle Isole e solo del 18,8% in Italia.Insintesi? Gli abitanti delle Isole sono quellimeno soddisfatti della giustizia civile: solo il47,7%, mentre nel Nord-ovest la percentuale sale al 59,7%. Gli abitanti del Sud, del Centro e del Nord-est esprimono una posizione simile e intermedia (“molto o abbastanza soddisfatti” rispettivamente il 52,0%, il 52,5% e il 53,3%). A livello di intera Italia è il54,2%delle persone di 18 anni e più che sono parte in una causa civile, o lo sono state in passato, che si ritiene “molto o abbastanza soddisfatto” del sistema giudiziario (erano il 44,7% nel 2015) contro il 45,8% che è “poco o per niente soddisfatto”. C’è però un’eccezione a quello che emerge dai dati Istat, ovvero Catania. Il capoluogo etneo si distingue in negativo per “l’indice di litigiosità”, ovvero ilnumero di cause civili iscritte ogni 100 mila abitanti. Sono3.879, più del doppio della media italiana di1.889,un dato che ne fa lapeggiore in Italia. Il dato è stato riportato, su fonte Istat, dalSole 24 ore nella sua ultima classifica sulla “qualità della vita”.