“Gli italiani sono degli incapaci” e il Ministero assume solo stranieri | Il concorso che manda su tutte le furie tutti

Assunzioni - focusicilia.it
Un concorso destinato a pochi: il Ministero decide di assumere solo personale straniero. Sindacati sul piede di guerra.
Ogni anno migliaia di persone si preparano per un concorso pubblico con la speranza di ottenere un posto stabile, ben retribuito e sicuro. È il sogno di molti, un traguardo che segna un punto di svolta nella vita lavorativa.
Concorsi che sembrano promettere l’occasione di una carriera solida, una certezza che manca da tempo in un mondo sempre più precario. Eppure, a volte, accade che questo sogno si trasformi in una beffa.
Chi partecipa si aspetta di avere le stesse opportunità degli altri. Un sistema che premia il merito, la preparazione, e l’esperienza.
Ma cosa succede quando il concorso che ti eri immaginato come una porta aperta si rivela essere solo una strada a senso unico, destinata a chi viene da lontano?
Concorso: il Ministero assume solo stranieri
In effetti ci riferiamo più che altro ad una delibera della Regione Veneto, che, come riporta ilnordestquotidiano.it, ha deciso di assumere medici stranieri per far fronte alla carenza di personale sanitario. Ma c’è un piccolo problema: questi medici non hanno titoli riconosciuti in Italia. Una mossa che ha scatenato molte polemiche, soprattutto tra i medici italiani che si sentono un po’ traditi. Perché, dopo anni di studio e sacrifici, ora sembra che non conti più quanto tu sia qualificato, ma solo la possibilità di “tappare” i buchi con soluzioni rapide.
In pratica, invece di concentrarsi su come migliorare il sistema o supportare chi già lavora, la Regione ha scelto di agire con una misura temporanea. E questo non fa altro che sottolineare quanto il problema della carenza di medici in Italia sia stato ignorato per troppo tempo. Non si tratta solo di coprire dei posti, ma di capire come risolvere davvero le lacune che ci sono nel sistema sanitario.
Una decisione che crea polemiche
Molti sono delusi dalla decisione, perché sembra che chi ha investito anni nella formazione non venga nemmeno preso in considerazione. È come se il valore dell’esperienza e della preparazione in Italia non fosse più apprezzato, mentre viene data preferenza a chi arriva da fuori, con una formazione diversa.
Come sostengono i sindacati, si tratta di: “una soluzione che svilisce e discrimina profondamente il lungo impegno formativo obbligatorio a cui sono tenuti i medici italiani per esercitare la professione, con l’incognita della qualità dell’assistenza e della sicurezza per il cittadino”. Insomma, una decisione che fa discutere.