Hamilton, l’addio che nessuno aveva previsto: fuori dalla Ferrari prima ancora del gran finale

Hamilton, l’addio che nessuno aveva previsto: fuori dalla Ferrari prima ancora del gran finale

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A poche ore dal gran finale di stagione la Ferrari toglie a Hamilton il volante nelle FP1 di Abu Dhabi e lo affida ad Arthur Leclerc, chiudendo nel modo più amaro un anno già disastroso

L’ultimo weekend della stagione di Formula 1 2025 doveva essere l’occasione per mettere almeno una firma dignitosa sul primo anno di Lewis Hamilton in Ferrari. Invece, la vigilia del Gran Premio di Abu Dhabi si accende con una decisione che ha il sapore di uno strappo simbolico: nelle prove libere 1 il sette volte campione del mondo non sarà al volante della rossa. Al suo posto salirà Arthur Leclerc, il fratello di Charles, in una scelta che fa rumore e sembra fotografare meglio di qualunque parola il momento complicatissimo del progetto Ferrari–Hamilton.

L’annuncio arriva dopo una stagione che ha tradito tutte le aspettative. Quando il fenomeno britannico ha scelto Maranello, l’immaginario collettivo lo vedeva già a lottare per il titolo e a riportare la scuderia ai vertici. La realtà è stata opposta: una monoposto poco competitiva, uno sviluppo che non ha tenuto il passo delle rivali e un Hamilton spesso costretto a difendersi più che ad attaccare. Il bilancio è impietoso, con una distanza enorme non solo da chi si è giocato il mondiale, ma anche dal compagno di squadra Charles Leclerc, sempre più punto di riferimento tecnico e sportivo del box rosso.

Un anno da incubo: zero podi, frustrazione crescente e parole pesantissime sul progetto Ferrari

La stagione di Hamilton con la Ferrari è stata, di fatto, da dimenticare. Il dato che colpisce più di tutti è semplice e brutale: nessun podio conquistato in gara. Un’assenza che pesa come un macigno sul curriculum del sette volte campione del mondo e che racconta meglio di qualunque analisi quanto la combinazione tra lui e la vettura non abbia mai davvero funzionato. Nelle ultime gare, poi, la sensazione è stata quella di un pilota affaticato, quasi rassegnato, lontano dalla versione feroce e affamata che il mondo della Formula 1 era abituato a conoscere.

Lo sfogo arrivato dopo il fine settimana del Qatar è stato il campanello d’allarme più evidente. Ai microfoni, Hamilton ha ammesso che questo è stato «l’anno più difficile, sia dentro che fuori dall’auto», sottolineando come altre squadre, dalla Williams alla Sauber, siano riuscite a crescere molto più della Ferrari. Ha raccontato di essere stato quasi superato da una Sauber e di non essere riuscito a tenere il passo delle Williams, con una delle due monoposto inglesi addirittura capace di lottare per le prime posizioni. Parole che non sono solo una fotografia tecnica, ma anche la spia di un rapporto logorato con un progetto che non ha mai mantenuto le promesse iniziali.

Hamilton ha parlato di «molte note» su ciò che deve essere migliorato, insistendo sul fatto che «non c’è motivo per cui non possiamo sistemare le cose se ci mettiamo al lavoro». Ma a poche ore dall’ultimo appuntamento dell’anno, la decisione di togliergli il volante nelle FP1 e di affidarlo ad Arthur Leclerc viene letta inevitabilmente come un segnale forte, quasi una presa di distanza anticipata in una stagione già segnata da delusioni e rimpianti.

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Arthur Leclerc al volante e futuro pieno di interrogativi: cosa può succedere dopo Abu Dhabi

La scelta di far provare la Ferrari ad Arthur Leclerc, in vista dell’ultima gara, viene formalmente incasellata nella logica di dare spazio ai giovani, ma la tempistica la rende molto più pesante di una semplice rotazione programmata. Proprio perché arriva al termine di un anno fallimentare, con un Hamilton in difficoltà e un ambiente che cerca risposte, questo passaggio di testimone parziale suona come un messaggio chiaro: il futuro non è scritto e nessuno può sentirsi intoccabile.

Per Arthur Leclerc, la FP1 di Abu Dhabi è un’occasione enorme per mettersi in mostra e prendere confidenza con una monoposto che, numeri alla mano, non ha reso giustizia né al suo cognome né al palmarès del compagno di squadra. Per Hamilton, invece, è un’ulteriore ferita in un campionato che ha messo in discussione certezze e ambizioni. Alla vigilia del gran finale, i tifosi si interrogano su cosa accadrà nel 2026: la Ferrari riuscirà a costruire attorno a lui una vettura finalmente all’altezza, oppure questo primo anno in rosso sarà ricordato come l’inizio di un addio più rapido del previsto.

Quello che è certo è che l’ultima tappa di Abu Dhabi non sarà una semplice passerella. La decisione di togliergli il volante nelle FP1 ha trasformato il weekend in un banco di prova anche per i rapporti interni alla squadra. Hamilton chiude un anno durissimo, la Ferrari deve decidere come ripartire e il nome Leclerc, in tutte le sue declinazioni, continua a essere al centro del futuro del Cavallino. Il resto, come sempre, lo dirà la pista, ma la sensazione è che il vero duello, questa volta, si giochi tutto dentro al box rosso.