I nativi digitali e la bedroom pop. Diventare famosi in una notte

C’erano una volta, tanti anni fa, per la generazione boomer di artisti, i mega studi diregistrazione musicali, con banchi tipo “Neeve” o “SSL” che costavano un paio direni al mercato nero, dove i produttori e i discografici delle major producevano glialbum delle band del momento o degli artisti in vetta alle hits. Incidere negli studioscostava milioni (di lire) al giorno e, con l’avvento dell’euro, migliaia di euro per ogniora passata a provare e riprovare la registrazione della migliore “take”. Band come iPink Floyd, che forse qualcuno della Generazione Zeta, fatica a ricordare, affittavanol’Abbey Road” di Londra, dove i Beatles incisero i loro più importanti successi, percinque, sei mesi e registravano in quelle sale i pezzi cult che sarebbero passati allastoria; “Wish you were here” prese vita proprio lì. Tutto era affidato a professionistialtamente qualificati, tipo l’ingegnere del suono che in camice bianco come unchirurgo verificava il balance dei suoni e tutto rispondeva a standard tecnicialtissimi. Oggi gli studi di registrazione da milioni di dollari non hanno più senso di esistere, idiscografici ancora meno, e i ragazzi producono la loro musica nella loro camera daletto servendosi solo di un pc, una scheda audio e un microfono. Se propriodovessero avere dubbi sul loro uso, basta guardare qualche tutorial su internet epersino il funzionamento di un compressore valvolare in voga negli anni ’80 sarà allaportata di tutti. Creare musica, registrarla, condividerla, creare una community difans è una cosa che ogni ragazzino con velleità artistiche è in grado di fare e ilrisultato del “fai-da-te”, in stile tik tok, è una musica fresca e immediata, “real”, cheha un forte appeal per gli adolescenti che passano le ore a guardare i video suisocial. Messa a confronto con la musica “hi fi” prodotta dalla freddezza chirurgica diuna sala d’incisione, sarà piena di sbavature e imperfezioni ma avrà la spontaneaeffervescenza dell’anima adolescente che si è messa a nudo, nell’intimità dellacameretta, senza che il processo creativo subisca i filtri e le censure di figureesterne. Certo, i percorsi tradizionali per costruire una carriera musicale esistono ancora maartisiti come Shawn Mendes, che nei video della durata di pochi minuti, diventativirali con i loro milioni di views, sono la dimostrazione che quella musica è allaportata di tutti e incarna l’illusione che chiunque può riprodurre il miracolo deldiventare famosi in una notte. Clairo è una ventenne di Atlanta che all’età di 17 anniha realizzato un clip dalla sua camera, “Pretty girl” a budget zero che nel giro dipochissimo ha collezionato 12 milioni di visualizzazioni tanto da attirare l’attenzione di Spotify che, negli ultimi anni, sul fenomeno della “bedroom pop” e di ragazzicome Clairo, ha confezionato delle playlist che contano centinaia di migliaia difollowers. Per ovvie ragioni non indicherò i marchi in questione, ma sarà facilissimo trovare inrete ciò che fa per voi.Serve solo:un buon computer (circa 500 euro)una scheda audio (circa 100 Euro) con 2 in e 2 out e porte midi nel caso in cuivogliate collegare una master keyboarduna coppia di monitor da studio (da 250 a 1.000 euro)un software daw come Logic, Cubase, Protools, Sonar, ma anche il software nativodi Apple, Garage Band va bene (da 50 Euro in su)una master keyboard/controller midi (da 100 Euro in su)un microfono (circa 150 euro, almeno!)Dimenticavo una cosa importantissima, il vostro talento e una camera da letto!