Costruire il Ponte sullo Stretto sarà come “abbattere un muro, non solo economico, ma fisico e luglio 2024 potrebbe essere la data di inizio dei lavori. In mezzo c’è tanta burocrazia, ma un anno non è un tempo brevissimo. Tutto quello che è indicato, secondo me, si potrebbe realizzare”. Si definisce “realista, prudente e ottimista”, Ida Angela Nicotra, componente del Consiglio di amministrazione della Stretto di Messina Spa, la società strumentale, “in house”, controllata all’80 per cento dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti attraverso Anas. In liquidazione dal 2013, la società è stata riattivata quest’anno dal governo Meloni, con il Dl 35/2023, che ha tracciato il percorso per realizzare il Ponte. All’inizio di giugno, l’assemblea dei soci ha nominato il nuovo Cda. È tornato al timone l’ad Pietro Ciucci (già al vertice di Anas dal 2006 al 2015), che guidò la società dal 2002 alla chiusura nel 2013. Il presidente è Giuseppe Recchi, in passato alla guida di Eni e Telecom. Della società fanno parte anche la Regione Calabria e la Regione Siciliana. Il governo regionale, per volere del presidente Schifani, è rappresentato da Ida Nicotra, docente di Diritto costituzionale all’Università di Catania.
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Contenziosi, espropri, gare: tutti i nodi da sciogliere
Il ponte a campata unica più lungo al mondo (3,2 chilometri) del costo stimato di oltre 13 miliardi di euro, è impigliato tra numerosi nodi da sciogliere. A cominciare dai contenziosi giudiziari da oltre un miliardo di euro, con il consorzio di imprese Eurolink – che vinse la gara del 2004 e di cui fa parte anche il colosso delle costruzioni Webuild – e con i proprietari delle aree da espropriare. Le udienze sono state rinviate, le prossime attività dovranno essere svolte secondo i criteri dell’evidenza pubblica. Tradotto: bisognerà bandire una gara. Intanto, la legge prevede che “Eurolink rinegozi con lo Stato il contratto aggiornando il progetto del 2011. Noi abbiamo già cominciato le attività di aggiornamento progettuale. Spero di poter dire che siamo pronti per marzo 2024 a iniziare fisicamente le opere”, ha dichiarato due giorni fa l’ad di Webuild, Pietro Salini. Per seguire tecnicamente tutti questi passaggi, nella Stretto di Messina Spa, “ci sarà un comitato scientifico composto da nove persone – spiega Nicotra – che si dovranno distinguere per indipendenza e competenza. Dovranno fornire pareri al Cda sul piano economico e sulle varianti al progetto. Ci sarà l’esperto panel, che organizzerà il controllo, con alta sorveglianza su tutta la procedura. Monitoraggio ambientale, valutazione dell’impatto ambientale, acquisizione delle aree in esproprio, saranno tutti momenti molto significativi di quest’iter”.
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Ponte indispensabile per l’alta velocità in Sicilia
Per la rappresentante siciliana nella società, l’ad Ciucci e il presidente Recchi sono due punte di diamante. “Sono due persone di altissimo livello, di grandissima competenza e professionalità – e Ciucci è un professionista preparato e serio, che conosce benissimo la vicenda della realizzazione del Ponte e tutto l’iter procedimentale che riguarda la società”, riconosce Nicotra, che dà all’infrastruttura un grande valore. “Siamo davanti a un’opera importantissima e fondamentale, un ‘Ponte che unisce‘ – prosegue – perché noi siamo isolani e i costi degli aerei per Roma e Milano, ad agosto, sono un colpo al cuore per i siciliani”. Ma non è un problema legato solamente alle vacanze. “Come si fa per esempio – prosegue Nicotra – ad andare a studiare fuori, a fare attività sportiva agonistica fuori dalla Sicilia? Queste tematiche vanno considerate quando si parla del Ponte, soprattutto guardando ai più giovani e i più deboli. Vorremmo che tutti avessero le stesse possibilità. L’opera è propedeutica per l’alta velocità in Sicilia ed è una sorta di presupposto, una ‘conditio sine qua non’ per realizzare tutte le altre infrastrutture”. E molte, soprattutto quelle ferroviarie, godono già di 13 miliardi di euro di fondi del Pnrr.
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“Un momento di rivalsa per la Sicilia”
La consigliera siciliana ricorda come facciano parte integrante del Ponte anche tutte le opere di collegamento stradali e ferroviarie, per 28 chilometri sul versante della Sicilia e 13 chilometri sul lato calabro. “Tutto assolutamente previsto – sottolinea – e non dimentichiamo come l’opera abbia una dimensione europea, non solo italiana, perché rappresenta l’implementazione del corridoio scandivano-mediterraneo, tra Helsinki, Palermo e La Valletta. Non a caso l’Europa guarda con simpatia e importanza a realizzare il Ponte, che è un’opera storica”. E storica può definirsi anche la partecipazione della docente, che sente di “lavorare a un sogno da realizzare non troppo tardi nel tempo. Sono onorata ed entusiasta – conclude – perché si tratta di un momento di rivalsa della Sicilia, di crescita, di futuro, un diritto delle generazioni future, che mi coinvolge molto dal punto di vista emotivo, anche rispetto a tutte le altre vicende professionali della mia vita”. La partecipazione a questo lavoro di squadra non si fermerà con l’estate. I prossimi step sono già in vista e alla fine di luglio tornerà a riunirsi il Consiglio di amministrazione.