Una lenta discesa, iniziata negli anni successivi alla crisi del 2008, e giunta, a settembre 2019, a prezzi medi vicini ai 1000 euro al metro quadro. Questo il quadro del mercato immobiliare in Sicilia, dove cinque anni fa il prezzo era superiore di un terzo, avvicinandosi ai mille e cinquecento euro. La Fimaa, la Federazione italiana mediatori agenti d’affari, lancia un allarme sulla nuova legge di Bilancio: l’imposta ipotecaria e catastale sui trasferimenti di immobili aumenterà da 50 a 150 euro. Un aumento anche per gli affitti a canone concordato in cedolare secca, tipologia che copre circa il 40 per cento degli affitti nell’Isola, secondo i dati del sindacato degli inquilini Sunia, che passerà dal 10 al 12,5 per cento. Il presidente nazionale di Fimaa, Santino Taverna, parla apertamente di “appesantimento di un settore fondamentale per il Paese, usato come bancomat”. Il mercato immobiliare, stando ai numeri, vede un tempo medio di sei mesi per la cessione di un immobile in Sicilia, in riduzione rispetto ai sette del 2018.
L’aumento delle imposte lo pagheranno gli affittuari
La situazione potrebbe peggiorare ulteriormente nel settore degli affitti con il previsto aumento dal 10 al 12,5 per cento delle imposte per i canoni concordati. A danno, soprattutto, degli inquilini. Secondo Giusi Milazzo, segretaria regionale del Sunia “il timore è che in seguito, quando si rinnoveranno gli accordi, l’aumento, che ricordiamo è pari al 25 per cento, si riverserà sugli inquilini”. Gli ultimi canoni concordati sono stati fissati lo scorso anno e, – fa sapere il Sunia – oscillano tra i 350 e i 600 euro per una casa da 80 metri quadri e valgono il 40 per cento del totale. Per il canone libero, dove la tassazione rimarrà, secondo le anticipazioni di manovra di bilancio, al 21 per cento, si oscilla invece tra 400 e 700 euro. “Avrebbe molto più senso eliminare lo sconto al 21 per i contratti liberi – commenta Milazzo -, perché questi non hanno alcuna limitazione se non quella del mercato. Siamo dell’idea, come sindacato inquilini che si è battuto per avere la riduzione dal 15 al 10 per cento nel 2014, che gli unici che dovrebbero beneficiare di uno sconto sono i canoni concordati”.
Peggiora il mercato immobiliare della locazione ordinaria
Gli affitti, rispetto alle vendite, si sono mantenuti a prezzi costanti in tutta l’isola negli ultimi cinque anni, con variazioni di pochi punti percentuali. La media è di 6 euro al metro quadro, che può sorpassare i 15 nelle zone di maggior pregio delle due grandi città regionali. Secondo Fimaa, tuttavia, il mercato immobiliare della locazione ordinaria ha performance decisamente peggiori rispetto a quanto riscontrato nella media italiana e, in parte, anche a livello di quanto avviene nel resto del Sud. Il numero di nuovi contratti nei capoluoghi monitorati cala di 6,5 punti percentuali rispetto a 12 mesi or sono. I canoni, analogamente, di poco più del cinque per cento. A compensare queste riduzioni si evidenziano i giudizi particolarmente favorevoli espressi per le locazioni brevi: in tal caso si rileva per la Sicilia un più otto per cento rispetto allo scorso anno per i contratti, con canoni tendenzialmente stabili.
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In Sicilia rallentano le compravendite di case nuove
Secondo i giudizi raccolti dai presidenti provinciali Fimaa, nei Comuni capoluogo della Sicilia monitorati nei mesi di maggio e giugno, il mercato della casa nel primo semestre 2019 asseconda la congiuntura nazionale: cresce il numero di compravendite. Nei primi sei mesi dell’anno il segno più è pari a quattro punti percentuali e mezzo sul corrispondente periodo dell’anno precedente, con più due e mezzo per cento per gli scambi di appartamenti nuovi e più 4,6 per cento per quelli esistenti. In Italia la quota di scambi di appartamenti nuovi sul totale delle vendite si comprime ulteriormente rispetto al semestre precedente al 9 per cento ed analogamente succede in Sicilia: si riduce al sei per cento il che è in forte riduzione rispetto al secondo semestre 2018.
Scendono i prezzi medi delle case nuove
Sempre secondo l’indagine di Fimaa, in Sicilia, in un anno, i prezzi medi delle case nuove sono scesi di quasi l’uno per cento, quelle usate sono invece in sostanziale pareggio, in flessione dello 0,1. Una diminuzione che prende l’onda lunga di quella, ben più consistente, degli ultimi cinque anni. Soprattutto nei grandi centri, dove le variazioni all’interno dello stesso Comune si fanno ben più ampie in termini percentuali. A Palermo, secondo il portale Immobiliare.it che confronta i prezzi di vendita per ogni territorio, a settembre la media dei prezzi di vendita è crollata a mille e 300 euro, con grandi differenze tra le zone più periferiche. A Ciaculli, per esempio, il prezzo è ormai crollato sotto i mille euro, mentre nelle zone centrali come viale Libertà e Politeama la media è intorno ai 1900 euro al metro quadro. Solo cinque anni fa però, superava i due mila e 400 euro. Discorso simile per Catania, con differenze ancora più ampie: il prezzo medio di un immobile è, come a Palermo, di mille e 300 euro, ma nelle zone balneari del litorale Playa, o nei quartieri di Librino, Monte Po e San Giovanni Galermo, non è difficile trovare appartamenti di ampia metratura sotto agli 800 euro al metro quadro.