Le imprese femminili in Sicilia danno lavoro a oltre 208 mila persone. Il 19 per cento dei lavoratori siciliani lavora per aziende guidate da donne. A metterlo nero su bianco sono i dati dell’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere e Infocamere che al 31 marzo 2019 collocano la Sicilia al quarto posto a livello nazionale. Nella classifica sul peso delle imprese condotte da donne nell’economia delle regioni, la Sicilia conta 113 mila imprese attive, preceduta nei dati percentuali sul totale solo da Molise (22,15 per cento), Sardegna (20,45 per cento) e Calabria (19,95 per cento). Il dato evidenzia come in tutto il Sud vi siano un milione di persone impiegate, con un peso percentuale del 17,1 nel numero di addetti totale, superiore di quasi 3 punti al dato nazionale, fermo al 14,21 per cento.
Un quarto delle aziende siciliane è guidato da donne
La Sicilia è quindi ai primi posti a livello nazionale per il tasso di femminilizzazione d’impresa, ovvero il numero di imprese a conduzione femminile in rapporto al totale. Nell’isola le 113mila aziende guidate da donne pesano per il 24,4 per cento su un totale di 464mila imprese attive al 31 marzo. In Italia solo tre regioni fanno meglio: Basilicata (26,64 per cento), Abruzzo (25,82 per cento), e Umbria 24,85 per cento. La media italiana è del 21,92 per cento.
Al Sud imprese femminili sempre più diffuse
In Italia, alla fine di marzo, le imprese femminili attive erano un milione e 330mila con 3 milioni di addetti. Al Sud e nelle isole sono invece 483mila le attività a trazione femminile, alle quali si deve il 17 per cento dell’occupazione generata dal settore privato. Alle spalle del Meridione si incontra il Nord Ovest, dove nelle 314mila imprese femminili lavorano più di 800mila persone, l’11,8 per cento degli addetti presenti in quest’area. A seguire il Centro, con 302mila imprese femminili e 710 mila addetti e un’incidenza sul totale che arriva al 15 per cento. Quindi il Nord Est, con 232 mila attività guidate da donne e 627mila addetti, pari al 13,5 per cento del totale riferito al settore privato.
Meno di due addetti per azienda
Nella lettura dei dati sono da sottolineare i valori assoluti in campo: in Lombardia sono ben 179mila le imprese femminili attive con oltre 500 mila addetti, mentre in Lazio sono 145mila le attività d’impresa guidate da donne, con oltre 325mila addetti. Nonostante siano primatiste a livello nazionale in termini assoluti, il peso sul totale degli occupati in entrambe le regioni si ferma rispettivamente al 10,51 e al 13,76 per cento, dato molto inferiore alla media nazionale. E questo nonostante il maggior numero di persone impiegate per impresa: mentre in Lombardia si arriva a 2,8 persone, in Sicilia ci si ferma a 1,84.
Piccole imprese, fragilità elevata
Secondo quanto riportato da Unioncamere e Infocamere, l’analisi sugli addetti delle imprese femminili mette in evidenza anche la maggior fragilità strutturale: nelle attività guidate da donne, che rappresentano quasi il 22 per cento delle imprese totali italiane, operano mediamente 2,32 persone, mentre nel totale delle imprese il numero medio di addetti è quasi di 4. La piccola dimensione delle attività d’impresa al femminile emerge anche guardando alle forme giuridiche, con un’incidenza di imprese individuali di oltre 10 punti percentuali superiore a quella che si registra nel totale delle imprese (quasi il 63 per cento a fronte di poco meno del 52 per cento.