Imprese gestite da lavoratori. Paolo Capone (Ugl): “La Sicilia guardi lontano”
“Siamo entusiasti dicondividere con la Sicilia un piano di sviluppodella Regione che guardi lontano”.Paolo Capone,segretario generale Ugl, ha raccontato in esclusiva aFocuSiciliala sua “sfida partecipativa“. Proprio qualche giorno fa, è stata la città diCataniaad ospitarela sesta tappa del tour itinerante per l’Italia promosso dal suo sindacato con lo slogan“Lavoro è PartecipAzione”,a bordo di un autobus, per promuovere la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. Il tour che sta attraversando venti regioni si propone di affrontare il tema della partecipazione declinandolo concretamente nelle singole realtà aziendali, per arrivare allarealizzazione compiuta dell’articolo 46 della Costituzione italiana. Ma come si concretizza la proposta del sindacato? “Dobbiamovalorizzare il contratto di secondo livello in chiave partecipativa– ha spiegato Capone – Sarebbe utile puntare su quello che possiamo definire comeContratto di Comunità,che coinvolga le parti datoriali, i sindacati e gli enti locali nella definizione di nuove forme di partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa. La tutela dei diritti dei lavoratori e le dinamiche salariali sono realizzabili anche attraverso un nuovo paradigma di relazioni industriali in cui i profitti aziendali non siano a beneficio solo del capitale ma anche dei lavoratori”. Leggi anche –Il lavoro digitale chiama, in Sicilia la formazione professionale non risponde In Sicilia, ancor più che nel resto d’Italia, iltessuto produttivo è fatto da micro imprese, a gestione familiare. Alla luce di ciò,l’integrazione della forza lavoro nelle dinamiche aziendali potrebbe risultare un processo quasi “naturale”o comunque più facile e immediato. Ne è convinto Capone: “L’Italia – ci ha detto – in generale è un Paese chedovrebbe fare della dimensione “piccola e media” delle imprese un vanto. Perché questo tessuto produttivo porta con sé la storia della Penisola. L’artigianalità che ancora si può trovare in una regione come la Sicilia dovrebbe essere percepita come una forza in un modello produttivo che ormai sta abbandonando la tradizione. In questo senso, facilitarel’integrazione dei lavoratori nelle dinamiche aziendalivuol dire garantire un futuro al tessuto produttivo. È essenziale non disperdere le preziose tradizioni che rendono i nostri territori così unici”. Leggi anche –Ambizioni ed emozioni. Lo stereotipo di genere è alimentato anche dalle donne Qualche giorno fa la Festa della donna. Doverosa, con Capone, una riflessione sullacondizione femminile: “Non è sufficiente stanziare delle somme, seppur importanti – ha chiosato il numero uno dell’Ugl – C’è bisogno di un profondo cambiamento di approccio. I segnali positivi si registrano in maniera disomogenea nei differenti territori.Nonostante i dati sulle tendenze dell’occupazione femminile al 2024 riportino un livello record di circa 10 milioni di occupate a gennaio, si registra unadiminuzione rilevante nelle fasce d’età 35-44 anni. Sicurezza sul lavoro, parità salariale e maternità sono tutti temi che inevitabilmente influenzano i numeri sull’occupazione. L’Ugl propone di investire ancora di più sulle politiche attive, su programmi di formazione e sulla conciliazione dei tempi della vita e del lavoro per realizzare unamaggiore inclusività a partire dalla sfera professionale”, afferma il segretario di Ugl. Alla tappa di Catania ha partecipato anche il ministro per laProtezione Civile e le Politiche del Mare,Nello Musumeci: “Con il ministro Musumeci – ha commentato il Segretario – condividiamo la convinzione che la sfida partecipativa potrà rappresentare un elemento di sviluppo della nazione garantendo più retribuzione ai lavoratori,più produttività per le aziende e potrebbe diventare il fattore vincenteper il necessario sviluppo delle regioni meridionali”, conclude il segretario generale di Ugl Paolo Capone.