Le imprese catanesi sono state a lungo “in coma farmacologico”, come quelle di tutto il Paese. I decreti del Governo le hanno tenute in vita, ma per ripartire bisogna “ridurre gradualmente gli aiuti” e accelerare sulle riforme “nei fatti, non solo a parole”. Giorgio Sangiorgio, presidente dell’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili di Catania, commenta a FocuSicilia le misure economiche dell’esecutivo nazionale e il loro impatto sul tessuto produttivo etneo. Le attività catanesi “hanno affrontato la situazione con coraggio, cercando di sopravvivere per poi ripartire”. Per molti comparti la ripresa “arriverà soltanto nel 2022”, ma dovrà essere ben guidata “perché rischia di essere la fase più dura”, sottolinea Sangiorgio.
Un sistema “dopato”
Lo scopo dei decreti varati negli ultimi quindici mesi dai governi Conte e Draghi “era proprio lasciare un po’ di liquidità alle aziende per farle sopravvivere”. Obbiettivo centrato non solo grazie ai ristori, ma a diverse misure come la cassa integrazione, il credito d’imposta sugli affitti, la moratoria sui debiti bancari, la sospensione delle cartelle esattoriali. Sangiorgio usa una metafora clinica. “Il sistema economico catanese, come quello nazionale, è stato in qualche modo dopato, per farlo sopravvivere alla fase più dura della pandemia”. In questo l’esecutivo guidato da Mario Draghi “ha mantenuto l’impostazione del governo uscente”, come dimostra anche l’ultimo decreto dedicato a “Imprese, professioni, lavoro”.
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Ristori (anche) in base all’utile
L’ultimo provvedimento si muove sulla falsariga dei precedenti. “I nuovi aiuti dovrebbero essere messi in pagamento a partire dal 16 giugno, e andranno automaticamente alle persone che li hanno ricevuti ad aprile”, spiega Sangiorgio. Con alcune novità, come il calcolo dei ristori anche sull’utile. “Il parametro del fatturato era obbiettivamente più semplice da utilizzare, anche se poteva creare delle situazioni di non equità tra i vari soggetti. Ecco perché il nuovo decreto introduce anche il parametro dell’utile”. Una richiesta arrivata anche dai commercialisti, ma che appunto comporta un calcolo più complesso, “che deve passare dalla presentazione della dichiarazione dei redditi, entro il prossimo 10 settembre”.
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Le altre misure del Decreto
Il Dl “Sostegni bis” contiene altre norme importanti, secondo Sangiorgio. Come quella che favorisce l’acquisto di una casa per le persone con età inferiore ai 36 anni, con un Isee non superiore ai 40 mila euro annui. “Questa misura sta avendo un gran successo. È un’agevolazione importante, che permette un risparmio di diverse migliaia di euro sospendendo molte imposte”. Sull’auspicio del premier Mario Draghi e del ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco di evitare nuovi scostamenti di bilancio se la ripresa economica fosse robusta, il presidente dei commercialisti catanesi non si sbilancia. “Bisognerà tarare meglio gli aiuti, rivolgerli a categorie mirate, ma nei prossimi mesi lo Stato dovrà comunque accompagnare le imprese nella ripartenza, anche grazie al jolly del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.
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I contributi della Regione
Più defilata, durante la crisi, è stata la Regione siciliana. Per Sangiorgio Palazzo d’Orléans “ha cercato di fare la propria parte”, anche se in un momento di emergenza nazionale “la gestione spetta soprattutto al governo centrale”. Per il mondo delle imprese “non è stato fatto tantissimo, ma probabilmente sarebbe stato difficile fare di più”. Il governo di Nello Musumeci ha cercato di sostenere gli Enti locali alle prese con problemi di liquidità, dovuti anche alla sospensione di molti tributi locali. Mentre sul piano economico segnala soprattutto “il bonus Sicilia erogato alla fine dell’anno scorso”. Un contributo di circa 2.500 euro, con cui la Regione “ha cercato di dare un contributo alle imprese”, dice il presidente dei commercialisti catanesi.
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Semplificare sul serio
Altro tema di grande attualità è il decreto Semplificazioni di fresca approvazione. “Contiene misure utili, ma per cambiare davvero occorre affrontare con coraggio il tema delle riforme”, dice Sangiorgio. Di semplificazione si parla da decenni, eppure “quasi mai si è riusciti a realizzarla”. Anche l’ultimo decreto del governo Draghi rischia di non essere risolutivo. Ciò che servirebbe è “una riforma vera della normativa sugli appalti”. A chiederlo è anzitutto l’Unione europea, che ha legato l’erogazione delle risorse del Pnrr ad alcune riforme chiave, a partire da pubblica amministrazione, giustizia e fisco. “Sulle tasse, per esempio, l’ultima riforma strutturale è degli anni Settanta”, ricorda Sangiorgio.
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Attenzione alle infiltrazioni
Il dubbio che semplificando si aumenti il rischio di infiltrazioni da parte di realtà opache, inoltre, rimane forte. “Da subito c’è stato il timore che in una situazione di emergenza nazionale qualcuno potesse approfittarne”, dice il presidente dei commercialisti etnei. “Allargare le maglie non deve voler dire abbassare l’attenzione, ma l’opposto”. Da questo punto di vista sarà particolarmente importante il ruolo dei commercialisti e degli esperti contabili. Di fronte a situazioni sospette, ricorda Sangiorgio, “abbiamo l’obbligo di segnalare, facendo da sentinelle come i notai e gli avvocati”. La categoria è stata in prima linea anche nel pieno dell’emergenza, “facendo la sua parte con grande senso di responsabilità. Anche rischiando, visto che i nostri studi sono stati sostanzialmente sempre aperti”.
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Non perdere il treno della ripresa
Una norma che Sangiorgio giudica particolarmente positiva, infine, è quella quella che semplifica le misure per accedere al Superbonus 110 per cento. Una misura molto attesa, non solo dal settore edilizio. “Il Superbonus può essere un volano per lo sviluppo, ci aspettiamo possa dare una grande spinta all’economia”, dice il presidente dei commercialisti etnei. “In questa situazione di emergenza sanitaria i risparmi degli italiani sono cresciuti tantissimo. Le disponibilità per investire ci sono, quindi è bene sfruttarle”. L’importante è non perdere il treno della ripresa, conclude Sangiorgio, paragonabile a quello del secondo Dopoguerra. “Lo dobbiamo ai nostri giovani. Nei momenti difficoltà ce l’abbiamo sempre fatta, siamo convinti che ce la faremo anche stavolta”.