IMU non pagata, cosa succede davvero: i rischi nascosti e come salvarsi prima che arrivi il pignoramento
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Con il saldo del 16 dicembre alle porte, molti scoprono di avere un “buco” nei versamenti: ecco cosa accade e come rimediare prima che il Comune agisca
Il conto alla rovescia per il saldo IMU 2025 è iniziato, e come accade ogni anno c’è chi, controllando vecchie ricevute o accorgendosi di un mancato addebito, scopre di non aver pagato l’imposta dell’anno precedente. Una dimenticanza che può capitare a chiunque, ma che purtroppo, con l’attuale sistema di controlli, rischia di trasformarsi in un problema serio. Negli ultimi anni i Comuni hanno infatti intensificato le verifiche sull’IMU arretrata e, grazie agli accertamenti esecutivi introdotti dalla Legge di Bilancio 2020, la macchina della riscossione può avviarsi molto più velocemente rispetto al passato.
Il quadro che emerge è chiaro: chi non ha pagato l’IMU non deve aspettare la “classica” cartella esattoriale perché spesso non arriva più. Dopo la notifica dell’atto comunale, infatti, la riscossione diventa immediatamente esecutiva e può sfociare – nei casi di ulteriore mancato pagamento – in pignoramenti dei conti correnti, fermi amministrativi o ipoteche. Ma prima di arrivare a questo punto, esistono margini importanti per regolarizzare la propria posizione e limitare i danni economici.
Cosa rischia chi non ha pagato l’IMU: la nuova procedura dei Comuni
La normativa attuale prevede che il Comune, una volta notificato l’avviso per l’IMU non pagata, debba attendere 60 giorni per eventuali ricorsi o per permettere il pagamento spontaneo. Trascorso questo termine, l’atto diventa titolo esecutivo a tutti gli effetti: ciò significa che non serve alcuna cartella di Equitalia o dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione per iniziare il recupero forzato.
Il contribuente riceverà un sollecito – obbligatorio solo se il debito non supera i 10.000 euro – ma dopo ulteriori 30 giorni il Comune può procedere a pignoramenti, fermi o ipoteche. Nel frattempo, grazie all’accesso diretto ai dati dell’Anagrafe Tributaria, gli enti locali hanno ormai strumenti rapidissimi per individuare redditi, conti e rapporti finanziari dei morosi. Per questo motivo, ignorare l’omesso versamento non è una strada praticabile.
È importante però sottolineare che l’esecuzione viene sospesa per un periodo di 120-180 giorni, differente da Comune a Comune, dando ancora un ultimo margine temporale per mettersi in regola senza subire misure pesanti. Ma le sanzioni continuano comunque ad aumentare con il passare dei mesi.

IMU pagata in ritardo: quando il ravvedimento operoso salva (quasi) tutto
La buona notizia è che chi scopre ora di non aver pagato l’IMU può ancora rimediare evitando che il debito lieviti fino a diventare ingestibile. Anche per l’IMU, infatti, è attivo il ravvedimento operoso, uno strumento che consente di pagare l’imposta dovuta aggiungendo una sanzione molto ridotta rispetto a quella applicata dopo un controllo del Comune.
La riduzione della sanzione dipende dai giorni di ritardo. Nelle prime due settimane dalla scadenza si applica la sanzione più lieve, mentre superati i 90 giorni si entra nel cosiddetto ravvedimento lungo, con una maggiorazione che resta comunque molto più contenuta rispetto a quella che scatta dopo un accertamento formale. In tutti i casi è necessario compilare l’F24 barrando la casella “ravvedimento” e inserendo sanzioni e interessi.
Per chi si accorge solo ora di un’IMU 2024 non pagata, la strategia più prudente è intervenire immediatamente: prima che arrivino gli avvisi comunali e prima che la situazione sfoci in misure esecutive. Agire in ritardo, infatti, non è impossibile, ma ogni mese che passa fa lievitare il conto e riduce lo spazio di manovra del contribuente.
In sintesi, il messaggio è semplice: accorgersi di non aver pagato l’IMU non significa essere già “condannati”, ma aspettare troppo può trasformare una dimenticanza in un problema serio. E in un periodo in cui i Comuni hanno mezzi più rapidi e incisivi, prevenire è molto più conveniente che difendersi.
