In Sicilia crescono i posti di lavoro. Ma manca chi assumere, dice Unioncamere

InSiciliacrescono le opportunità dilavoro, ma è ancora difficile riuscire a far incontraredomande e offertanel mercato. Manca chi assumere, in base alle competenze, nel44,5 per cento dei casi. A gennaio leimprese italianesono alla ricerca di oltre 508.000 lavoratori, mentre per l’intero primo trimestre dell’anno, la domanda si attesta a circa1,4 milioni di posizioni. Lo hanno rilevatoUnioncamereeAnpal. Secondo gliultimi dati Istat relativi a novembre 2023, il numero di occupati totali in Italia supera quello di novembre 2022 del 2,2 per cento, conpiù 520mila unità. L’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età: iltasso di occupazione, è in aumento di 1,3 punti percentualia novembre. Nel trimestre settembre-novembre 2023 è invece calato il numero di inattivi di 137 mila unità (flessione del 1,1 per cento), con unaumento di 14 mila unità tra chi cerca occupazionein tutta Italia. Conseguenze dell’aumentodei posti di lavoro disponibilirispetto agli anni precedenti, con oltre 4.000 nuove assunzioni da effettuare rispetto all’inizio del 2023 secondo le Camere di Commercio, una crescita del 0,9 per cento. Nel confronto con l’intero trimestre, si nota un incremento del 5,3 per cento, pari a circa69.000 nuove assunzioni. L’aumento delnumero dei posti di lavorointeressa anche laSicilia, che con l’ingresso del 2024 conta subito su oltre 23 mila posizioni disponibili rispetto gennaio 2023. Il problema resta occuparle. Leggi anche –Occupazione in crescita, ma anche il precariato: più 4% di contratti a termine Il maggior numero di posti di lavoro si trova sempre a Nord, ma Sud e Isole superano il Centro. In termini geografici, le macro-ripartizioni del Nord-ovest e del Nord-est guida ilnumero di assunzioni, con oltre 174.000 e oltre 118.000 rispettivamente. Seguite appunto daSud e Isole(oltre 110.000) e le regioni delCentro(circa 105.000). La distribuzione regionale delle assunzioni vede in testa laLombardia(112.500). SeguonoLazio(53.00),Veneto(48.600),Emilia-Romagna(47.880),Piemonte(38.500) eCampania(34.900). LaSiciliasi “ferma” a 23.200 assunzioni e una percentuale di difficoltà di reperimento del44,5 per cento a gennaio 2024. Dall’osservazione della variazionegennaio-marzo 2023paragonata allo scenario digennaio-marzo 2024emergono per l’Isola 3.300 posti di lavoro in più. Nel solo gennaio-marzo 2024 la previsione di entrata supera le69 mila posizioni. Leggi anche –Disabili e lavoro, due mondi ancora lontani. Un alto rischio di esclusione DalBorsino delle professioniemerge in tutta Italia una sfida nella ricerca diprofessionisti specializzati. Gli esperti nelle scienze della vita, tra cuifarmacisti,biologie professionisti simili, risultano di difficile reperimento per il91,4 per cento. Altri profili complicati da trovare sul mercato del lavoro includono glioperai specializzatiin industrie tessili e di confezioni (72,8 per cento), ifonditori,saldatoriemontatori di carpenteria metallica(72,6 per cento), gli operai specializzati nelle rifiniture delle costruzioni (71,8 per cento) e i tecnici della gestione dei processi produttivi (70,6 per cento). Le richieste di personale si suddividono in base al livello di istruzione. Il 19 per cento è rivolto a laureati (97.000 posizioni), il 30 per cento a diplomati (155.000 posizioni) e il 32 per cento a chi possiede una qualifica/diploma professionale (163.000 posizioni). Inoltre, vi sono circa 7.000 richieste specifiche per diplomati dell’ITS Academy. Leggi anche –Cassa integrazione e disoccupazione Naspi, nel 2023 continua il calo in Sicilia Secondo il recenteBollettino del Sistema informativo Excelsior, la spinta principale alladomanda di lavoroproviene principalmente daiservizi alle persone. A gennaio nel settore è previsto un aumento di70.000 assunzioni, segnando un incremento del 10,0 per cento rispetto all’anno precedente. Subito dopo si collocano il settore delcommercio, con 68.000 unità (+13,7 per cento su base annua) e lecostruzioni, che registrano 51.000 nuove posizioni (+1,8 per cento). Tuttavia, non tutti i settori mantengono una traiettoria positiva. Ilturismoe l’industria manifatturiera– secondo la ricerca Unioncamere – mostrano segni dirallentamentoa gennaio, rispettivamente con un -12,1 per cento e un -2,3 per cento rispetto all’anno precedente.