Infrastrutture. Mancano e sono un gap per le aziende della Sicilia

Infrastrutture. Mancano e sono un gap per le aziende della Sicilia

LeinfrastruttureinSiciliafunzionano poco, male, o mancano. Per questo limitano la redditività delle aziende regionali. Secondo le analisi condotte daUniontrasportisul fabbisogno diinfrastrutturenelSud Italia, nonostante il33%delle imprese italiane sia attivo nelMezzogiorno, il contributo alPil nazionaleè relativamente basso. La crescita economica nella macro area è più lenta rispetto al resto d’Italia, registrando solo un aumento del3,5%rispetto al3,7%della media nazionale. È basso anche iltasso di occupazione, ma soprattutto è ancora ampio il gap diredditività della aziende– a causa dellascarsità delle infrastrutture– rispetto al resto d’Italia. In base allo studio Unioncamere, iltasso di occupazionenel Sud è significativamente più basso, con un aumento dell’1,2% rispetto al 1,7% registrato a livello nazionale. Nella classifica del contributo delle regioni al Pil nazionale, solo laCampania, laSiciliae laPugliariescono a mantenere unaposizione nella top ten. Tuttavia, nonostante la presenza di queste regioni, il contributo complessivo del Sud al Pil rimane limitato. Livellare ilgap infrastrutturaletra le regioni, specialmente quelle meridionali, è fondamentale per migliorare la redditività delle aziende. Uniontrasporti ha condotto un’indagine fra12 mila imprese, riuscendo a selezionare 100 opere prioritarie più urgenti. Sono cinque per ogni regione, per un valore complessivo di140 miliardi di euro. Le40 opereche riguardano il Sud richiedono un investimento di 82 miliardi. Nel lungo elenco spiccano la ferrovia ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria, il Ponte sullo Stretto di Messina, la Ss106 Jonica, la A2 Autostrada del Mediterraneo, l’Alta velocità Adriatica,l’alta velocità Palermo-Catania-Messina, la ferrovia Napoli-Bari, la Sassari-Olbia e Sassari-Nuoro, la Ss131 Carlo Felice, la Nuoro-Olbia-Santa Teresa di Gallura, la Roma-L’Aquila, la Sicignano-Potenza, la Fondovalle Fresilia, l’antemurale di Ponente di Porto Torres, la Ferrandina-Matera-La Martella, la A14, la A24 e A25, la Sibari-Melito Porto Salvo e la Lamezia Terme-Catanzaro Lido, la Pescara-Roma. Non sulle strade, ma anche sulmarela Sicilia potrebbe giocare un ruolo di maggiore protagonismo. Alessandro Panaro,Head of Maritime & Energydel centro studiSrm, ha evidenziato in una sua ricerca che la valenza dei traffici dei porti italiani e del Sud e come il 52% del traffico nazionale marittimo Ro-Ro passi dagli scali meridionali.Marco Colombrita, presidente delGruppo GiovanidiAnce Sicilia, ha dichiarato sui dati Unioncamere e Srm: “Ci dicono cheSiciliaeSardegnaoggi garantiscono il40%del traffico marittimo Ro-Ro sostenendo un enorme sforzo a causa della carenza di infrastrutture, e che potrebbero fare molto di più se disponessero diinterporti,terminal logisticieterminal cargo adeguati“. Evidenziando il gap del Mezzogiorno,Colombritaha dichiarato: “Sarebbe davvero miope non rispondere alla richiesta delsettore logisticodegli armatori di fare delle due Isole glihub strategicidi un traffico nel Mediterraneo che, a prescindere dall’attuale crisi di Suez, èdestinato a crescere del 2,6% nei prossimi cinque anni“. Tutti questi temi saranno trattati giorno 19 aprile in un convegno organizzato daAnce Giovania Palazzo Biscari, a Catania.